domenica 7 ottobre 2012

Sinodo, Messa con il Papa e 400 vescovi in Piazza San Pietro. Benedetto XVI proclama dottori della Chiesa Giovanni d'Avila e Ildegarda. Il matrimonio uomo-donna è buona notizia per il mondo di oggi (Izzo)

SINODO: MESSA INIZIO CON PAPA E 400 VESCOVI IN PIAZZA S.PIETRO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 ott. 

Circa 400 vescovi tra quelli che partecipano da domani al Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione e quelli delle Conferenze Episcopali spagnola e tedesca concelebrano questa mattina con il Papa in piazza San Pietro la messa d'apertura della XIII Assemblea Ordinaria. Durante il rito sono stati proclamati "Dottori della Chiesa" il sacerdote spagnolo San Giovanni d'Avila, e la monaca tedesca santa Ildegarda di Bingen, professa dell'Ordine di San Benedetto. Benedetto XVI ha raggiunto a piedi l'altare posto sul sagrato, seguendo la processione dei concelebranti che proveniva dall'interno della Basilica Vaticana. 

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PAPA PROCLAMA DOTTORI DELLA CHIESA GIOVANNI D'AVILA E ILDEGARDA


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 7 ott. 

Nel corso della solenne celebrazione di apertura del Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione, Benedetto XVI ha conferito il titolo di dottore della Chiesa universale a san Giovanni d'Avila e santa Ildegarda di Bingen che, ha spiegato il prefetto delle Cause dei Santi, cardinale Angelo Amato nella sua monizione iniziale, "con la loro eminente dottrina, hanno contribuito all'approfondimento della conoscenza della divina Rivelazione, arricchendo il patrimonio teologico della Chiesa e procurando ai fedeli la crescita nella fede e nella carita'".
San Giovanni d'Avila (1499-1569) e' stato, ha ricordato Amato, "uno dei maestri spirituali piu' prestigiosi e consultati del suo tempo. Ricorsero alla sua sapienza per un retto orientamento di vita, fra gli altri, sant'Ignazio di Loyola, san Giovanni di Dio, san Francesco Borgia, san Tommaso di Villanova, san Pietro d'Alcantara, san Giovanni de Ribera, santa Teresa di Gesu', san Giovanni della Croce". La benedettina tedesca Ildegarda di Bingen (1098-1179), fondatrice e badessa di due monasteri, "nelle sue opere enuncia una dottrina esimia per profondita', originalita' e fedelta' al dato rivelato". "Animata da un'autentica carita' intellettuale, ella enuncia con densita' di contenuto e freschezza di linguaggio il mistero di Dio Trinita', dell'Incarnazione, della Chiesa, dell'umanita'", proclamando altresi' la piena uguaglianza delle donne e degli uomini davanti a Dio".
"Sono stati principalmente i pastori e i fedeli - ha spiegato lo stesso cardinale Amato in un'intervista all'Osservatore Romano - a sollecitare il Santo Padre a compiere questo passo". Per quanto riguarda Ildegarda di Bingen, ad esempio, una delle petizioni (1979) dei vescovi tedeschi che richiedeva con insistenza il dottorato per la santa badessa benedettina era firmata, al terzo posto, dell'allora cardinale Joseph Ratzinger. "I vescovi - ha ricordato il porporato - evidenziavano sia l'eminens doctrina sia l'attualita' del pensiero ildegardiano". "Per san Giovanni d'Avila - invece - il movimento per la promozione del suo dottorato ebbe inizio fin dalla sua canonizzazione, avvenuta nel 1970. Il titolo di maestro, attribuito tradizionalmente al santo, motivava l'ipotesi di un dottorato, promosso soprattutto dalla Conferenza episcopale spagnola. Veniva evidenziato il carisma di sapienza a lui conferito dallo Spirito Santo per il bene della Chiesa e l'influenza benefica del suo insegnamento sul popolo di Dio e soprattutto sui sacerdoti".
L'ultima proclamazione di un dottore della Chiesa ebbe luogo nel 1997 con Teresa di Lisieux, una nostra quasi contemporanea. 

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PAPA: MATRIMONIO UOMO-DONNA E' BUONA NOTIZIA PER MONDO D'OGGI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 7 ott. 

"Il matrimonio, costituisce in se stesso un Vangelo, una Buona Notizia per il mondo di oggi, in particolare per il mondo scristianizzato". Lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia pronunciata questa mattina in piazza San Pietro per la celebrazione d'apertura del Sinodo sulla nuova evangelizzazione, che ha officiato con circa 400 vescovi. "L'unione dell'uomo e della donna, il loro diventare 'un'unica carne' nella carita', nell'amore fecondo e indissolubile, e' segno - ha detto il Papa - che parla di Dio con forza, con una eloquenza che ai nostri giorni e' diventata maggiore, perche' purtroppo, per diverse cause, il matrimonio, proprio nelle regioni di antica evangelizzazione, sta attraversando una crisi profonda".
Per il Papa teologo, "non e' un caso" la coincidenza della crisi della fede con quella del matrimonio. "Il matrimonio - ha spiegato nella sua omelia - e' legato alla fede, non in senso generico. Il matrimonio, come unione d'amore fedele e indissolubile, si fonda sulla grazia che viene dal Dio Uno e Trino, che in Cristo ci ha amati d'amore fedele fino alla Croce". "Oggi - si e' chiesto - siamo in grado di cogliere tutta la verita' di questa affermazione, per contrasto con la dolorosa realta' di tanti matrimoni che purtroppo finiscono male". Dunque, ha sottolineato Benedetto XVI, "c'e' un'evidente corrispondenza tra la crisi della fede e la crisi del matrimonio. E, come la Chiesa afferma e testimonia da tempo, il matrimonio e' chiamato ad essere non solo oggetto, ma soggetto della nuova evangelizzazione".
Questo - ha rilevato il Pontefice - si verifica gia' in molte esperienze, legate a comunita' e movimenti, ma si sta realizzando sempre piu' anche nel tessuto delle diocesi e delle parrocchie, come ha dimostrato il recente Incontro Mondiale delle Famiglie".
In proposito, il Papa ha citato l'espressione contenuta nel Libro della Genesi e ripresa da Gesu' stesso: "Per questo l'uomo lascera' suo padre e sua madre e si unira' a sua moglie, e i due saranno un'unica carne". "Che cosa dice oggi a noi questa Parola?", si e' chiesto. "Mi sembra - ha concluso - che ci inviti a renderci piu' consapevoli di una realta' gia' nota ma forse non pienamente valorizzata".

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