mercoledì 17 ottobre 2012

Sinodo, scrive un vescovo cinese: non invidio la mollezza occidentale. Koch: Wojtyla insegnò che il sangue dei martiri aiuta l'unità. Gmur: Chiesa credibile sole se fa mea culpa (Izzo)

SINODO: SCRIVE VESCOVO CINA, NON INVIDIO MOLLEZZA OCCIDENTALE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 ott. 

"Come la calamita' genera la prosperita', cosi' nella mollezza si nasconde la calamita'". Questa frase del saggio Lao Tse e' citata in una lettera inviata al Sindo dal vescovo di Fengxiang nella regione cinese dello Shaanxi, monsignor Lucas Ly Jingfeng. "Nelle Chiese fuori dalla Cina - scrive il presule che non partecipa ai lavori perche' impedito a uscire dalla Cina - la tiepidezza, l'infedelta' e la secolarizzazione dei fedeli si sono contagiate a molti chierici". Invece, assicura monsignor Ly Jingfen, "nella Chiesa Cinese i laici sono piu' pii dei chierici".
"Non possono forse la pieta', la fedelta', la sincerita' e la devozione dei laici cristiani cinesi scuotere i chierici nel resto del mondo?", si chiede il presule nella lettera. "Mi ha molto commosso - confida - il lamento di Papa Benedetto XVI sul fatto che in vaste zone della terra la fede corre il pericolo di spegnersi come una fiamma che non trova piu' alimento". "Siamo davanti ad una profonda crisi di fede, ad una perdita del senso religioso che costituisce la piu' grande sfida per la Chiesa di oggi", conviene il presule cinese riaffermando con le parole del Papa che "il rinnovamento della fede deve quindi essere la priorita' nell'impegno della Chiesa intera ai nostri giorni". "Credo comunque - conclude infine precisando di non voler menzionare la politica, in quanto 'e' sempre transeunte' - che la nostra fede di cristiani cinesi possa consolare il Papa". 

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SINODO: KOCH, WOJTYLA INSEGNO' CHE SANGUE MARTIRI AIUTA UNITA'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 ott. 

"I testimoni piu' credibili della fede sono i martiri, che hanno dato la loro vita per Cristo: essi sono la prova piu' significativa che ogni elemento di divisione puo' essere trasceso e superato nel dono totale di se' alla causa del Vangelo". Lo sottolinea nel suo intervento al Sinodo il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l'unita' dei cristiani, ricordando "quella profonda dimensione dell'ecumenismo che stava cosi' tanto a cuore al Beato Papa Giovanni Paolo II, ovvero l'ecumenismo dei martiri". "Mentre noi cristiani siamo ancora in una comunione imperfetta su questa terra, i martiri - assicura il porporato svizzero - nella gloria celeste vivono gia' in piena comunione: questa speranza vogliamo testimoniarla insieme con una credibile, nuova evangelizzazione". 

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SINODO: VESCOVO BASILEA, CHIESA CREDIBILE SOLO SE FA MEA CULPA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 ott. 

"Per essere credibili, bisogna dapprima evangelizzare se stessi". Lo ricorda il vescovo di Basilea, monsignor Felix Gmur, nel suo intervento al Sinodo. "L'appello alla conversione - spiega ai suoi confratelli - si rivolge alle persone e all'istituzione. La conversione della persona trova la sua corrispondenza nella riforma delle istituzioni. Entrambe mirano al rinnovamento spirituale basato sulla fede". Secondo il presule, "una sfida risiede anche nel capire quali siano le riforme necessarie: spesso sprovviste di sacerdoti, le comunita' locali s'incontrano attorno a dei laici pronti ad assumere diverse responsabilita'", serve dunque, afferma monsignor Gmur, "un mandato ufficiale per i laici".
"Abbiamo bisogno di testimoni credibili, i quali, ispirati dal vivo e costante incontro con Gesu', raggiungano l'uomo in ogni situazione, e con amore disinteressato ed umilta' gli presentino la Parola di Salvezza. Abbiamo bisogno di santi: uomini e donne, sacerdoti, religiosi, laici", sostiene da parte sua monsignor Arunas Poniskaitis, ausiliare e vicario generale di Vilnius in Lituania. E il cardinale Laurent Monsengo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa, chiede l'avvio di "un dialogo permanente tra il messaggio evangelico e la cultura, che per sua natura e' dinamica e instabile". "Questo - sottolinea - e' probabilmente il senso profondo della crisi di identita' cristiana che ci fa sentire smarriti oggi". "L'esperienza di Gesu' Cristo non puo' essere trasmessa da una generazione all'altra, nella sua forma e nel suo contenuto: dobbiamo trasmettere - spiega il porporato congolese - il racconto del gioioso incontro con Gesu' Cristo, affinche' i nostri contemporanei, in particolare i giovani aprano la porta del loro cuore".
"La Nuova Evangelizzazione - osserva anche monsignor Geraldo Lyrio Roch, arcivescovo di Mariana in Brasile - deve portare le persone all'esperienza profonda dell'incontro con Gesu' Cristo vivo". Secondo il presule, "la Sacra Liturgia e' uno dei luoghi privilegiati di questo incontro" e dunque "le celebrazioni liturgiche hanno il sacro dovere di rendere possibile sentire, sperimentare e vivere intensamente Gesu', Parola del Padre, che per il suo Spirito e' in mezzo a noi". "La Chiesa - ricorda - monsignor Lyrio - crede nella stessa maniera in cui prega" e "la Liturgia deve contribuire, ma a suo modo, al compito della nuova evangelizzazione". Sul tema della pastorale ospedaliera si e' soffermato infine monsignor Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari. "Il mondo della sofferenza e della malattia nelle sue diverse articolazioni - afferma il capo dicastero - costituisce un ambito specifico e una via imprescindibile di evangelizzazione, come attesta la sfida che soprattutto oggi l'evangelizzazione affronta nel dialogo con la scienza e la biotecnologia applicata, in cui si gioca radicalmente la possibilita' stessa di uno sviluppo umano integrale". E in particolare, "l'Ospedale va considerato uno spazio privilegiato di evangelizzazione". 

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