martedì 6 novembre 2012

Vaticano, Lombardi: il mondo ci chiede più trasparenza (Izzo)

VATICANO: LOMBARDI, IL MONDO CI CHIEDE PIU' TRASPARENZA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 nov. 

Per l'intera Chiesa Cattolica quella della "trasparenza" rappresenta oggi una "via obbligata da percorrere con coraggio" ad ogni livello, a cominciare dunque dalla comunicazione relativa all'attivita' del Papa e della Curia Romana, ma che deve essere seguita anche nelle situazioni piu' delicate, come lo scandalo degli abusi sessuali compiuti da ecclesiastici e le vicende dello Ior, che  hanno costituito "un duro banco di prova". 
Ne e' convinto il portavoce del Papa, padre Federico Lombardi, che vive sulla sua pelle questa consapevolezza, essendo direttore anche della Radio Vaticana e del Centro Televisivo oltre che della Sala Stampa, istituzione che nei giorni scorsi con i 50 anni del Concilio ha festeggiato anche l'anniversario di una sua profonda trasformazione (prima anche fisicamente era solo una 'dependance' dell'Osservatore Romano) voluta da Giovanni XXIII proprio perche' potesse seguire piu' adeguatamente i lavori di quell'assise decisiva, come e' stato ricordato oggi in un Convegno promosso dalla Lumsa.            
Ma mentre innegabilmente "cresce la domanda di trasparenza" dell'opinione pubblica (esterna ed interna) e' ancora nelle situazioni concrete che "si sperimenta la capacita' o incapacita' delle  istituzioni di crescere in questa direzione". Ad esempio nella Sala Stampa della Santa Sede, che e' "il luogo cruciale" dove l'attesa di verita' si esprime nelle domande dei giornalisti e la sua realizzazione nelle risposte del portavoce. E non mancano in questi giorni nuovi eventi (come il Sinodo che si e' appena concluso e il Concistoro convocato per il 24 novembre) e problemi (processi e inchieste su Vatileaks in testa) che tengono alto il confronto tra la Chiesa e i media.
Ma le "crisi incessanti che si sono susseguite dal Concilio ad oggi" (espressione usata al Convegno della Lumsa dal direttore dell'Osservatore Romano, professor Giovanni Maria Vian) hanno fatto crescere la capacita' di risposta della Santa Sede alle attese dei media?  Ricordando lo scandalo della pedofilia, che nel 2010 ha visto innalzarsi moltissimo la pressione dei mass media internazionali, padre Lombardi ha espresso un giudizio positivo sulla capacita' di reazione dimostrata, tributando per questo un ringraziamento pubblico a monsignor Chales Scicluna, per 17 anni promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede, oggi vescovo ausiliare di Malta. "Voglio dire grazie a Scicluna - ha detto - che e' stato un amico, un protagonista, un interlocutore essenziale della Sala Stampa", alla quale ha consentito di diffondere una "informazione obiettiva" circa le risposte della Santa Sede davanti a questo gravissimo fenomeno.
Altro campo individuato da padre Lombardi nel quale "sono cresciute le esigenze di trasparenza e su cui pure si misura il peso e la credibilita' della Chiesa" e' quello dell'amministrazione e dell'attivita' economica. "Anche su questo fronte - ha detto padre Lombardi - la Sala Stampa si e' impegnata in particolare nel seguire il racconto dell'inserimento delle amministrazioni facenti capo alla Santa Sede e alla Citta' del Vaticano nel sistema dei controlli internazionali. Tutto cio' che, insomma, appartiene alla valutazione e al rapporto di Moneyval pubblicato nel luglio scorso. Si e' manifestata anche la necessita' di un'informazione piu' obiettiva della realta' dello Ior e dei bilanci della Santa Sede e dello Stato del Vaticano".
Secondo padre Lombardi, in particolare la visita di una quarantina di giornalisti allo Ior nel giugno scorso ha rappresentato "un segnale in questa direzione". 
"Spero - ha aggiunto - che ce ne saranno altri". Cosi' come la recente nomina del giornalista statunitense Greg Burke a "advisor" della Segreteria di Stato per la comunicazione puo' essere letta - secondo padre Lombardi che non se ne e' sentito affatto sminuito -  come "un passo nella buona direzione" in quanto si e' voluto "qualcuno che lavori quotidianamente all'interno della segreteria di Stato e intensifichi il rapporto tra la Segreteria di Stato e la Sala Stampa".
Accolto dal rettore della Lumsa Giuseppe Dalla Torre, il portavoce di Papa Wojtyla, Joaquin Navarro Valls, non e' entrato nel merito delle "crisi" affrontate dal suo successore alla guida della Sala Stampa ma, con grande classe, ha ricordato quanto sia essenziale per svolgere questo ruolo stabilire "un canale diretto" con le fonti, e quindi con il Papa e i dicasteri. Nel confronto con i media non si puo' "vincere", ha spiegato inoltre, senza "convincere". E che non da oggi i giornalisti vaticanisti si sentano assolutamente non legati dal "voto di obbedienza" lo hanno dimostrato  con i loro interventi due "mostri sacri" dell'informazione religiosa: Gianfranco Svidercoschi, che segui' il Concilio per l'Ansa (ed e' stato poi vice direttore dell'Osservatore Romano divenendo infine biografo di Wojtyla) e Raniero La Valle, all'epoca direttore dell'Avvenire d'Italia, le cui cronache sui lavori conciliari erano davvero molto autorevoli. Per Svidercoschi e' oggi in agguato un pericoloso "clericalismo di ritorno" e i problemi irrisolti tali sono rimasti. Per La Valle, la Sala Stampa e' stato "il frutto dell'eterogenesi dei fini", in quanto e' il risultato di un'informazione negata": si volevano tenere i giornalisti fuori dal recinto del Concilio e li si allontano' dal "Palazzo" consentendo cosi' alla Sala Stampa un autonomo sviluppo che certamente non era previsto. 

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