sabato 10 novembre 2012

Justin Welby arcivescovo di Canterbury (O.R.)

Il vescovo di Durham succederà a Rowan Williams nella guida della Comunione anglicana

Justin Welby arcivescovo di Canterbury


Londra, 9. Il vescovo di Durham, Justin Welby, sarà il centocinquesimo arcivescovo di Canterbury e primate della Comunione anglicana. In un comunicato della Church of England si sottolinea che la regina Elisabetta ii ha approvato la nomina. Il presule succederà all'arcivescovo Rowan Williams, che fino alla fine di dicembre resterà alla guida della comunità anglicana. Sempre secondo il comunicato, la cerimonia di intronizzazione del nuovo arcivescovo si terrà il 21 marzo 2013 nella cattedrale di Canterbury. L'annuncio della scelta del vescovo di Durham è stata data in mattinata dal Governo britannico. Welby, 56 anni di età, sposato e con cinque figli, era divenuto diacono nel 1992 e vescovo nel 2011. Prima di impegnarsi nella vita religiosa, il presule aveva svolto attività lavorativa nell'industria petrolifera. Nelle sue prime parole di commento, il nuovo arcivescovo ha definito l'affidamento del mandato «come qualcosa di travolgente per la sua responsabilità e allo stesso tempo sorprendente, in quanto inaspettato». Welby, nelle prime dichiarazioni, si è anche detto a favore della consacrazione delle donne vescovo, aggiungendo che si adopererà a favore di questo cambiamento nel prossimo sinodo. «Voterò per la consacrazione delle donne vescovo -- ha sottolineato -- e unirò la mia voce a quella di molti altri per sollecitare questo cambiamento».

L'arcivescovo Rowan Williams ha espresso felicitazioni per la nomina, sottolineando che il vescovo di Durham «ha una straordinaria gamma di capacità ed è una persona che porterà nel suo ufficio una ricca esperienza pastorale». L'arcivescovo di Canterbury è il primo tra gli uguali, primus inter pares, tra i vescovi anglicani, primate di circa 80 milioni di fedeli sparsi nelle trentotto province in cui è suddivisa l'Anglican Communion. La Crown Nominations Commission, istituita dal Governo, aveva avuto il compito di selezionare in una rosa di nomi, il candidato preferenziale. L'indicazione è stata successivamente rivolta al primo ministro, che è costituzionalmente incaricato di riferire sulla procedura alla regina Elisabetta ii. Alla regina, in quanto governatore supremo (Supreme Governor) della Chiesa d'Inghilterra è spettato poi il compito di approvare la nomina del nuovo arcivescovo.
«Penso che una persona che ama leggere la Bibbia e i giornali sarebbe un buon inizio». L'arcivescovo Williams, aveva descritto con queste parole le caratteristiche che dovrebbe avere il candidato alla sua successione, in occasione di una recente conferenza stampa in Nuova Zelanda. A marzo l'attuale primate aveva annunciato le dimissioni e aveva reso noto di aver accettato un incarico direttivo presso il complesso universitario di Cambridge. Parlando al termine della riunione del Consiglio consultivo della Comunione anglicana, che si è svolta ad Auckland, Williams ha spiegato che il suo successore «dovrà predicare con la Bibbia in mano e il giornale nell'altra, perché la gente vuole essere aiutata a essere davvero umana». Come comunità religiosa, ha aggiunto, «abbiamo risorse senza precedenti per arricchire l'umanità in questo modo». L'arcivescovo di Canterbury aveva espresso anche l'auspicio che gli anglicani «continuino a essere una famiglia, che vive nel rispetto e nel riconoscimento reciproco, senza mettere a rischio le autorità locali» e lavorando assieme «per trovare convergenze». Da anni la Comunione si trova, infatti, ad affrontare una delle sue principali sfide in relazione al tema della consacrazione delle donne vescovo, incluse quelle dichiaratesi apertamente omosessuali. La questione sarà la principale tra quelle che dovranno essere affrontate dal sinodo generale, in programma il 19 novembre. Per l'occasione si terrà la votazione finale che potrebbe infatti aprire le porte alla consacrazione delle donne vescovo. Nonostante vari tentativi di accordo, tra cui quello dello stesso primate, a prevalere finora sono state le divisioni, con rischi di una vera e propria spaccatura definitiva.

(©L'Osservatore Romano 10 novembre 2012)

Nessun commento: