giovedì 18 ottobre 2012

Sinodo. Don Perini: le parrocchie hanno una forza incredibile, ma devono svegliarsi


Sinodo. Don Perini: le parrocchie hanno una forza incredibile, ma devono svegliarsi 

Uno dei temi ricorrenti in questi giorni di dibattito al Sinodo dedicato alla Nuova Evangelizzazione è quello della riscoperta della parrocchia come luogo privilegiato per un nuovo annuncio del Vangelo. Porta in assemblea la sua esperienza in proposito don Piergiorgio Perini, presidente dell'Organismo Internazionale di Servizio per le Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione. Fabio Colagrande lo ha intervistato: 

R. - Abbiamo avuto tante testimonianze di difficoltà, di tristezza, di fallimenti. Io posso portare una parola di speranza, anche quando la situazione degenera, fino al punto della sconfitta totale. Anche allora, se si dà spazio allo Spirito Santo, le cose non solo si aggiustano, ma si mettono effettivamente al positivo. L’elemento più significativo nella Nuova Evangelizzazione, è lo Spirito Santo - come dice anche Papa Giovanni Paolo II e Paolo VI - è l’elemento più importante per la Nuova Evangelizzazione. Senza Spirito Santo si batte l’aria, non si costruisce niente; per poter sperimentare la gioia di una costruzione nuova, dobbiamo dare spazio allo Spirito Santo. 

D. - In aula, in questi giorni, si è parlato della necessità di far tornare le parrocchie luoghi privilegiati, per la Nuova Evangelizzazione. Per la sua esperienza, quanto è importante questo aspetto?

R. - Si è parlato di tantissimi argomenti, tutti interessanti, ma per me il cuore della situazione negativa, sta nel fatto che la parrocchia non si sveglia. È una forza incredibile quella che abbiamo attraverso le parrocchie, una forza che può risolvere infinite situazioni di difficoltà. Ma, se non ci si decide a dare spazio alla parrocchia, perché si svegli, perché esca dalla sua tranquilla, pacifica vita ordinaria e non bruci dell’azione e dell’impegno per la Nuova Evangelizzazione, si fa un lavoro inutile. 

D. - Si è detto anche che le parrocchie non possono essere semplici luoghi di servizio. Cosa significa questo?

R. - Questo significa che la parrocchia ha in sé una vitalità, una capacità di orientare il cristiano e la comunità intera che non sempre viene sfruttata. Io, nella mia esperienza, posso dire che molte parrocchie che hanno seguito il metodo di evangelizzazione, attraverso le cellule parrocchiali, hanno cambiato faccia, una novità totale. Perché, cambia il pastore, è il cuore del pastore che finalmente mette a fuoco che il suo compito primario, fondamentale, è quello di essere annunciatore del Vangelo e di creare altri annunciatori, attraverso l’opera che lui compie sui laici. 

D. - Le parrocchie devono fare rete: questo è un altro elemento che è emerso dal Sinodo, è importante?

R. - Anche questo è molto importante, il collegamento tra le parrocchie, in modo che ci siano momenti anche d’incoraggiamento reciproco, di verifica e costruzione. Questo è importantissimo, perché nessuno deve sentirsi isolato o solo, a lottare contro il male e a perseguire il bene.

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