martedì 9 ottobre 2012

Apertura del Sinodo, in piazza San Pietro un'assemblea universale (O.R.)


In piazza San Pietro un'assemblea universale

Sono giunti da ogni parte del mondo in rappresentanza delle comunità cristiane sparse nei cinque continenti. Circa cinquecento tra patriarchi, cardinali, vescovi e sacerdoti hanno concelebrato con il Papa la messa per l'apertura della tredicesima assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che registra la più alta partecipazione di padri nella storia di tutte le convocazioni sinodali.

Intorno a Benedetto XVI, domenica mattina 7 ottobre, in piazza San Pietro, si sono stretti quarantotto cardinali, tra i quali Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, insieme a duecento tra arcivescovi e vescovi e centinaia di sacerdoti e religiosi, per dare avvio all'assemblea, dedicata al tema «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana».
In questa domenica, che cade a pochi giorni dall'inizio dell'Anno della fede nel cinquantesimo anniversario dell'apertura del concilio ecumenico Vaticano II, il Pontefice ha proclamato anche due nuovi dottori della Chiesa: san Giovanni d'Ávila e santa Ildegarda di Bingen. Una «coincidenza fortuita» o «eleganza della divina provvidenza», come l'ha definita il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, in un'intervista al nostro giornale, evidenziando che la proclamazione va incontro alle esplicite richieste dell'episcopato spagnolo e tedesco (tra i presuli firmatari della «Supplica» inviata nel 1979 a Giovanni Paolo II figura anche il cardinale Joseph Ratzinger, arcivescovo di Monaco e Frisinga).
La concelebrazione è iniziata con il canto delle Laudes Regiae intonato dalla Cappella Sistina, diretta dal maestro Massimo Palombella, e dal coro Mater Ecclesiae. Dopo la lunga processione introitale, il Pontefice ha preso posto sulla cattedra collocata sul sagrato della basilica. Il cardinale Amato, accompagnato dai due postulatori -- María Encarnación González, per Giovanni d'Ávila, e la badessa Clementia Killewald, per Ildegarda -- ha rivolto al Papa la peroratio, nella quale ha sottolineato che «i due santi per i quali si chiede oggi a Vostra Santità di attribuire il titolo di dottori della Chiesa universale, si distinguono non solo per la coerente relazione tra il loro pensiero e la loro vita, ma anche per la ricerca di un'armoniosa convergenza tra la cultura della loro epoca e il mistero di Cristo, rivelatore di Dio e salvatore dell'uomo». Il porporato ha poi affermato come in san Giovanni e in santa Ildegarda, «pur nella differenza dei loro contesti, l'umanesimo realizza il più alto e nobile significato di preparatio evangelica, vera antifona a Colui che è armonia del Padre e cantico nuovo dell'universo redento». Il cardinale ha anche messo in luce l'attualità della dottrina dei due santi, che «sono in grado ancora oggi di una instancabile e feconda ricerca della verità» ed «emanano un vivo splendore anche nel nostro tempo».
Quindi il Papa ha pronunciato la formula con la quale ha iscritto i due santi nell'albo dei dottori della Chiesa: «Noi -- ha detto -- accogliendo il desiderio di molti fratelli nell'Episcopato e di molti fedeli del mondo intero, dopo aver avuto il parere della Congregazione delle Cause dei Santi, dopo aver lungamente riflettuto e avendo raggiunto un pieno e sicuro convincimento, con la pienezza dell'autorità apostolica dichiariamo san Giovanni d'Ávila, sacerdote diocesano, e santa Ildegarda di Bingen, monaca professa dell'ordine di san Benedetto, dottori della Chiesa universale».
Terminato il rito della proclamazione, ha avuto inizio la concelebrazione eucaristica. La prima lettura, tratta dal Libro della Genesi, è stata letta dalla spagnola Lydia Jimenez González, la seconda, tratta dalla Lettera agli Ebrei, dal tedesco Thomas Soding. Il brano del Vangelo secondo Marco è stato proclamato in latino da Andrew Dalton. Alle intenzioni di preghiera si è pregato in inglese per la Chiesa di Dio, in portoghese per il Papa e i padri sinodali, in francese per le necessità della vita umana, in russo per i predicatori e i teologi, in olandese per gli uomini di cultura, per gli scienziati e i medici.
Insieme con il Pontefice sono saliti all'altare per la preghiera eucaristica i cardinali John Tong Hon, Francisco Robles Ortega, Laurent Monsengwo Pasinya, presidenti delegati del Sinodo, Donald William Wuerl, relatore generale, Antonio María Rouco Varela, arcivescovo di Madrid e presidente della Conferenza episcopale spagnola, gli arcivescovi Nikola Eterović, e Pierre-Marie Carré, rispettivamente segretario generale e segretario speciale del Sinodo, e Robert Zollitsch, arcivescovo di Freiburg im Breisgau e presidente della Conferenza episcopale tedesca.
Hanno assistito al rito ventotto cardinali e numerosi presuli e prelati della Curia Romana. Tra questi, l'arcivescovo Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, i monsignori Peter Bryan Wells, assessore, Ettore Balestrero, sotto-segretario per i rapporti con gli Stati, e Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura della Casa Pontificia. Il Papa era giunto in piazza San Pietro accompagnato dagli arcivescovi Félix del Blanco Prieto, elemosiniere, e James Michael Harvey, prefetto della Casa Pontificia, dai monsignori Georg Gänswein, suo segretario particolare, e Alfred Xuereb, della segreteria particolare, e dal medico personale, Patrizio Polisca.
Tra le numerose personalità presenti, alcuni delegati fraterni all'assemblea sinodale: l'arcivescovo finlandese Leo, del patriarcato ecumenico, il vescovo Gevorg, della Chiesa apostolica armena, il vescovo Sarah F. Davis, vice presidente del Consiglio metodista mondiale, e il reverendo Timothy George, dell'Alleanza mondiale battista. Erano anche presenti padre Antonij, del patriarcato di Mosca, e Thomas Schirrmacher, dell'Alleanza evangelica mondiale.
Nella delegazione proveniente dalla Spagna erano Soraya Sáenz de Santamaría, vice primo ministro, e María Dolores de Cospedal García, presidente della giunta delle comunità di Castilla - La Mancha. La delegazione tedesca era composta dal borgomastro di Bingen, Thomas Feser, e da alcuni abati e monache benedettine. Era presente anche il direttore del nostro giornale.

(©L'Osservatore Romano 8-9 ottobre 2012)

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