mercoledì 3 ottobre 2012

Gabriele: No complici. Ma fa sette nomi, pure cardinali

Vaticano/ Maggiordomo: No complici. Ma fa 7 nomi, pure cardinali


"Ero suggestionato da ambiente, ma non hanno collaborato con me"

Città del Vaticano, 2 ott. (TMNews)

Il maggiordomo del Papa ha affermato di aver agito senza complici, nella deposizione dell'odierna udienza nel processo Vatileaks. Paolo Gabriele, che si è dichiarato "innocente" dell'accusa di furto aggravato dei documenti riservati della Santa Sede, ha però fatto i nomi di sette persone che lo avrebbero "suggestionato": il dottor Mauriello, Luca Catano ("che sapeva cose relative al comandante della gendarmeria Domenico Giani"), e poi i cardinali Angelo Comastri, Paolo Sardi, monsignor Francesco Cavina e l'ex governante di Ratzinger Ingrid Stampa.
Nel corso dell'interrogatorio, Gabriele, su richiesta del pm Nicola Picardi ha dapprima confermato alcuni nomi che aveva fatto nel corso dell'istruttoria. In particolare, ha spiegato di aver consegnato una copia dei documenti riservati che aveva raccolto al suo confessore, "padre Giovanni". Poi ha confermato di aver raccolto informazioni sulla gendarmeria vaticana dal "dottor Mauriello" e da "Luca Catano", membro della confraternita dei santi Pietro e Paolo, che gli era stato presentato da un amico di liceo, Enzo Vangeli, e che gli era sembrato "molto addentro" alle questioni della gendarmeria, tanto da scambiarlo per un magistrato, e con cui aveva poi stretto "amicizia". "Sapeva delle cose riguardanti il comandante Giani e mi ha consegnato l'articolo 'Napoleone in Vaticano'" poi finita nel libro di Gianluigi Nuzzi 'Sua Santità'. "Posso precisare - ha detto - che era un momento particolare nella gendarmeria e i gendarmi erano sconcertati per il trattamento poco corretto nei confronti del cappellano".

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