sabato 13 ottobre 2012

Robert Spaemann: un Anno della fede per ridare forza anche alla ragione (Radio Vaticana)



Robert Spaemann: un Anno della fede per ridare forza anche alla ragione 

Giovedì scorso, al termine della Messa di apertura per l'Anno della fede, il Papa ha consegnato i Messaggi all’umanità del Concilio Vaticano II a varie personalità. A rappresentare gli intellettuali e scienziati, tra gli altri, il filosofo e teologo tedesco Robert Spaemann, amico di Benedetto XVI. Padre Bernd Hagenkord lo ha intervistato:   

D. - Uno dei temi più importanti di Benedetto XVI è il legame tra fede e ragione: si può dire, dunque, che l'Anno della fede è anche un anno della ragione?

R. – „Ich glaube ja. Ein Mensch muss letzten Endes mit sich im…

Penso di sì. Una persona deve essere, in ultima analisi, coerente con la sua ragione, e se la sua ragione e la sua fede gli dicono qualcosa di opposto, questo significa che c’è qualcosa che non va. Non può costringersi ad una alternativa al ribasso: “o la fede o la ragione”, ma deve cercare di trovare una unità. L'apostolo Paolo definisce la fede “rationabile obsequium”, ovvero un'obbedienza ragionevole. Lo scientismo di oggi indebolisce la ragione fino a dire che non è capace di raggiungere la verità. Così oggi l'ultima parola dovrebbe essere quella del relativismo che in realtà è incapace di vedere la verità. Ora, paradossalmente, è chi ha fede che oggi difende le capacità della ragione. Se oggi trovate qualcuno che afferma con forza la capacità della ragione di raggiungere la verità, allora si può quasi essere certi che si tratti di un cattolico.

D. – Dunque la fede è grande amica della ragione. Allora la ragione ha bisogno di Dio e della fede?

R. – „Ja. Ich glaube ja. Da wo Gott geleugnet wird…

Sì, è così. Perché dove Dio è negato, alla fine anche la ragione è negata.

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