lunedì 19 novembre 2012

Vaticano. In mostra "I tesori dell'Azerbaigian". Intervista con l'ambasciatore Amirbayov



Vaticano. In mostra "I tesori dell'Azerbaigian". Intervista con l'ambasciatore Amirbayov

Promuovere il dialogo e il confronto tra culture, tradizioni e religioni differenti: è questo l’obiettivo della mostra “Tra le trame della storia. I tesori dell’Azerbaigian”, che si è aperta recentemente nel Braccio di Carlo Magno, in Piazza San Pietro. Organizzata dalla Fondazione Heydar Aliyev, in collaborazione con l’Ambasciata dell’Azerbaigian presso la Santa Sede e il Pontificio Consiglio della Cultura, la mostra vuol essere una nuova occasione per ribadire l’importanza dell’amicizia tra Azerbaigian e Santa Sede, i cui rapporti diplomatici sono iniziati ufficialmente proprio 20 anni fa. Federico Piana ne ha parlato con l’ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian presso la Santa Sede, Elchin Amirbayov:

R. – You know that on 23rd May 1992, the relations…

Come lei sa, le relazioni diplomatiche tra i nostri due Stati sono state stabilite il 23 maggio 1992, e le posso dire che in questi venti anni i rapporti sono stati costruiti sul rispetto vicendevole, sull’amicizia e su interessi comuni. Ovviamente, devo dirle che per l’Azerbaigian è molto importante sviluppare relazioni con tutti i Paesi del mondo, ma per noi la Santa Sede rappresenta un caso particolare. La ragione è che l’Azerbaigian è un Paese molto vario: vario nella sua composizione etnica, religiosa, per il suo retroscena linguistico… Noi nutriamo un profondo rispetto per tutte le religioni del mondo e naturalmente la Santa Sede è la sede della religione cattolica. Per questo, è molto importante per l’Azerbaigian coltivare rapporti ad alto livello con questo Stato.

D. – In un Paese multiculturale e tollerante come l’Azerbaigian – uno Stato musulmano sciita – che ruolo giocano le minoranze religiose, soprattutto quella cristiana, per lo sviluppo del Paese?

R. – First of all, I have to clarify again that although…

Prima di tutto, devo chiarire ancora una volta che, nonostante la maggioranza della popolazione dell’Azerbaigian siano sciiti musulmani, noi siamo uno Stato laico. Questo significa che per la nostra Costituzione la religione è separata dallo Stato. E dato che la Costituzione è la legge fondamentale dell’Azerbaigian, ogni cittadino del nostro Paese usufruisce degli stessi diritti, compreso il diritto alla libertà di religione. Ogni cittadino gode di uguali diritti. E’ molto importante sottolineare il contributo di tutti i cittadini dell’Azerbaigian al suo sviluppo.

D. – Qual è la situazione della comunità cattolica in Azerbaigian? Che rapporti ci sono con la comunità musulmana sciita?

R. – First of all I have to tell you that the Catholic community…

Devo dirle che la comunità cattolica in Azerbaigian non è molto grande: parliamo di 200-300 persone. Ma allo stesso tempo, come ho detto, a prescindere dalle dimensioni della comunità, nel nostro Paese ogni comunità usufruisce – da parte della legge – della stessa tutela. I rapporti tra i gruppi religiosi minoritari e maggioritari sono molto sereni e penso che possano servire da modello per altri Paesi. Il capo della nostra comunità religiosa, lo sceicco ul-Islam, incontra regolarmente i capi delle altre comunità religiose che risiedono nel Paese. Insieme condividono le diverse festività religiose, nel rispetto delle loro origini religiose. Per me, è molto importante ricordare che l’anno scorso, nel 2011, il nostro ministro degli Esteri ha svolto una visita ufficiale in Vaticano nel corso della quale ha incontrato la sua controparte della Santa Sede, l’arcivescovo Mamberti; in quell’occasione, i due rappresentanti hanno firmato un accordo sullo stato legale della comunità cattolica in Azerbaigian. Credo che questo documento possa ulteriormente rafforzare il carattere cordiale dei rapporti tra i nostri due Paesi. Penso anche che questo accordo rappresenti l’espressione giuridica di consuetudini che già sono praticate nel nostro Paese. Un altro fatto che può essere interessante conoscere è che, nonostante il fatto che la comunità cattolica comprenda solo 200-300 persone, nel 2008 il segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Bertone, ha visitato l’Azerbaigian per inaugurare la chiesa cattolica di Baku, che era appena stata edificata. L’idea di costruire questa nuova chiesa cattolica per una piccola comunità era nata nel corso dell’incontro tra il Santo Padre Giovanni Paolo II e il precedente presidente dell’Azerbaigian, Heydar Aliyev.

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