domenica 16 settembre 2012

Il Papa: Cristiani testimoni di pace in Medio Oriente (Ansa)


Papa a Beirut: 'Cristiani testimoni di pace in Medio Oriente'

Preghiera del pontefice per il Medio Oriente 'Cristiani siano testimoni, risuoni il Vangelo'

"Servire giustizia e pace in un mondo dove la violenza non cessa" è una "urgenza" e il Papa prega Dio di dare a questa regione, al Medio Oriente, dei servitori della pace e della riconciliazione. Perché tutti possano vivere pacificamente e con dignità". Questa, ha detto nella messa celebrata a Beirut, "é una testimonianza essenziale che i cristiani debbono dare qui, in collaborazione con tutte le persone di buona volontà". 
"Il Vangelo continui a risuonare in queste terre". E' l'auspicio e l'incoraggiamento del Papa, che durante la messa che celebra nel City Center Waterfront di Beirut, ha consegnato l'Esortazione apostolica "'Ecclesia in Medio oriente'', documento conclusivo del sinodo dei vescovi per il Medio oriente svoltosi in Vaticano nel 2010.
'Appello' del Papa per Siria e 'paesi vicini', 'alla comunita' internazionale e ai paesi arabi affinché propongano soluzioni praticabili che rispettino la dignità di ogni persona umana, i suoi diritti e la sua religione". Lo ha detto il Papa all'Angelus implorando per Siria e Mo il dono della pace e "silenzio delle armi". "Voi conoscete bene - ha detto il Papa - la tragedia dei conflitti e della violenza che genera tante sofferenze. Purtroppo, il fragore delle armi continua a farsi sentire, come pure il grido delle vedove e degli orfani. la violenza e l'odio invadono la vita e le donne e i bambini ne sono le prime vittime". Perché, si chiede il Papa, "tanti orrori" e "tanti morti"?. E qui ha fatto "appello ai paesi arabi e alla comunità internazionale perché propongano soluzioni praticabili che rispettino la dignità di ogni persona umana". Ha chiesto poi "il silenzio delle armi e la cessazione di ogni violenza".
I partecipanti alla messa del Papa nel City Center Waterfont di Beirut sono, ha detto il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, "almeno 350.000". 
"Il servizio - ha detto Benedetto XVI celebrando alla presenza di 300 tra vescovi e patriarchi del Medio oriente l'unica messa pubblica del suo 24.mo viaggio internazionale, nel City Center Waterfront di Beirut, costruito utilizzando le macerie della guerra civile che ha insanguinato il Libano e dopo la quale è nato l'attuale assetto istituzionale, che dà rappresentatività a tutte le componenti religiose ed etniche del Paese dei cedri - è un elemento costitutivo dell'identità dei discepoli di Cristo". "La vocazione della Chiesa e del cristiano è di servire, come il Signore stesso ha fatto, gratuitamente e per tutti, senza distinzione. Così, servire la giustizia e la pace, in un mondo dove la violenza non cessa di estendere il suo corteo di morte e di distruzione, è un'urgenza al fine di impegnarsi per una società fraterna, per costruire la comunione! Cari fratelli e sorelle, - -ha rimarcato - prego particolarmente il Signore di dare a questa regione del Medio Oriente dei servitori della pace e della riconciliazione, perché tutti possano vivere pacificamente e con dignità. E' una testimonianza essenziale che i cristiani debbono dare qui, in collaborazione con tutte le persone di buona volontà. Vi chiamo tutti ad operare per la pace. Ciascuno al proprio livello e là dove si trova".
"Il servizio - ha detto in un ulteriore passaggio - deve ancora essere al cuore della vita della comunità cristiana stessa. Ciascun ministero, qualsiasi incarico nella Chiesa, sono prima di tutto un servizio di Dio e dei fratelli. E' questo spirito che deve animare tutti i battezzati, gli uni verso gli altri, specialmente con un impegno effettivo accanto ai più poveri, agli emarginati, a quanti soffrono, affinché sia preservata l'inalienabile dignità di ogni persona. Cari fratelli e sorelle che soffrite nel corpo o nel cuore, - ha commentato - la vostra sofferenza non è vana. Cristo Servo si fa vicino a tutti coloro che soffrono. E' presente accanto a voi. Possiate trovare sulla vostra strada fratelli e sorelle che manifestano concretamente la sua presenza amorevole che non può abbandonarvi".

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