domenica 7 ottobre 2012

Il Papa apre il Sinodo dei Vescovi e proclama due nuovi 'dottori della Chiesa' (Ansa)

Il Papa apre il Sinodo dei Vescovi e proclama due nuovi 'dottori della Chiesa'

'Il matrimonio indissolubile uomo-donna e' voluto da Dio'

CITTA' DEL VATICANO 

Benedetto XVI, prima della messa in Piazza San Pietro per l'apertura del Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione, ha solennemente proclamato i santi Giovanni d'Avila (1499-1569), spagnolo, e Ildegarda di Bingen (1098-1179), tedesca, nuovi ''dottori della Chiesa''. Dopo la lettura delle biografie dei sue santi, guidata dal cardinale Angelo Amato, prefetto per le Cause dei Santi, il Papa ha pronunciato la solenne formula: ''Noi accogliendo il desiderio di molti Fratelli nell'episcopato e di molti fedeli del mondo intero, dopo aver avuto il parere della Congregazione delle Cause dei Santi, dopo aver lungamente riflettuto e avendo raggiunto un pieno e sicuro convincimento, con la pienezza dell'autorita' apostolica dichiariamo San Giovanni d'Avila, sacerdote diocesano, e Santa Ildegarda di Bingen, monaca professa dell'Ordine di San Benedetto, Dottori della Chiesa universale''. Con Giovanni d'Avila e Ildegarda di Bingen, i ''dottori della Chiesa'' sono ora 35, tra cui quattro donne. L'ultimo ''dottore'' ad essere proclamato era stata Santa Teresa di Lisieux, da Giovanni Paolo II, nel 1997.
''La Chiesa esiste per evangelizzare'', ha detto il Papa, che si e' soffermato sul ''rinnovato dinamismo dell'attivita' evangelizzatrice della Chiesa'' in ''determinati periodi storici''. ''Anche nei nostri tempi - ha proseguito - lo Spirito Santo ha suscitato nella Chiesa un nuovo slancio per annunciare la Buona Notizia, un dinamismo spirituale e pastorale che ha trovato la sua espressione piu' universale e il suo impulso piu' autorevole nel Concilio Ecumenico Vaticano II''. Secondo il Pontefice, ''tale rinnovato dinamismo dell'evangelizzazione produce un benefico influsso sui due 'rami' specifici che da essa si sviluppano, vale a dire, da una parte, la 'missio ad gentes', cioe' l'annuncio del Vangelo a coloro che ancora non conoscono Gesu' Cristo e il suo messaggio di salvezza; e, dall'altra parte, la nuova evangelizzazione, orientata principalmente alle persone che, pur essendo battezzate, si sono allontanate dalla Chiesa, e vivono senza fare riferimento alla prassi cristiana''. L'Assemblea sinodale che oggi si apre, ha spiegato ancora Benedetto XVI, ''e' dedicata a questa nuova evangelizzazione, per favorire in queste persone un nuovo incontro con il Signore, che solo riempie di significato profondo e di pace l'esistenza; per favorire la riscoperta della fede, sorgente di Grazia che porta gioia e speranza nella vita personale, familiare e sociale''. ''Ovviamente - ha aggiunto -, tale orientamento particolare non deve diminuire ne' lo slancio missionario in senso proprio, ne' l'attivita' ordinaria di evangelizzazione nelle nostre comunita' cristiane. In effetti, i tre aspetti dell'unica realta' di evangelizzazione si completano e fecondano a vicenda''.
''Con questa solenne concelebrazione inauguriamo la 13/a assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che ha per tema: 'La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana'. Questa tematica risponde ad un orientamento programmatico per la vita della Chiesa, di tutti i suoi membri, delle famiglie, delle comunita', delle sue istituzioni''. Cosi' Benedetto XVI ha iniziato l'omelia della messa da lui presieduta in Piazza San Pietro per l'apertura del Sinodo. ''E tale prospettiva - ha aggiunto - viene rafforzata dalla coincidenza con l'inizio dell'Anno della fede, che avverra' giovedi' prossimo 11 ottobre, nel 50/o anniversario dell'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II''.
Il matrimonio come ''unione dell'uomo e della donna'', come ''unione d'amore fedele e indissolubile'', ''si fonda sulla grazia che viene dal Dio Uno e Trino'', e oggi ''c'e un'evidente corrispondenza tra la crisi della fede e la crisi del matrimonio'', ha detto il Papa nella messa.
''Affidiamo a Dio i lavori dell'Assise sinodale nel sentimento vivo della comunione dei Santi, invocando in particolare l'intercessione dei grandi evangelizzatori, tra i quali vogliamo con grande affetto annoverare il Beato Giovanni Paolo II, il cui lungo pontificato e' stato anche esempio di nuova evangelizzazione'', ha affermato Benedetto XVI al termine dell'omelia.
I santi ''sono i veri protagonisti dell'evangelizzazione in tutte le sue espressioni'', ha detto il Papa. E sono anche ''i pionieri e i trascinatori della nuova evangelizzazione'', perche', ''con la loro intercessione e con l'esempio della loro vita'', ''mostrano alle persone indifferenti o addirittura ostili la bellezza del Vangelo e della comunione in Cristo'', e ''invitano i credenti, per cosi' dire, tiepidi, a vivere con gioia di fede, speranza e carita', a riscoprire il 'gusto' della Parola di Dio e dei Sacramenti''.  Il Papa si e' soffermato in particolare sulle figure dei due nuovi ''dottori della Chiesa'' proclamati oggi. ''San Giovanni di Avila visse nel secolo XVI - ha detto -. Profondo conoscitore delle Sacre Scritture, era dotato di ardente spirito missionario. Seppe penetrare con singolare profondita' i misteri della Redenzione operata da Cristo per l'umanita'. Uomo di Dio, univa la preghiera costante all'azione apostolica. Si dedico' alla predicazione e all'incremento della pratica dei Sacramenti, concentrando il suo impegno nel migliorare la formazione dei candidati al sacerdozio, dei religiosi e dei laici, in vista di una feconda riforma della Chiesa''. Santa Ildegarda di Bingen, ''importante figura femminile del secolo XII, ha offerto il suo prezioso contributo per la crescita della Chiesa del suo tempo, valorizzando i doni ricevuti da Dio e mostrandosi donna di vivace intelligenza, profonda sensibilita' e riconosciuta autorita' spirituale. Il Signore la doto' di spirito profetico e di fervida capacita' di discernere i segni dei tempi''. ''Ildegarda - ha aggiunto il Papa - nutri' uno spiccato amore per il creato, coltivo' la medicina, la poesia e la musica. Soprattutto conservo' sempre un grande e fedele amore per Cristo e per la Chiesa''. 

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