sabato 20 ottobre 2012

Domani il Papa farà santi due martiri, una squaw e padre Piamarta (Izzo)

PAPA: DOMANI FARA' SANTI DUE MARTITI, UNA SQUAW E PADRE PIAMARTA 
Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 20 ott. 

Padre Giacomo Berthieu era un gesuita innamorato di Dio e del popolo malgascio: venne ucciso per la sua fede nel 1896, in un piccolo villaggio del Madagascar. Lo stesso destino toccato due secoli prima, nel 1672, a Pietro Calungsod,  laico catechista, originario delle Filippine e morto martire a 18 anni nell'Arcipelago delle Marianne. Domani saranno entrambi canonizzati da Benedetto XVI in piazza San Pietro, insieme a Caterina Tekakwitha, una giovane squaw, cioe' un'indiana d'America. Di padre irochese e di madre cristiana algonchina -  una coppia mista nella prima era del colonialismo occidentale in America del Nord - la ragazza era nata nel 1656 nella localita' oggi statunitense di Auriesville, ed e' morta in Canada a soli 24 anni: il suo nome spicca nell'elenco che raggruppa le sette figure di "testimoni" che il Papa ha deciso di proporre alla venerazione della Chiesa all'inizio dell'Anno della Fede. Davanti ai 262 vescovi di tutto il mondo riuniti in Vaticano per il Sinodo, diventera' cosi' la prima santa pellerossa della storia.  
Nella stessa cerimonia sara' elevata dal Papa  alla gloria piu' alta anche la religiosa spagnola Maria Carmen Salles y Barangueras: nata a Burgos nel 1892. Mori' nel 1911 dopo aver operato - direttamente o attraverso le sue discepole - per l'autentica promozione umana e spirituale delle donne in tutti i 5 Continenti. 
Davanti alla realta' delle prostitute e delle detenute, nacque in lei l'idea che per salvare le giovani da questi sventurati destini avrebbe dovuto prepararle sin dal principio, come dal principio era era stata preservata dal peccato Maria Immacolata.  Cosi' diede vita alle suore concezioniste missionarie dell'insegnamento, la cui vocazione e' contribuire a realizzare quel sogno di donna che Dio aveva nel preparare Maria, e cioe', in concreto, aiutare le ragazze a crescere nel mondo, nella societa', nel lavoro e nella famiglia.
Nell'elenco dei nuovi santi che il Pontefice tedesco proclamera' domani, ci sono anche due sue connazionali: Barbara Cope, suora del Terz'Ordine di San Francesco di Syracuse, meglio conosciuta come "Madre Marianna di Molokai", dal nome del famigerato lebbrosario delle Hawai, dove si dedico' coraggiosamente ai malati e  mori' nel 1918, e Anna Schaffer, laica bavarese testimone dell'amore di Cristo dal letto di sofferenza morta nel 1925. Infine sara' santo domani pure il sacerdote bresciano Giovanni Piamarta. 
"Padre Piamarta e' stato - afferma l'Osservatore Romano - la personalita' piu' popolare di Brescia a cavallo tra il 1800 e il 1900". 
Educatore, benefattore, editore, promosse la vita consacrata con la fondazione di congregazioni religiose - in particolare la Sacra Famiglia di Nazareth, con il fine speciale della cristiana educazione dei figli del popolo al mondo del lavoro, e della Congregazione delle Suore Umili Serve del Signore -  dimostrando, sottolinea il giornale della Santa Sede, "una acuta sensibilita' nel confronto con le domande del suo tempo, alle quali ha dato delle risposte evangeliche creative e in gran parte valide anche per il nostro tempo".
Era nato suddito dell'Austria, nel 1841, cioe' fra il terribile colera del 1836 e le drammatiche dieci giornate del 1849, dunque fu testimone del passaggio della Lombardia alla nuova Italia, ed entro' in quel periodo in contatto con le grandi personalita' del movimento cattolico bresciano, quali Giuseppe Tovini e Giorgio Montini, che vedono nelle nuove situazioni non solo delle crisi, ma anche delle opportunita' per la presenza cristiana. Dopo aver dato inizio alla celebre colonia agricola di Remedello, constatando che la poverta' piu' insidiosa e' quella del sottosviluppo culturale, specie in materia religiosa, fondo' anche l'Editrice Queriniana. 
"Quello che colpiva e colpisce di piu' in lui - racconta il suo successore di oggi alla guida dei  religiosi della Santa Famiglia, padre Pier Giordano Cabra -  era il tempo dedicato alla preghiera, tempo strappato al sonno delle ore mattutine, poco meno o poco piu' di tre ore, prima di iniziare l'intenso lavoro della lunga giornata, nella quale doveva interessarsi di tutto: dai problemi economici a quelli organizzativi, dall'educazione alla direzione spirituale, dalle officine all'agricoltura, dal vitto dei suoi ragazzi alla copiosa corrispondenza, dall'aggiornamento alla predicazione, dalla scuola ai creditori".
Secondo padre Cabra, "non e' che Piamarta fosse di natura molto  dolce, ma lavoro' assai per ordinare e orientare il suo carattere. piuttosto impetuoso". A chi gli chiedeva quale fosse il fondamento della sua famiglia religiosa, il padre rispondeva senza tentennamenti: la carita'. E aggiungeva di aver fatto suo il programma di S. Agostino: "In dubiis libertas, in necessariis unitas, in omnibus caritas".
Lo spirito di famiglia - cioe' - deve caratterizzare non solo la convivenza dei religiosi, ma anche lo stile dell'educazione. 

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