venerdì 12 ottobre 2012

Al centro del Sinodo anche gli abusi: vanno riconosciuti (Radio Vaticana). Domanda: dov'erano i padri sinodali nel 2010? (R.)

Mi domando dove fossero i padri sinodali nel 2010 quando Benedetto XVI fu lasciato da solo a fronteggiare una ignobile campagna stampa. Ben venga la consapevolezza della piaga degli abusi ma giunge in ritardo visto che, ormai, Joseph Ratzinger ha praticamente risolto il problema.
R.

AI centro del Sinodo anche gli abusi: vanno riconosciuti. Appello per la Nigeria: la religione non sia strumentalizzata 

Vicinanza e solidarietà alla Nigeria, con l’auspicio che la religione non venga manipolata dalla politica, ma sia uno strumento di pace. Questo il pensiero espresso stamani dal Sinodo dei Vescovi, in corso in Vaticano sul tema della nuova evangelizzazione. All’ordine del giorno, anche lo scandalo degli abusi sessuali che, afferma l’Assemblea, non bisogna temere di riconoscere. Al termine della mattinata, nell’atrio dell’Aula Paolo VI, Benedetto XVI ha pranzato con i Padri Sinodali ed alcuni Padri conciliari. Presenti anche il Patriarca ecumenico Bartolomeo I e l’arcivescovo di Canterbury, l’anglicano Rowan Williams. Nel pomeriggio, i lavori in Aula riprenderanno con l’intervento di Verner Arber, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze e premio Nobel per la medicina nel 1978. Il servizio di Isabella Piro:

Una preghiera per la Nigeria, in particolare per il Nord del Paese, scenario di numerosi e prolungati scontri: si apre così la settima Congregazione generale del Sinodo dei Vescovi. I presuli esprimono vicinanza e solidarietà alla Chiesa nigeriana che da tempo si adopera per promuovere la pace e la giustizia, con la speranza la religione non venga manipolata a scopo politico o dai singoli gruppi, ma possa essere davvero uno strumento di riconciliazione. 

Poi, lo sguardo dell’Assemblea episcopale si sofferma sullo scandalo degli abusi sessuali. Non bisogna aver paura di riconoscerli, dicono i vescovi, anzi: la nuova evangelizzazione non dimentichi le vittime di tali abusi, ma le ascolti, cercando di comprenderne il dolore e la sfiducia. Ciò che occorre, continuano i presuli, è creare ambienti sani per i bambini ed i più vulnerabili. E per farlo, serve un cambiamento nella mentalità e nelle strutture della Chiesa, insieme ad un maggior coinvolgimento delle donne. 

Altro tema particolarmente sentito dall’Assemblea episcopale è quello del sacerdozio: crisi della fede e crisi della vocazione sono collegate, dicono i vescovi, forse anche a causa della Chiesa stessa che non si appassiona più come una volta alla predicazione di Cristo. La scelta vocazionale non può essere di comodo, ma deve essere un’opzione preferenziale per Cristo: se il messaggio del Vangelo non è più attraente per i fedeli è forse perché non lo è più per i sacerdoti stessi, ipotizza il Sinodo. 

Il pensiero dei vescovi va, quindi, ai più poveri, anche a quelli nello spirito, discriminati dalla società per razza, genere, casta. Oggi che l’asse della cristianità si sta spostando sempre più verso i Paesi in via di sviluppo, evidenziano i presuli, l’attenzione per gli emarginati deve essere il primo punto dell’agenda della nuova evangelizzazione. 

E ancora: il Sinodo affronta il tema del rapporto tra scienza e fede, ribadendo che esse sono distinte, ma non contrapposte, poiché unico è il loro oggetto, ossia l’essere umano. Indispensabile, perciò, un dialogo reciproco scevro di arroganza e di confusione dei rispettivi approcci.
Nello stesso contesto, l’Assemblea episcopale affronta l’emergenza educativa: oggi, le scuole e le università, soprattutto quelle cattoliche, sono sempre più sottomesse al controllo dello Stato, che impone la sua visione attraverso i programmi, i libri di testo e la formazione dei docenti, definita un vero “cavallo di Troia”. In molti casi, in Occidente, ciò ha provocato una sorta di scristianizzazione ed è quindi urgente che la Chiesa promuova il dialogo tra fede e cultura, coinvolgendo nell’attività di formazione le famiglie e gli altri centri educativi, come gli oratori. 

Nell’ambito della secolarizzazione, inoltre, l’Aula del Sinodo riconosce il successo del Cortile dei gentili, l’iniziativa voluta dal Papa e promossa dal Pontificio Consiglio della Cultura per favorire il dialogo con i non credenti che non conoscono Dio ma, in fondo, lo cercano. E fondamentale anche un altro tipo di dialogo: quello interreligioso, soprattutto là dove esso si declina come cristiano-islamico. In quest’ambito, esso va visto essenzialmente con un dialogo di vita, nel cuore della testimonianza evangelica. 

Due, invece, i temi dominanti della discussione generale di ieri pomeriggio: le parrocchie ed i mass-media. Riguardo alle prime, i vescovi le definiscono "luoghi privilegiati" per la nuova evangelizzazione e la trasmissione della fede, perché senza un nuovo slancio missionario delle comunità parrocchiali, sarà difficile vivere una radicale nuova evangelizzazione. 

Quanto ai mass-media, il Sinodo chiede a Pastori, insegnanti e catechisti di comprendere al meglio la sfida di evangelizzare in un mondo in cui la comunicazione di massa ha potere sulla sfera religiosa e morale dell'uomo. Non è sufficiente, sottolineano i vescovi, che la Chiesa abbia mass-media proprio o che promuova film religiosi: ciò che occorre è avvicinare i fedeli alla natura del mistero della fede come antidoto alla spettacolarizzazione della realtà. In pratica, per essere evangelizzatrice, la Chiesa deve essere mediatica. E i giornalisti, chiamati ad accendere nell'uomo la speranza attraverso la verità, devono sentirsi come capitani di una nave, per salvare l'umanità dal mare del secolarismo contemporaneo. 

L'Assemblea dei vescovi non dimentica, poi, i malati ed i sofferenti e richiama la necessità di includere, nel progetto evangelizzatore, la cura degli infermi ed il sollievo dalle sofferenze, guardando alla Chiesa come comunità sanata dal Signore e quindi risanante. Anche i giovani non vengono trascurati dal Sinodo: tra i destinatari della nuova evangelizzazione, essi occupano un posto primario poiché, anche se lontani dalla pratica religiosa, portano nel cuore la sete di Dio. L'attenzione dei presuli va, in particolare, ai figli di coppie divorziate e risposate, i quali spesso rimangono estranei ai sacramenti a causa della non partecipazione dei loro genitori. Ed è qui, allora, che occorre una svolta nel senso della carità pastorale ed una riflessione sui modi e i tempi necessari per il riconoscimento della nullità del vincolo matrimoniale. 

Un ulteriore suggerimento guarda alla possibilità di rendere concisi, precisi e chiari i dogmi di fede, così che riescano a toccare la vita quotidiana e le aspirazioni umane, dei fedeli.

Infine, al Sinodo giunge il saluto del Consiglio mondiale delle Chiese che ribadisce l'importanza ecumenica del Concilio Vaticano II e sottolinea che operare per l’unità della Chiesa significa operare per l’unità di tutta la vita.

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9 commenti:

Anonimo ha detto...

Comodo fare i virtuosi adesso, vero Raffy? Si svegliano ora dopo aver lasciato Papa Benedetto praticamente solo, tranne poche, luminose eccezioni ad affrontare la tempesta. Tacciano e agiscano per il presente e il futuro coerentemente con quanto mostrato loro da Papa Benedetto.
Alessia

Raffaella ha detto...

Rullo di tamburi ed applausi per Alessia.
Comodo parlare ora!
R.

Anonimo ha detto...

OT, Raffy.
Sono basita! Hanno assegnato il nobel per la pace alla UE. E quasi ridicolo come quando fu preventivamente assegnato a Barack Obama.
Alessia

Anonimo ha detto...

Beh,allora io posso aspirare al Nobel per la matematica..(a scuola avevo 4)cmq se l'hanno dato a Fo per la letteratura,si vede che non sanno dove mettere i soldi.....GR2

gemma ha detto...

Ma come si fa ad attribuire tutti gli anni un nobel così importante all'idealogia di turno? Si tornino a premiare le persone, quelle che rischiano la loro di pelle per questa fantomatica pace di cui secondo me a questo punto si è' perso anche il senso. Da qualche parte ho letto che grazie all'unione abbiamo avuto sessant'anni senza guerre. Noi, forse, chiediamo cosa ne pensano a chi si è' ritrovato sulla testa i missili mandati dagli ultimi due nobel per la pace.. Ormai è' tutto conforme e omologato, pure i premi

Anonimo ha detto...

L'impotanza del nobel per la pace è ormai ai minimi termini e, quel che è peggio, è scomparso qualsivoglia valore morale e di testimonianza. Che ne faranno della somma? Magari la destineranno all'Africa sfregiata e affamata?
Alessia

un passante ha detto...

Si premiano tra loro, una volta scappo' detto pure a Fo che tra loro si conoscono tutti. Chissà cosa ne pensano anche i greci, ma forse è' un errore, e' il nobel al mercato

Luisa ha detto...

Non bisogna aver paura di riconoscere gli abusi sessuali, dicono i vescovi, e hanno ragione, ma posso sperare che uno o più vescovi diranno che non bisogna aver paura di riconoscere gli abusi di cui è stata vittima la sacra Liturgia?

Gianpaolo1951 ha detto...

Altro che Nobel per la pace…
Questo è il Nobel per l’ipocrisia!…
D’altronde se oggi le guerre vengono chiamate ”missioni di pace” (sic!)…
E’ più che meritato dalla UE e finalmente si capisce il senso di quello dato a Obama!!!