domenica 16 settembre 2012

L'abbraccio di un padre. L'incontro con i giovani nel piazzale del patriarcato maronita di Bkerké (Sir)

Su segnalazione di Laura leggiamo:

L'abbraccio di un padre

L'incontro questa sera nel piazzale del patriarcato maronita di Bkerké

“Voi vivete oggi in questa parte del mondo che ha visto la nascita di Gesù e lo sviluppo del cristianesimo. È un grande onore! Ed è un appello alla fedeltà, all'amore per la vostra terra e soprattutto ad essere testimoni e messaggeri della gioia di Cristo”. Lo ha detto stasera Benedetto XVI rivolgendosi ai giovani, che ha incontrato nel piazzale antistante il patriarcato maronita di Bkerké, nel suo secondo giorno di viaggio apostolico in Libano.

La sorgente della gioia. Il Papa è anche consapevole delle “difficoltà” dei giovani “nella vita quotidiana, a causa della mancanza di stabilità e di sicurezza, della difficoltà di trovare un lavoro o ancora del sentimento di solitudine e di emarginazione”. “Anche la disoccupazione e la precarietà – ha sostenuto - non devono spingervi ad assaggiare il ‘miele amaro’ dell'emigrazione, con lo sradicamento e la separazione in cambio di un futuro incerto. Per voi si tratta di essere protagonisti del futuro del vostro Paese, e di occupare il vostro ruolo nella società e nella Chiesa”. I giovani hanno “un posto privilegiato” nel “cuore” del Pontefice e “nella Chiesa intera perché la Chiesa è sempre giovane! La Chiesa ha fiducia in voi. Conta su di voi. Siate giovani nella Chiesa! Siate giovani con la Chiesa! La Chiesa ha bisogno del vostro entusiasmo e della vostra creatività!”, ha aggiunto il Santo Padre, che ha invitato i ragazzi ad avere “la delicatezza e la rettitudine dei cuori puri!” e a non aver “paura”. E con le parole del beato Giovanni Paolo II ha esortato: “Aprite le porte dei vostri spiriti e dei vostri cuori a Cristo!”. In Lui, “troverete la forza e il coraggio per avanzare sulle strade della vostra vita, superando le difficoltà e la sofferenza. In Lui, troverete la sorgente della gioia”.

Alcune tentazioni. “Le frustrazioni presenti – ha sottolineato - Benedetto XVI - non devono condurvi a rifugiarvi in mondi paralleli come quelli, tra gli altri, delle droghe di ogni tipo, o quello della tristezza della pornografia”. Quanto alle reti sociali, “esse sono interessanti ma possono facilmente trascinarvi alla dipendenza e alla confusione tra il reale e il virtuale. Cercate e vivete relazioni ricche di amicizia vera e nobile. Abbiate iniziative che diano senso e radici alla vostra esistenza, contrastando la superficialità e il facile consumismo!”. Il Papa ha messo in guardia anche da “un'altra tentazione, quella del denaro, questo idolo tirannico che acceca al punto da soffocare la persona e il suo cuore”. Poi l’invito a cercare “dei buoni maestri, delle guide spirituali che sappiano indicarvi la strada della maturità, lasciando ciò che è illusorio, ciò che è apparenza e menzogna”.

Fraternità universale. “Siate i portatori dell'amore di Cristo”, ha continuato il Pontefice, esortando a riscoprire “l'attualità del Vangelo” e a pregare. In Cristo “tutti gli uomini sono nostri fratelli – ha spiegato il Santo Padre -. La fraternità universale che Egli ha inaugurato sulla Croce riveste di una luce splendente ed esigente la rivoluzione dell'amore”. L’amore reciproco “è il testamento di Gesù ed il segno del cristiano. Questa è la vera rivoluzione dell'amore!”. In realtà, “Cristo vi invita a fare come Lui, ad accogliere l'altro senza riserve, anche se appartiene ad una cultura, religione, nazione differente. Fargli posto, rispettarlo, essere buoni verso di lui, rende sempre più ricchi di umanità e forti della pace del Signore”. Ricordando l’impegno di molti giovani nelle attività promosse dalle parrocchie, dalle scuole, dai movimenti, dalle associazioni, ha affermato: “È bello impegnarsi con e per gli altri. Vivere insieme momenti di amicizia e di gioia permette di resistere ai germi di divisione, sempre da combattere! La fraternità è un anticipo del Cielo!”.

Vie di pace. Benedetto ha rivolto un appello ai giovani: “Siate i messaggeri del Vangelo della vita e dei valori della vita. Resistete coraggiosamente a tutto ciò che la nega: l'aborto, la violenza, il rifiuto e il disprezzo dell'altro, l'ingiustizia, la guerra”. Così facendo “diffonderete la pace intorno a voi”. “Non è forse la pace il bene prezioso che tutta l'umanità ricerca? Non è forse un mondo di pace che vogliamo nel più profondo per noi e per gli altri?”, ha domandato il Papa. Gesù “ha vinto il male non mediante un altro male, ma prendendolo su di Sé ed annientandolo sulla croce mediante l'amore vissuto fino alla fine. Scoprire in verità il perdono e la misericordia di Dio, permette sempre di ripartire verso una vita nuova. Non è facile perdonare. Ma il perdono di Dio dà la forza della conversione, e la gioia di perdonare a propria volta. Il perdono e la riconciliazione sono vie di pace, ed aprono un futuro”. “Giovani libanesi – ha evidenziato il Pontefice -, voi siete la speranza e il futuro del vostro Paese. Voi siete il Libano, terra di accoglienza, di convivenza, con questa capacità inaudita di adattamento. E in questo momento, non possiamo dimenticare i milioni di persone che compongono la diaspora libanese e che mantengono solidi legami con il loro Paese di origine. Giovani del Libano, siate accoglienti e aperti, come Cristo vi chiede e come il vostro Paese vi insegna”.

Un saluto ai giovani musulmani e siriani. Il Santo Padre, salutando i giovani musulmani presenti all’incontro, ha dichiarato: “Vi ringrazio per la vostra presenza che è così importante. Voi siete con i giovani cristiani il futuro di questo meraviglioso Paese e dell’insieme del Medio Oriente. Cercate di costruirlo insieme”. E “quando sarete adulti continuate a vivere la concordia nell’unità con i cristiani, poiché la bellezza del Libano si trova in questa bella simbiosi. Bisogna che l’intero Medio Oriente, guardando voi, comprenda che i musulmani e i cristiani, l’islam e il cristianesimo, possono vivere insieme senza odio, nel rispetto del credo di ciascuno, per costruire insieme una società libera e umana”. Benedetto XVI si è rivolto, quindi, ai giovani venuti dalla Siria: “Voglio dirvi quanto ammiro il vostro coraggio. Dite a casa vostra, ai familiari e agli amici che il Papa non vi dimentica. Dite attorno a voi che il Papa è triste a causa delle vostre sofferenze e dei vostri lutti. Egli non dimentica la Siria nelle sue preghiere e nelle sue preoccupazioni. Il Papa non dimentica i mediorientali. È tempo che musulmani e cristiani si uniscano per mettere fine alla violenza e alle guerre”.

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