martedì 30 ottobre 2012

Sono le tre linee pastorali indicate dal Sinodo che Benedetto XVI ha riproposto durante la Messa conclusiva (O.R.)

Tre linee per la nuova evangelizzazione

Catechesi appropriate per la preparazione ai sacramenti dell'iniziazione e della penitenza; rilancio della missione dove l'annuncio non è ancora giunto e nei Paesi di antica tradizione cristiana; dialogo, attraverso metodi e linguaggi nuovi, con le persone battezzate che però si sono allontanate dalla Chiesa. Sono le tre linee pastorali indicate dal Sinodo dei vescovi, che Benedetto XVI ha riproposto durante la messa conclusiva della XIII assemblea generale ordinaria, dedicata alla nuova evangelizzazione.

Nella mattina di domenica 28 ottobre, il Papa ha presieduto l'Eucaristia nella basilica Vaticana per suggellare in modo solenne i lavori dell'assise, svoltasi in Vaticano nelle ultime tre settimane, in coincidenza con il cinquantesimo anniversario dell'apertura del concilio Vaticano II e il ventennale del Catechismo della Chiesa cattolica, e con l'inizio dell'Anno della fede.
Le tematiche sinodali hanno fatto da sfondo all'omelia del Pontefice, tutta incentrata sulla figura del cieco Bartimeo, e successivamente anche alla riflessione che ha preceduto la recita dell'Angelus. Alla preghiera mariana infatti Benedetto XVI -- che ha pure ricordato il devastante uragano abbattutosi sui Caraibi e il terremoto in Calabria e Basilicata -- ha definito il Sinodo «un momento forte di comunione ecclesiale».
Comunione visibile, del resto, in tutti i momenti della liturgia. A cominciare dalla lunga teoria di padri sinodali -- oltre 260 tra cardinali, presuli, prelati e sacerdoti -- che hanno concelebrato, insieme a una settantina di presbiteri che hanno partecipato ai lavori a vario titolo: membri della segreteria generale, uditori, esperti, addetti stampa, assistenti e traduttori.
Con la mitra bianca damascata hanno fatto da corona al Papa in processione una cinquantina di porporati, tra i quali il decano del collegio cardinalizio Angelo Sodano. E sei tra i protagonisti del Sinodo sono stati anche saliti all'altare della Confessione per unirsi alla preghiera eucaristica: i cardinali Robles Ortega, Monsengwo Pasinya, Tong Hon e Wuerl -- rispettivamente presidenti delegati e relatore generale -- e gli arcivescovi Eterović e Carré, segretario generale e segretario speciale.
Allo stesso modo, laici intervenuti all'assise sinodale hanno animato i vari momenti della celebrazione: dalla proclamazione delle letture, alle intenzioni dei fedeli, alla processione offertoriale. Così la prima e la seconda lettura sono state affidate allo statunitense Ralph Martin, direttore di un corso teologico di nuova evangelizzazione al seminario di Detroit, e alla francese Chantal Le Ricque, laica dell'arcidiocesi di Parigi. Tra gli intenzionisti -- che hanno elevato invocazioni in italiano, polacco, spagnolo, svedese, arabo e ceco -- c'erano Ewa Kusz, già presidente della Conferenza mondiale degli istituti secolari, la cubana Rita María Petrirena Hernández, responsabile del dipartimento di coordinamento pastorale della Conferenza episcopale, e il siriano Riad Sargi, presidente della Società di San Vincenzo de' Paoli in Damasco, che ha pregato per la pace nel suo Paese e in tutto il Medio Oriente. Infine le offerte sono state portate, oltre che da tre famiglie italiane, anche da Chiara Amirante, fondatrice dell'associazione Nuovi orizzonti, e da Joakim Kipyego Koech, responsabile di Comunione e liberazione in Kenya; da Gisèle Muchati, siriana del movimento Famiglie nuove, e dal professor Yong Suk Francis Xavier Oh, segretario generale dell'Apostolato dei laici in Corea.
Nell'affollata basilica Vaticana hanno partecipato alla messa 15 cardinali con numerosi presuli e prelati della Curia romana, e i membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, accanto ai quali erano gli arcivescovi Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, e Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, e i monsignori Balestrero, segretario per i Rapporti con gli Stati, e Nwachukwu, capo del Protocollo.
Hanno accompagnato Benedetto XVI l'arcivescovo prefetto della Casa Pontificia Harvey -- che sarà creato cardinale nel prossimo concistoro -- con i monsignori Gänswein, segretario particolare del Santo Padre, e Xuereb, della segreteria particolare; e il medico personale, Polisca. Tra i presenti il reggente della Prefettura della Casa Pontificia, padre Sapienza, delegati fraterni, invitati speciali e il direttore del nostro giornale.
Il rito, diretto da monsignor Marini, maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, si è aperto con il canto Tu es Petrus e si è concluso con l'antifona mariana Sub tuum praesidium, entrambi eseguiti, sotto la guida del maestro Palombella, dalla Cappella Sistina.

(©L'Osservatore Romano 29-30 ottobre 2012)

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