mercoledì 5 settembre 2012

Siria, padre Dall'Oglio digiuna a sostegno del viaggio del Papa in Libano (Asca)

Su segnalazione di Alessia leggiamo:


Siria: p. Dall'Oglio digiuna a sostegno viaggio papa in Libano

(ASCA) - Roma, 5 set 

''Non ho mai visto un viaggio cosi' drammatico come contesto'', come quello che papa Benedetto XVI sta per compiere in Libano, ''per questo esprimo solidarieta' e stima per il Santo Padre''. 
Per questo, il gesuita Paolo Dall'Oglio, fondatore del monastero di Deir Mar Musa in Siria, recentemente cacciato dal Paese dal regime di Bashar al Assad, ha annunciato una settimana di digiuno per sostenere il difficile viaggio del pontefice. Sara' un digiuno che unisce elementi della tradizione cristiana e musulmana: completa astensione dal cibo mentre rinuncia all'acqua solo durante le ore diurne, in maniera analogia a quanto avviene nel mese di Ramadan.
''Il viaggio in Libano e' sicuramente rischioso - ha spiegato il gesuita ai giornalisti in un incontro organizzato da Religions for Peace - per motivi di sicurezza e per motivi politici piu' delicati. Il governo di Beirut e' favorevole in linea di massima alla Siria del presidente Assad''. ''Va ricordato - ha aggiunto - che una parte delle gerarchie cattoliche mediorientali si e' espressa in sostegno del regime soprattutto perche' allarmata dal pericolo islamista e a volte ha sposato le tesi complottiste del potere siriano''.
Per p. Dall'Oglio, il documento finale del Sinodo dei vescovi sul Medio Oriente, che il papa consegnera' durante il suo viaggio, sara' un documento molto importante perche' l'incontro di due anni fa in Vaticano, con il suo accento sui diritti e la giustizia, ha ''quasi disegnato il programma della primavera araba''. ''L'esortazione post sinodale che il Papa consegnera' a tutte le chiese della regione - ha affermato il gesuita - e' molto importante: in quel documento si e' detto, che c'e' bisogno di piu' diritti umani, piu' democrazia, piu' partecipazione e piu' trasparenza, meno gestione mafiosa degli interessi''. In sostanza, il documento afferma la volonta' di cristiani e musulmani del Medio Oriente di ''vivere insieme non nonostante le nostre religioni ma vogliamo costruire una convivenza a partire dalle nostre fedi, una convivenza pluralista''.
Secondo il gesuita, il papa nei suoi interventi pubblici sulla crisi siriana, in questi mesi ''ha espresso chiaramente la posizione della Chiesa in favore del popolo siriano''. Ma durante il viaggio, alla luce delle difficolta' e delle simpatie per il regime di ampi settori della Chiesa, ''si terra' sulle generali ma alcune parole forti le dira' senza nominare i destinatari sui diritti umani, sulla protezione dei civili e dei profughi, e spero che possa dire una parola chiara alla diplomazia internazionale. E ancora parlera' in difesa dell'armonia religiosa''. Per il gesuita, ''il Patriarca maronita, Bechara Rai, guida oggi una Chiesa divisa e una societa' divisa, speriamo pero' che possa dire qualcosa sulla fiducia del percorso di emancipazione dei popoli del Medio Oriente''.

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