lunedì 10 settembre 2012

Con dieci motivi. Sabato sera a Roma una testimonianza pubblica della fede promossa da Rns (Sir)



Con dieci motivi

Ieri sera a Roma una testimonianza pubblica della fede promossa da Rns


Ieri sera, sabato 8 settembre, in piazza del Popolo a Roma, con una serata di evangelizzazione e di festa, si è aperta l’iniziativa “Dieci Piazze per Dieci Comandamenti”, promossa dal Rinnovamento nello Spirito Santo, con il patrocinio del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. L’evento accompagnerà tutto l’Anno della Fede e proseguirà in altre dieci città italiane: Napoli, Verona, Torino, Palermo, Bari, Cagliari, Firenze, Genova, Milano e Bologna.


Per un futuro di speranza. “Che senso hanno queste Dieci Parole per noi, nell’attuale contesto culturale, in cui secolarismo e relativismo rischiano di diventare i criteri di ogni scelta e in questa nostra società che sembra vivere come se Dio non esistesse?”. È la domanda posta da Benedetto XVI nel suo videomessaggio trasmesso su schermi giganti a piazza del Popolo. “Noi rispondiamo – ha affermato - che Dio ci ha donato i Comandamenti per educarci alla vera libertà e all’amore autentico, così che possiamo essere davvero felici. Essi sono un segno dell’amore di Dio Padre, del suo desiderio di insegnarci il retto discernimento del bene dal male, del vero dal falso, del giusto dall’ingiusto”. Al contrario, ha proseguito il Papa, “quando nella sua esistenza l’uomo ignora i Comandamenti, non solo si aliena da Dio e abbandona l’alleanza con Lui, ma si allontana anche dalla vita e dalla felicità duratura. L’uomo lasciato a se stesso, indifferente verso Dio, fiero della propria autonomia assoluta, finisce per seguire gli idoli dell’egoismo, del potere, del dominio, inquinando i rapporti con se stesso e con gli altri e percorrendo sentieri non di vita, ma di morte”. Per il Pontefice, “solo l’accoglienza dell’amore infinito di Dio, l’avere fiducia in Lui, il seguire la strada che Egli ha tracciato, dona senso profondo alla vita e apre a un futuro di speranza”. 


Segno concreto. L’iniziativa di “Dieci Piazze per Dieci Comandamenti” è “un segno concreto di nuova evangelizzazione per le città in un periodo come questo”, ha sottolineato nel suo messaggio mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Come all’epoca della Pentecoste, “anche oggi ci sono tante persone che attendono il nostro annuncio, e richiedono la nostra testimonianza in un momento di grande confusione”. E proprio oggi “noi cristiani abbiamo la responsabilità di portare una parola di grande speranza laddove siamo presenti”. Gesù, ha sottolineato mons. Fisichella, “è l’amore di Dio che diventa visibile, si rende concreto, vicino, presente a ciascuno di noi. È di questo amore che l’uomo di oggi va in cerca e ne ha profondo bisogno; ma questo amore che diventa visibile là, in quella donazione totale che Dio dà di se stesso, un amore completamente gratuito, che non richiede nulla in cambio, che dura per sempre. Come Chiesa noi siamo chiamati a portare questo amore agli uomini del nostro tempo, perché questo amore dà veramente senso alla vita”. 


Questione centrale. “Il grande pericolo della società contemporanea è che Dio sparisca dall’orizzonte della vita dell’uomo”, ha avvertito, nel suo intervento, il card. Agostino Vallini, vicario di Sua Santità per la diocesi di Roma. “La questione di Dio, che ha sempre interrogato e affascinato lo spirito umano, è centrale nella nostra vita, perché fa differenza che Dio esista o non esista: se infatti Dio è l’origine, il senso e il fine dell’uomo e dell’universo, la vita ha un preciso orientamento”, ha detto il porporato. “Il Dio in cui crediamo – ha spiegato - è il Dio per noi”. In realtà, “l’ottimismo del sapere con il progresso delle scienze e della tecnica che penetra le profondità dell’universo, che scandaglia la struttura biologica dello stesso essere umano, non può relegare all’irrilevanza la dimensione trascendente, non rende superflua o insignificante la domanda radicale di tutte le domande dell’intelligenza umana: dov’è il senso della vita? Qual è la sua origine? ‘Io sono il Signore Dio tuo’: questa è la risposta”. Credere che Dio è Dio significa anche “aver trovato la sorgente della vita morale. Ignorare Dio o vivere come se Lui non esistesse, a ben vedere, vuol dire demolire ogni riferimento oggettivo anche nelle relazioni tra gli uomini. Infatti, perché rinunciare a ciò che voglio o desidero? Perché rispettare gli altri? L’ignoranza o non la non curanza di Dio si traduce di fatto nella legittimazione di tutte le deviazioni morali”. 


Non basta una bontà mediocre. Nella dichiarazione finale di questo primo appuntamento di “Dieci Piazze per Dieci Comandamenti”, scritta dal presidente del RnS Salvatore Martinez, si legge: “Sì, noi riconosciamo che Dio è eternamente presente e che il suo nome è ‘amore’. Amore che nelle fatiche e nelle lotte quotidiane ci insegna a essere uomini e donne liberi”. “Senza avere paura – prosegue la dichiarazione finale -, vogliamo rispondere a chiunque ci domandi ragione di questa speranza che è in noi, sapendo che è meglio soffrire operando il bene che facendo il male, non lasciandoci vincere dal male, ma vincendo con il bene il male”. Ma “non ci accontentiamo di una bontà mediocre e desideriamo fare cose grandi, per servire il nome di Dio, avendo grande fiducia in Dio, senza sgomentarci dinanzi alle contrarietà della vita”. 


© Copyright Sir

Nessun commento: