venerdì 14 settembre 2012

Viaggio del Papa in Libano. Per vivere insieme nella città dell'uomo (Béchara Boutros Raï)

Per vivere insieme nella città dell'uomo

di Béchara Boutros Raï*

Nostro Signore ha detto: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso» (Luca, 12, 49). 
Il viaggio del Papa in Libano risponde a tale volontà del Signore. Con questa visita Benedetto XVI ravviverà, in Libano e il Medio Oriente, il fuoco della fede, della speranza e della carità. È sotto l'impulso dello Spirito Santo che questa visita risveglia nei nostri cuori il senso evangelico della nostra presenza cristiana in Oriente, in quanto chiamati a favorire la comunione e l'unità, a «rendere testimonianza alla verità» (Giovanni, 18, 37), a promuovere la dignità dell'uomo, e a divenire gli artefici della pace, quella che proviene da Dio e che possiamo edificare sull'amore, sulla giustizia, sulla verità e sulla libertà.
I popoli del Medio Oriente, in questi giorni, vivono un momento storico che, speriamo, porterà a una pace, una giustizia e un'unità più grandi. Preghiamo affinché i nostri giovani possano impegnarsi nella promozione del valore dell'uomo, di ogni uomo e di tutti gli uomini, come pure del diritto primordiale alla libertà e alla dignità.
Le prove di ordine economico e politico che i popoli del Medio Oriente continuano a sopportare già da oltre mezzo secolo, così come l'impoverimento che si sta generalizzando, scuotono le famiglie, le destabilizzano e costituiscono un ostacolo al loro sviluppo. Le lotte armate continuano a disorientare i giovani che desiderano assicurare il loro futuro, con serenità. Il popolo palestinese che rimane disperso dal punto di vista umano, geografico e politico, aspira a una pace, che resta vaga e lontana.
In seno a questi sconvolgimenti che disorientano i nostri popoli, la chiamata del Signore ci affida «il ministero della riconciliazione» (2 Corinti, 5, 18); questa chiamata tocca i nostri cuori e ci spinge all'azione coraggiosa a favore di una vera riconciliazione tra le comunità e le persone. «Misericordia io voglio e non sacrificio» (Matteo, 12, 7), ci raccomanda il Signore; questa misericordia diviene urgente oggi per i popoli della nostra regione.
Qui in Libano, in questa bella terra dei cedri, continuiamo a lavorare insieme, cristiani e musulmani, non solo per avviare un dialogo tra noi, ma anche e soprattutto per coltivare una vero «vivere insieme», nella solidarietà e nel rispetto reciproco, per edificare insieme la «città degli uomini».
È in questo spirito, ispirato dalla raccomandazione che Giovanni Paolo II ha rivolto alla Chiesa universale, chiamandola a prendere l'iniziativa di annunciare al mondo che «il Libano è qualcosa di più di un Paese: è un messaggio di libertà e un esempio di pluralismo per l'Oriente come per l'Occidente» (Lettera Apostolica a tutti i Vescovi della Chiesa cattolica sulla situazione nel Libano, 7 settembre 1989), che attendiamo la visita di Benedetto XVI.
Questo messaggio, con la visita del Pontefice, diviene un appello rivolto a tutti i Paesi del Medio Oriente, come un olio sacro, che si spande a partire dal Libano, e che noi continueremo a sostenere, con spirito di condivisione e di collaborazione, cosicché, alla fine, i popoli di questo Oriente, liberati dai gioghi che impediscono il loro sviluppo, possano riuscire a ritrovare la luce della pace e a instaurare la giustizia.

*Patriarca di Antiochia dei Maroniti

(©L'Osservatore Romano 14 settembre 2012)

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