giovedì 8 novembre 2012

Luciani, convegno vaticano: nessun giallo ma apertura su coppie (Izzo)

LUCIANI: CONVEGNO VATICANO, NESSUN GIALLO MA APERTURA SU COPPIE

Salvatore Izzo

 (AGI) - CdV, 8 nov. 


"In una pagina ben scritta e ben argomentata puo' esserci una parentesi che stona, cosi' nella vita di coniugi sinceramente cristiani, dediti all'educazione dei loro figli, e questa e' la pagina ben scritta, succede che talvolta essi manchino nel settore di cui ci occupiamo: e' la parentesi che non intacca tutto il resto". Con queste parole garbate, un vescovo italiano marco' la sua posizione non allineata in tema di contraccezione rispetto all'"Humanae Vitae" pubblicata da Paolo VI nel 1968. Era monsignor Albino Luciani, ordinario di Vittorio Veneto. L'episodio e' stato ricordato oggi al Convegno dedicato dall'Osservatore Romano alla figura del futuro Giovanni Paolo I. A evocare il "dissenso" di Albino Luciani sulla "Humanae vitae" e' stato, nella relazione letta questa mattina nell'Aula vecchia del Sinodo - in presenza di cardinali e vescovi, oltre che storici e giornalisti - il professor Giampaolo Romanato, docente del dipartimento di storia dell'Universita' di Padova, il quale ha ricordato poi anche un'altra presa di posizione del futuro Pontefice difforme da quella che e' oggi la linea ufficiale della Chiesa: "un'apertura alle coppie di fatto, che avrebbe voluto godessero di una qualche legalizzazione anche se in altenativa alla legge sul diovorzio, che lo vedeva contrario". 
Due aperture dunque ai problemi delle coppie, e l'arcivescovo di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, ha commentato: "Luciani era molto attento alla pastorale familiare e questo grazie anche al forte legame che ha avuto con sua madre". Al Convegno promosso dal quotidiano della Santa Sede per i 100 anni dalla nascita di Giovanni Paolo I, e' emersa comunque una figura di grande rilievo: fin da vicario parrocchiale di Agordo e poi da rettore del seminario di Belluno, don Albino Luciani "non era solo un prete di montagna che divorava i libri e si era laureato alla Gregoriana frequentando pochissimo le aule romane": era un sacerdote "umile, dimesso, gentile, ma nascondeva una personalita'  tutt'altro che scontata". E se a differenza dell'allora altrettanto giovane vescovo Karol Wojtyla, la partecipazione di monsignor Luciani al Concilio fu "sostanzialmente irrilevante" e ne trasse la convinzione che si dovesse procedere nell'aggiornamento fermandone gli "eccessi" che definiva "le stramberie conciliari", da cardinale di Venezia il futuro Papa gioco' poi un ruolo importante nella vita della Chiesa in Veneto, in Italia e anche a livello mondiale, grazie alla sua attivita' a sostegno del Terzo Mondo, in particolare del Brasile dove si era recato piu' volte". 
Secondo Romanato, la sua forza era proprio quella di provenire dal popolo e non dalle elites, che gli consentiva di approcciare i problemi guardandoli dal basso e non dall'alto". Al Convegno c'e' stata anche una relazione (tenuta dallo scrittore spagnolo Juan Manuel de Prada) "sull'ondata di speculazioni rocambolesche e teorie cospiratorie" seguite alla morte improvvisa del Papa dopo 33 giorni appena di Regno. "Morte misteriosa non nel senso piu' banale, ma racchiusa nelle parole latine 'ostensus magis quam datus' che ci dicono di un grande dono mostrato piu' che dato", ha rilevato il direttore dell'Osservatore,  professor Giovanni Maria Vian, che ha citato in proposito quanto scritto dall'allora cardinale Joseph Ratzinger nel 2004, per il quale, ha  ricordato, "la scomparsa repentina da questo mondo di Giovanni Paolo I ha portato alla svolta storica dell'elezione di un Papa non italiano".


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2 commenti:

Dante Pastorelli ha detto...

La posizione di Giovanni Paolo I su coppie di fatto o divorziati risposati e sulla contraccezione son notorie. Che abbiano fatto bene alla Chiesa ed agli stessi interessati non credo proprio.
Lo si vuol beatificare nonostante la sua deviazione dalla vera dottrina per quanto dettata da zelo pastorale (?)e vicinanza ai fedeli?
Speriamo che i postulatori c'illustrino convenientemente le reali eroiche virtù di papa Luciani, che non posson ridursi all'origine umile ed alla propensione per i poveri. Chissà quanti di noi potrebbero diventar santi...
Il suo brevissimo pontificato, poi, quale traccia profonda ha lasciato?

un ins.di Religione ha detto...

questa "corsa" alla beatificazione dei Pontefici del post Concilio ( Vaticano II naturalmente) mi lascia alquanto perplesso. Non perchè non creda alla loro santità,ma perchè sono convinto che questa operazione rientri poco o tanto nella più vasta opera di discredito del "pre Concilio" attuata da ben precisi settori del Cattolicesimo,in combutta naturalmente con gli ambienti più laicisti, "de sinistra" e, spiace dirlo ma pure ebraici, a partire dalla II metà degli anni 60. Non si spiegherebbe altrimenti il perdurante ritardo nella beatificazione di un altro grande Pontefice,autentico Gigante della Cristianità, quale fu Pio XII. Su di lui sono state vomitate nei decenni scorsi quantità enormi di calunnie che però si sono lentamente sciolte come neve al sole,dopo ricerche e studi innumerevoli anche da parte di non cattolici,che hanno attestato la correttezza e l'agire eroico di questo Papa specialmente durante i terribili anni della II guerra mondiale. Qualcuno dice falsamente che "manca il miracolo", ma ciò non è vero! Si beatifichi Pio XII..poi si pensi agli altri. La priorità adesso deve averla lui!..Benedetto XVI lo ha dichiarato "venerabile" alcuni anni or sono, e sono convinto che non avrebbe esitazioni a beatificarlo. Ma forse qualcuno,anche in questo caso gli sta remando contro e sta facendo tutto il possibile x impedire che ciò avvenga..