lunedì 15 ottobre 2012

Sinodo: rapporti con islam fra dialogo e tensioni. La testimonianza di Napolitano, i dubbi di Carron (Izzo)

SINODO: RAPPORTI CON ISLAM TRA DIALOGO E TENSIONI

Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 15 ott. 


Il tema dei rapporti con l'islam e' ricorrente negli interventi al Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione. E se il presidente del dicastero per il dialogo interreligioso, cardinale Jean Louis Tauran, ha ribadito che ad esso non vi e' alternativa e che il Concilio esorta a scoprire e valorizzare i "semi di verita'" nelle altre fedi, alcuni presuli hanno fatto presente in aula le difficolta' che essi incontrano nei diversi paesi. 

Cosi' monsignor Jean-Baptiste Tiama, vescovo di Sikasso, presidente della Conferenza Episcopale del Mali ha detto ai microfoni della Radio Vaticana: "Nel nostro Paese viviamo una situazione davvero molto drammatica. 
Dal 1992 fino ad oggi abbiamo vissuto in pace ed in tranquillita', ma dal mese di gennaio 2012 stiamo assistendo ad un intervento islamista nel Nord". "Ed oggi gli estremisti islamici - ha aggiunto - occupano i due terzi del Paese e vogliono imporre la legge islamica". "Questo - ha spiegato - e' dannoso per le altre religioni e per la laicita' dello Stato. L'esercito, purtroppo, non ha il potere materiale per affrontare la situazione. 
Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutto il mondo, dunque, soprattutto dell'Onu".
Il caso drammatico di Asia Bibi, la donna cristiana accusata di blasfemia in Pakistan e che ha gia' rischiato la pena capitale, e' stato evocato in aula da monsignor Sebastian Francis Shaw, amministratore apostolico della diocesi di Lahore. 

Il presule ha ringraziato il Pontefice e le altre chiese per essere intervenuti per cercare di salvare Asia Bibi, vittima - ha detto - di false accuse di blasfemia, che per queste soffre in carcere "ormai da piu' di tre anni". Infine, un video anonimo tratto da Youtube sull'espansione demografica dell'islam in Europa, 'Muslim demographics', e' stato mostrato dal cardinale ghanese Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Il video avrebbe suscitato le perplessita' di diversi vescovi presenti. 

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SINODO: LA TESTIMONIANZA DI NAPOLITANO; I DUBBI DI CARRON (CL)

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 15 ott. 


Papa Benedetto XVI e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sono tra i "testimoni del nostro tempo" che hanno affidato al Centro Televisivo Vaticano la loro opinione sul contributo delle religioni all'Unione Europea, nel video "Campane d'Europa - Un viaggio nella fede attraverso l'Europa" proiettato questa sera al Sinodo. Gli altri testimoni sono il patriarca ecumenico Bartolomeo I, il patriarca di Mosca Kirill, l'arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, il vescovo luterano Huber, Hans-Gert Poettering, gia' presidente del Parlamento Europeo, Alexander Adveev, gia' ministro della Cultura della Federazione Russa, e padre Xaveir Dumortier, rettore della Pontificia Universita' Gregoriana. In aula, intanto, e' intervenuto don Julian Carron, presidente di Comunione e Liberazione, che si e' soffermato anche lui sulla sete di infinito del mondo di oggi.
"A questa attesa - ha detto don Carron - non puo' rispondere una dottrina, un insieme di regole, una organizzazione, ma piuttosto un avvenimento. Come disse don Giussani durante il Sinodo del 1987, cio' che manca non e' tanto la ripetizione verbale o culturale dell'annuncio. L'uomo di oggi attende forse inconsapevolmente l'esperienza dell'incontro con persone per le quali il fatto di Cristo e' realta' cosi' presente che la vita loro e' cambiata". 

"Tanta storia occidentale e' stata concepita come liberazione da ogni legame, anche da quelli familiari. 
La deflagrazione della famiglia appare come il problema numero uno della societa' contemporanea, anche se pochi se ne rendono conto", ha rilevato da parte sua monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. "Non cosi' la Chiesa, davvero 'esperta in umanita'', come disse Paolo VI. Noi non possiamo tacere. E non perche' conservatori o difensori di un istituto ormai desueto. 
E' in questione la stabilita' stessa della societa'". 
"La Chiesa deve diventare sempre piu' - ha sostenuto il capo dicastero - la famiglia delle famiglie, anche di quelle ferite, vivendo un reciproco movimento di dare e di avere. Si apre qui l'ampio spazio della famiglia come soggetto di evangelizzazione. Giovanni Paolo II sosteneva: 'la futura evangelizzazione dipende in gran parte dalla chiesa domestica'. 
L'esperienza ci dice che la Chiesa attrae se vive davvero in maniera familiare. E se in tanti angoli del mondo riscontriamo una infecondita' pastorale, non e' forse - si e' chiesto monsignor Paglia - perche' siamo diventati piu' istituzione che famiglia?".
"Moltissimi tra gli interventi registrati nella prima settimana di lavori pongono l'urgenza di riconoscere a Gesu' Cristo il primo posto nella vita ordinaria delle comunita' cristiane. E si avverte allo stesso tempo un senso di pentimento per le omissioni, per le colpe individuali e collettive che hanno contribuito ad appannare la fede cristiana", rileva da parte sua - in un editoriale - il vicedirettore dell'Osservatore Romano, Carlo Di Cicco. "Nello stile del Concilio Vaticano II gli interventi - conclude l'articolo - situano i lavori sinodali entro il cammino dei nostri contemporanei senza nostalgia del passato, per riuscire cosi' a portare nuovamente la luce di Dio e ritrovare. per dirla con uno dei padri sinodali, la forza propulsiva del Vangelo che sembra divenuta flebile agli occhi degli uomini d'oggi". 


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