martedì 16 ottobre 2012

Solidarietà con il Mali. Espressa durante i lavori dell'assemblea sinodale (O.R.)


Espressa durante i lavori dell'assemblea sinodale

Solidarietà con il Mali

Dopo Siria e Nigeria, anche il Mali entra nel cuore del Sinodo per le sofferenze della popolazione, stremata a causa delle continue violenze che è costretta a subire. Solidarietà e vicinanza a questa nazione, scossa da gravi episodi spesso legati al fenomeno terroristico, è stata espressa dall'arcivescovo Nikola Eterović a nome del Sinodo, lunedì mattina, 15 ottobre, in apertura della xi congregazione generale, svoltasi alla presenza di Benedetto XVI.
Le vicende del Mali sono divenute d'attualità a motivo delle parole del vescovo di Sikasso, monsignor Jean-Baptiste Tiama, che ha portato la testimonianza come pastore di una comunità cristiana, piccola minoranza nel Paese subsahariano, turbata dai violenti scontri iniziati nel gennaio 2012 a causa di una ribellione nel nord del Paese fomentata da gruppi armati. In questo contesto, ha detto monsignor Tiama, «la Chiesa prosegue la nuova evangelizzazione cercando di radicare la fede dei fedeli e favorendo il passaggio della missione dai missionari stranieri ai pastori autoctoni». Delle difficoltà dei cristiani che soffrono a causa della fede ha trattato anche monsignor Olivier Schmitthaeusler, vicario apostolico di Phnom Penh in Cambogia, il quale ha parlato di un piccolo laboratorio di evangelizzazione in un mondo a maggioranza buddista.
Sull'evangelizzazione in un contesto diffidente e difficile si è soffermato poi l'arcivescovo greco-melkita Joseph Absi, ausiliare di Damasco, parlando del fascino che esercitano sui giovani musulmani la gioia e l'amore che si sperimentano nel rapporto personale con Gesù.
Tra gli altri intervenuti, da segnalare monsignor Ryōji Miyahara, vescovo di Fukuoka, il quale ha ringraziato per le preghiere e l'aiuto con cui i cristiani di tutto il mondo hanno sostenuto il popolo giapponese nel momento della prova. Presiedeva l'incontro il cardinale John Tong Hon, vescovo di Hong Kong, alla presenza di 245 padri sinodali.
Sabato pomeriggio, 13 ottobre, si era svolta la decima congregazione generale. Il ruolo centrale della famiglia all'interno della Chiesa e della società civile, la necessità di un maggiore coinvolgimento dei giovani per una nuova evangelizzazione, l'importanza di una formazione di qualità per i catechisti nei Paesi dove la religione cattolica rischia di perdere terreno a favore dell'islam sono in sintesi i temi principali affrontati dai quindici padri sinodali intervenuti -- su 222 presenti -- ai lavori della congregazione, presieduta dal presidente delegato di turno, cardinale Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa.
Come in mattinata anche nella seduta pomeridiana è stato posto l'accento in particolare sulla famiglia. «La Chiesa -- ha sottolineato padre Heinrich Walter, superiore generale dei Padri di Schönstatt -- non ha futuro senza il rinnovamento della famiglia. Molti hanno paura di avere figli, i bambini vengono visti come dei virus. Stiamo assistendo a una perdita di valori ed è sulla famiglia che occorre fondare il nostro futuro. Non possiamo permetterci di assistere allo sgretolamento di questo importante pilastro della società».
Anche l'arcivescovo di Panamá, monsignor José Domingo Ulloa Mendieta, ha focalizzato il suo intervento sulla famiglia «luogo per eccellenza di evangelizzazione e di incontro con il Signore. Affinché le nostre famiglie riflettano l'immagine di Chiesa domestica, occorre che siano vere comunità di amore e di vita, di fede e di salvezza. E ciò sarà possibile nella misura in cui il nucleo familiare si rafforza nel sacramento del matrimonio». Per ottenere questo -- ha spiegato il presule -- «dobbiamo avviare e rafforzare una pastorale di accompagnamento al matrimonio e alla famiglia. Dobbiamo dedicare più tempo alla preparazione dei sacramenti e focalizzare la nostra attenzione sui bambini, i quali se non ricevono la fede della famiglia faranno fatica a comprenderne i valori».
Legato al tema della famiglia quello sviluppato sui giovani. Monsignor Leonardo Ulrich Steiner, vescovo ausiliare di Brasília, ha proposto di considerarli come «i nuovi evangelizzatori di altri giovani». A questo proposito ha chiesto di prestare più attenzione ai nuovi «aeropagi dei giovani come il mondo dell'istruzione, dei media, di internet, dell'arte. Spazi irrinunciabili per la nuova evangelizzazione».
La seconda parte dei lavori è stata caratterizzata da sedici interventi liberi che hanno posto l'accento in particolare sull'importanza del sacramento della Cresima.

(©L'Osservatore Romano 15-16 ottobre 2012)

Nessun commento: