venerdì 7 settembre 2012

Il Papa: la fede è data perché sia condivisa. Contro i Cristiani discriminazioni e faziosità (Izzo)

PAPA: LA FEDE E' DATA PERCHE' SIA CONDIVISA

Salvatore Izzo

(AGI) - Castel Gandolfo, 7 set. 


"La fede e' un dono da accogliere nel cuore e nella vita, e di cui ringraziare sempre il Signore. Ma la fede e' data perche' sia condivisa". 
Lo ha affermato il Papa nel discorso rivolto ai vescovi di prima nomina che partecipano a un corso di aggiornamento promosso dalla Congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli. 
"Nel Messaggio per la prossima Giornata Missionaria Mondiale - ha sottolineato Bendetto XVI - ho voluto ricordare che la fede e' un talento consegnato perche' porti frutto; una luce cui non e'
concesso di rimanere nascosta".
Nel suo discorso, in proposito il Papa teologo ha fatto suo l'interrogativo di Paolo VI: "Gli uomini potranno salvarsi anche per altri sentieri, grazie.
alla misericordia di Dio, benche' noi non annunziamo loro il Vangelo; ma potremo noi salvarci?".

"La fede - ha spiegato il Pontefice rivolto ai giovani vescovi - e' il dono piu' importante che ci e' stato fatto nella vita: non possiamo tenerlo solo per noi".
 Infatti, ha concluso citando ora la Redemptoris Missio del beato  Giovanni Paolo II, "tutti hanno il diritto di conoscere il valore di tale dono e di accedervi". 



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PAPA: CONTRO CRISTIANI DISCRIMINAZIONI E FAZIOSITA'


Salvatore Izzo

(AGI) - Castel Gandolfo, 7 set. 

Contro i cristiani in molti paesi del mondo sono in atto "discriminazioni culturali e religiose, intolleranze e faziosita', frutto di fondamentalismi che rivelano visioni antropologiche errate e che conducono a sottovalutare, se non a disconoscere, il diritto alla liberta' religiosa".  
Lo ha denunciato Benedetto XVI nel discorso rivolto oggi ai vescovi di prima nomina che partecipano a un corso di aggiornamento promosso dalla Caongregazione dell'Educazione Cattolica. A queste discriminazioni religiose, per il Papa, spesso si assommano quelle contro i "piu' deboli, soprattutto dei bambini, delle donne e dei
portatori di handicap". E in molte situzioni, ha aggiunto, "pesano, infine, riaffioranti contrasti tra le etnie e le caste, che causano violenze ingiustificabili".
"Cari fratelli - ha detto il Papa ai giovani vescovi - le vostre Chiese conoscono bene il contesto di instabilità sociale che incide in modo preoccupante sulla vita quotidiana della gente". 

"Le emergenze alimentari, sanitarie e educative e le catastrofi naturali - ha continuato il Pontefice - interrogano le comunita' ecclesiali e le coinvolgono in modo diretto". "Date fiducia al Vangelo - ha raccomandato - alla sua forza rinnovatrice, alla sua capacita' di risvegliare le coscienze e di provocare dall’interno il riscatto delle persone e la creazione di una nuova fraternita'".
"La diffusione della Parola del Signore fa fiorire - ha poi concluso il Ponefice - il dono della riconciliazione e favorisce l'unita' dei popoli". 


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