domenica 23 settembre 2012

Il Papa all’Angelus: pregate per i cristiani del Medio Oriente e per la pace (Radio Vaticana)

Il Papa all’Angelus: pregate per i cristiani del Medio Oriente e per la pace 

All’Angelus, a Castel Gandolfo, Benedetto XVI è tornato, stamani, a levare un’invocazione di pace per il Medio Oriente. Rivolgendosi ai pellegrini di lingua francese, il Papa ha chiesto ai fedeli di pregare per i cristiani mediorientali e per il dialogo tra le religioni. Commentando il Vangelo domenicale, il Pontefice ha quindi sottolineato che il Signore ci chiede di essere umili e di sconfiggere l’orgoglio radicato in noi. Il servizio di Alessandro Gisotti:   

All’Angelus, il Papa ha voluto rinnovare la sua gratitudine a quanti hanno accompagnato con le preghiere il suo viaggio apostolico in Libano. Quindi, parlando ai pellegrini di lingua francese, ha levato un nuovo appello di pace per tutto il Medio Oriente:

“Continuez à prier pour les chreétiens…”

“Continuate a pregare per i cristiani mediorientali – ha detto – per la pace e per il dialogo sereno tra le religioni”. Prima delle parole sul Medio Oriente, il Papa si era soffermato sul Vangelo domenicale che mostra in modo evidente la “profonda distanza interiore” tra Gesù e i suoi discepoli:

“Si trovano, per così dire, su due diverse lunghezze d’onda, così che i discorsi del Maestro non vengono compresi, o lo sono soltanto superficialmente. L’apostolo Pietro, subito dopo aver manifestato la sua fede in Gesù, si permette di rimproverarlo perché ha predetto che dovrà essere rifiutato e ucciso”.

Del resto, ha aggiunto, “ci sono diversi altri segni di questa distanza”. Un fatto che ci ricorda che “la logica di Dio è sempre più alta rispetto alla nostra”. Per questo, ha avvertito il Papa, “seguire il Signore richiede sempre all’uomo una profonda con-versione”, un “cambiamento nel modo di pensare e di vivere", che richiede di "aprire il cuore all’ascolto per lasciarsi illuminare e trasformare interiormente":

“Un punto-chiave in cui Dio e l’uomo si differenziano è l’orgoglio: in Dio non c’è orgoglio, perché Egli è totale pienezza ed è tutto proteso ad amare e donare vita; in noi uomini, invece, l’orgoglio è intimamente radicato e richiede costante vigilanza e purificazione”. 

“Noi, che siamo piccoli – ha osservato - aspiriamo ad apparire grandi, ad essere i primi, mentre Dio, che è realmente grande, non teme di abbassarsi e di farsi ultimo”. Per questo siamo chiamati ad invocare la Vergine Maria che è perfettamente ‘sintonizzata’ con Dio”. Al momento dei saluti, il Papa ha ricordato con gioia la proclamazione, a Troyes in Francia, del Beato sacerdote Louis Brisson, fondatore delle Oblate e degli Oblati di San Francesco di Sales. Quindi, rivolgendosi ai pellegrini polacchi, ha auspicato che “ogni bambino possa godere dell’amore e del calore familiare”. E che tutti i bambini abbiano “degne condizioni di esistenza e di educazione”. Infine, un pensiero speciale ai pellegrini italiani della Coldiretti, che hanno donato al Papa una vigna:

“Cari amici, esprimo apprezzamento per il vostro impegno in favore della salvaguardia del Creato e vi ringrazio per i doni”.

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