mercoledì 31 ottobre 2012

Il Papa celebra i 500 anni degli affreschi di Michelangelo: per chi ha fede la Sistina è ancora più bella (Izzo)

PAPA: CELEBRA NELLA SISTINA 500 ANNI AFFRESCHI DI MICHELANGELO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 31 ott. 

"Quella sera Michelangelo gli aveva presentato la volta affrescata, che ancora oggi possiamo ammirare, con lo stesso stupore di allora". Con queste parole il cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato vaticano ha rievocato, accogliendo Papa Ratzinger nella Sistina, la celebrazione del 31 ottobre 1512, quando Michelangelo disvelo' la straordinaria Volta della Sistina. "Siamo profondamente grati a Vostra Santita', che ha voluto rinnovare questa sera il gesto di Papa Giulio II della Rovere, il quale, cinquecento armi or sono, celebro' i primi vespri della Solennita' di Tutti i Santi in questa Cappella Sistina", ha detto il porporato salutando il Pontefice prima del rito. 

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PAPA: PER CHI HA FEDE LA SISTINA E' ANCORA PIU' BELLA


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 31 ott. 

"La Sistina e', per sua natura, un'aula liturgica, ed e' come se, durante l'azione liturgica, tutta questa sinfonia di figure prendesse vita, in senso certamente spirituale, ma inseparabilmente anche estetico". Lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia pronunciata questa sera in occasione della celebrazione per i 500 anni degli affreschi michelangioleschi. Secondo il Papa, infatti, "la Cappella Sistina, contemplata in preghiera, e' ancora piu' bella, piu' autentica; si rivela in tutta la sua ricchezza". 
Infatti, "la percezione della forma artistica e' un atto tipicamente umano e, come tale - dunque - coinvolge i sensi e lo spirito".
Entrando nella Sistina, ha continuato il Pontefice, "il nostro sguardo si leva al Giudizio finale michelangiolesco, dove lo sfondo azzurro del cielo, richiamato nel manto della Vergine Maria, dona luce di speranza all'intera visione, assai drammatica, ma stasera la nostra attenzione va principalmente al grande affresco della volta, che Michelangelo, per incarico di Giulio II, realizzo' in circa quattro anni, dal 1508 al 1512". 
Da questo immenso affresco, "piu' di mille metri quadrati di intonaco, e possiamo immaginare che l'effetto prodotto su chi per la prima volta la vide compiuta dovette essere davvero impressionante", secondo il Pontefice (che ha citato in proposito la celebre metafora del Wolfflin) "e' precipitato sulla storia dell'arte italiana ed europea qualcosa di paragonabile a un "violento torrente montano portatore di felicita' e al tempo stesso di devastazione: nulla rimase piu' come prima". 
E se Giorgio Vasari, in un famoso passaggio delle Vite, scrive in modo molto efficace: "Questa opera e' stata ed e' veramente la lucerna dell'arte nostra, che ha fatto tanto giovamento e lume all'arte della pittura, che ha bastato a illuminare il mondo", Papa Benedetto questa sera nella Sistina ha esaltato "il sapiente uso del colore ricco di contrasti, e il movimento che anima il capolavoro michelangiolesco", affermando pero' che ad essere davvero decisiva e' la luce che percorre la grande Volta: "e' la luce di Dio - ha spiegato - quella che illumina questi affreschi e l'intera Cappella Papale. Quella luce che con la sua potenza vince il caos e l'oscurita' per donare vita: nella creazione e nella redenzione". 
"La Cappella Sistina narra questa storia di luce, di liberazione, di salvezza, parla del rapporto di Dio con l'umanita'", ha poi concluso, confidando a cardinali e vescovi della Curia Romana, riuniti per i vespri, che "pregare stasera in questa Cappella, avvolti dalla storia del cammino di Dio con l'uomo, mirabilmente rappresentata negli affreschi che ci sovrastano e ci circondano, e' un invito alla lode, un invito ad elevare al Dio creatore, redentore e giudice dei vivi e dei morti, con tutti i Santi del Cielo, le parole del cantico dell'Apocalisse: 'Amen, alleluia. Lodate il nostro Dio, voi tutti suoi servi, voi che lo temete, piccoli e grandi! Alleluia. Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo a Lui gloria". 

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