mercoledì 12 settembre 2012

I cristiani non possono essere mai pessimisti, il male non vince il bene: così il Papa all'udienza generale


I cristiani non possono essere mai pessimisti, il male non vince il bene: così il Papa all'udienza generale 

Incentrata oggi sul libro dell’Apocalisse la catechesi di Benedetto XVI all’udienza generale, proseguendo nella sua ‘scuola di preghiera’. “Dio non è insensibile alle nostre suppliche” ha rassicurato, ricordando che “il male non vince il bene” e che il potere Dio sconvolge i piani del Maligno. Il servizio di Roberta Gisotti.   

Una “grande preghiera liturgica comunitaria”, cosi appare il libro dell’Apocalisse, ricco di simboli complessi, di “forte richiamo a riscoprire la carica straordinaria e trasformante” dell’Eucarestia, ha spiegato il Papa, richiamando ad essere fedeli alla “Messa domenicale, nel Giorno del Signore”, “vero centro della settimana”. In questo libro è l’insegnamento a “saper leggere in profondità la storia” che si sta vivendo, “imparando a discernere con la fede gli avvenimenti per collaborare”, con la propria azione, “allo sviluppo del regno di Dio”. “Lettura”, “discernimento”, “azione”, “preghiera”. 

Tra i simboli dell’Apocalisse, riferimento per leggere la storia, Benedetto XVI ha citato “il trono” dove è seduto Dio, “che fa sentire nella storia, in modo misterioso ma reale, la sua voce”; poi “il libro”, che contiene il piano di Dio sugli avvenimenti e sugli uomini, imperscrutabile; quindi “l’Agnello” il Cristo morto e risorto, capace di svelare “il piano di Dio, il senso profondo della storia": 

“La Chiesa vive nella storia, non si chiude in se stessa, ma affronta con coraggio il suo cammino in mezzo a difficoltà e sofferenze, affermando con forza che il male non vince il bene, che il buio non offusca lo splendore di Dio”.

Una verità importante:

“…come cristiani non possiamo mai essere pessimisti; sappiamo bene che nel cammino della nostra vita incontriamo spesso violenza, menzogna, odio, persecuzione, ma questo non ci scoraggia”. 

Ed è soprattutto la preghiera – ha sottolineato il Santo Padre - che “ci educa a vedere i segni di Dio la sua presenza e azione”, “ad essere noi stessi luci di bene, che diffondono speranza e indicano che la vittoria è di Dio”:

“Dobbiamo essere certi, cioè, che non esistono preghiere superflue, inutili; nessuna va perduta”. 

“Tutte le nostre preghiere, – ha rassicurato il Papa - con tutti i limiti, la fatica, la povertà, l’aridità, le imperfezioni che possono avere”, “raggiungono il cuore di Dio”: 

“Dio non è insensibile alle nostre suppliche, interviene e fa sentire la sua potenza e la sua voce sulla terra, fa tremare e sconvolge il sistema del Maligno. Spesso, di fronte al male si ha la sensazione di non poter fare nulla, ma è proprio la nostra preghiera la risposta prima e più efficace che possiamo dare e che rende più forte il nostro quotidiano impegno nel diffondere il bene. La potenza di Dio rende feconda la nostra debolezza”.

Nei saluti finali, Benedetto XVI ha rivolto un augurio particolare ai religiosi dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini e della Confederazione dell’Oratorio di San Filippo Neri, in occasione dei loro Capitoli generali. In chiusura dell’udienza un omaggio al Papa da parte di mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, che gli ha consegnato una copia del libro “Enchiridion della nuova Evangelizzazione”, raccolta di “Testi del Magistero pontificio e conciliare 1939-2012”, speciale edizione della Libreria Editrice Vaticana nell’Anno della Fede.

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