domenica 16 settembre 2012

Il nunzio: il Papa in Libano sfidando la ragionevolezza dei grandi


Il nunzio: il Papa in Libano sfidando la ragionevolezza dei grandi 

Il Papa ha pranzato oggi presso la nunziatura apostolica ad Harissa con i vescovi libanesi e il seguito. Nell’occasione il nunzio in Libano, Gabriele Caccia, ha rivolto il suo grazie a Benedetto XVI - a nome di tutto il Libano e di tutta la Chiesa locale – per questo viaggio. “Siamo commossi – ha detto - di vedere Pietro tornare in questi luoghi per confermare nella fede, come Lei ha fatto in questi giorni, per dare una nuova speranza ai cristiani che hanno vissuto qui in questi due millenni - perché il cristianesimo è nato qui - dando la loro testimonianza non solo con opere di bene, di carità, ma anche con il sangue. È una terra di martiri, una terra di monaci, una terra di eremiti, una terra di grandi pastori, di patriarchi e questa fiaccola del Vangelo non si è mai spenta: di generazione in generazione è stata passata a tutti i discepoli del Signore. Quindi Lei con la Sua venuta ha rinnovato questa consapevolezza del dono grande che abbiamo ricevuto e ci incoraggia ad essere fedeli alla nostra vocazione”. 

Mons. Caccia ha ringraziato il Papa soprattutto “perché in un momento così difficile - la guerra a pochi chilometri da noi in un Medio Oriente percorso da una forte tensione e divisione politica - sfidando anche la ragionevolezza dei grandi, ha voluto fare sentire con la sua visita la presenza della Chiesa soprattutto là dove c’è più bisogno. È venuto – ha proseguito - come pellegrino di pace: ‘La mia pace sia con voi’ era il motto di questo viaggio e la Sua venuta, devo dire, ha permesso anche al Libano di potere rimanere un po’ al riparo da quanto sta succedendo nella vicina Siria, di evitare di ripetere la triste esperienza della divisione confessionale”.

“Questo viaggio – ha detto il nunzio - sarà certamente un’eredità importante e sarà una fonte di ispirazione per gli anni a venire. Può contare sempre sulla nostra fedeltà e anche sulla nostra preghiera. La cosa più bella di questa preparazione, oltre a tutto quello che ha visto e che tutti noi abbiamo visto, è stata questa preparazione silenziosa, queste novene nelle parrocchie, queste processioni e soprattutto nei monasteri. Io, a nome anche di tutta la Chiesa libanese, dico: ‘Si senta riconfortato nella Sua missione perché anche noi siamo con Lei’. Grazie di cuore, Santità!”.

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