sabato 29 settembre 2012

Vaticano, sfilano i testimoni: il processo si concluderà in 5 udienze


Vaticano, sfilano i testimoni: il processo si concluderà in 5 udienze

Città del Vaticano, 29 set. (LaPresse/AP) 

Il segretario personale del Papa, monsignore Georg Gaenswein, è stato chiamato come testimone al processo in Vaticano all'ex maggiordomo di Benedetto XVI, Paolo Gabriele. A testimoniare sono stati chiamati anche una delle quattro religiose che si occupano dell'appartamento di Sua Santità, un monsignore della segreteria di Stato vaticana, il vicecomandante delle guardie svizzere e il capo della polizia vaticana. Anche otto membri della gendarmeria vaticana sono stati chiamati come testimoni, ma non sono stati ascoltati oggi. In aula anche Domenico Giani, la guardia del corpo personale del Papa. La prossima udienza è fissata per martedì 2 ottobre. Il processo si concluderà nell'arco di altre quattro udienze. Gabriele, che sarà interrogato martedì, è apparso calmo ma teso nelle oltre due ore di udienza, serrando frequentemente le mani. Si è presentato con un vestito grigio chiaro e la cravatta. 
Durante una pausa ha scambiato qualche parola con il suo legale Cristiana Arru. La Arru ha sollevato una serie di obiezioni all'inizio dell'udienza, solo una parte delle quali è stata accettata. Una ha riguardato due conversazioni tra Gabriele e il capo della polizia, avvenuta senza che i suoi legali fossero presenti. Il giudice ha dichiarato la prova inammissibile. Non è noto il contenuto delle conversazioni. La legale ha anche chiesto accesso al rapporto redatto dalla commissione di cardinali nominata dal Papa per indagare sul caso insieme ai magistrati vaticani. Richiesta, anche questa, che è stata respinta.
La moglie e i tre figli di Gabriele non sono stati ammessi all'udienza. Lo spazio per il pubblico era di 18 posti, 8 dei quali riservati a giornalisti che poi hanno riferito ai colleghi che attendevano all'esterno. Non è stato ammesso in aula alcun dispositivo di registrazione. I controlli sono stati molto severi. I cellulari sono stati sequestrati e persino le penne controllate per verificare che non contenessero registratori. Non ammesse ovviamente le telecamere, eccetto quelle dei media vaticani che hanno filmato i primi momenti all'inizio dell'udienza. 
Nonostante le restrizioni, il processo rappresenta un tentativo del Vaticano di mostrare maggiore trasparenza. Il Papa avrebbe potuto infatti perdonare Gabriele ed evitare il procedimento, ma, ha spiegato il portavoce della sala stampa vaticana padre Lombardi, ha scelto con "coraggio" di proseguire sulla strada del processo che, pur con tutte le limitazioni di accesso, è essenzialmente pubblico. Si tratta di una novità importante che fa seguito, ha sottolineato, alla decisione di sottoporre le istituzioni finanziarie vaticane all'esame della Moneyval Committee del Consiglio d'Europa. 

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