giovedì 18 ottobre 2012

La storia del padre gesuita Giacomo Berthieu, martire in Madagascar. Domenica sarà canonizzato


La storia del padre gesuita Giacomo Berthieu, martire in Madagascar. Domenica sarà canonizzato 

Padre Giacomo Berthieu fu un sacerdote gesuita innamorato di Dio e della sua gente malgascia. Venne ucciso per la sua fede nel 1896 in un piccolo villaggio del Madagascar. Domenica il Papa lo canonizzerà in Piazza San Pietro. Di questa figura Benedetta Capelli ha parlato con il postulatore della sua causa, padre Anton Witwer: 

R. - E’ sempre rimasto fedele alla fede ed è sempre rimasto fedele alla gente cristiana di quell’ambiente: voleva veramente stare con la gente malgascia, voleva riuscire ad aiutarla a rimanere fedele alla fede. 

D. - Un esempio che, secondo lei, ha dato frutti nella terra del Madagascar?

R. - Sì, certamente. E questa è sempre stata una caratteristica della sua persona: sin dall’inizio si è sempre sentito attratto dalla gente semplice, dalla gente povera, dalla gente che più aveva bisogno. Proprio questo ha fatto maturare anche in lui la sua vocazione missionaria: prima di entrare nella Compagnia di Gesù è stato per dieci anni sacerdote diocesano. Questo suo amore per la gente, questo suo desiderio di annunciare Gesù Cristo lo ha portato nella missione. Era una persona molto semplice, molto umile e ha cercato di fare di tutto per far comprendere alla gente che Dio ci è vicino: Dio, Gesù Cristo, è vicino alla persona semplice, povera, malata.

D. - La sua fu una morte molto violenta… 

R. - Questo è vero. Tutta la sua vita è stata una preparazione al suo martirio: era disposto a offrire la sua vita per gli altri e questo per testimoniare Gesù Cristo. Quando i gruppi di Menalamba, che volevano estirpare la fede cristiana dal Paese, lo trovarono e lo presero immediatamente, non appena videro il Crocifisso che portava al collo, gli dissero: “Ecco il tuo amuleto: è di questo che ti servi per traviare la gente?”. E la sua risposta fu: “Continuerò ancora a pregare e a far pregare per te!”.

D. - Siamo nell’Anno della Fede: questo nuovo santo può essere un emblema per la nuova evangelizzazione?

R. - Sì, perché la sua testimonianza è veramente una testimonianza di fede, perché la fede è espressione dell’amore per il prossimo e per Dio. 

D. - C’è un episodio particolare della vita del nuovo santo che è, per lei, emblematico?

R. - Per motivi politici, in alcuni periodi, doveva lasciare la gente malgascia e andare a lavorare fra i soldati francesi: in lui c’era sempre il profondo desiderio di tornare, quanto prima possibile, tra la sua gente, per confortarla, per assicurarsi che potesse vivere pienamente la fede cristiana.

© Copyright Radio Vaticana

Nessun commento: