venerdì 14 settembre 2012

Ad accogliere il Papa il presidente Suleiman con i Patriarchi. Benedetto XVI: equilibrio fragile, prevalga la ragione. Arrivo come pellegrino di pace, amico di tutti (Izzo)

PAPA IN LIBANO: AD ACCOGLIERLO PRESIDENTE SULEIMAN CON PATRIARCHI

Salvatore Izzo

(AGI) - Beirut, 14 set. 


All'aeroporto internazionale Rafiq Hariri (dal nome del premier ucciso in un attentato nel 2005) ad accogliere Benedetto XVI insieme al presidente Michel Suleiman e alle altre autorita' dello Stato Libanese, ci sono tutti i patriarchi e vescovi del Libano ed anche personalita' ortodosse e musulmane. "C'e' stata - spiega il nunzio apostolico Gabriele Caccia, che sara' il primo a salutare il Papa salendo sull'aereo subito dopo l'atterraggio - una grandissima disponibilita', sia da parte del governo, sia da parte delle Chiese. Abbiamo avuto delle testimonianze importanti da parte di tutta la componente musulmana: sunniti, sciiti, drusi, alawiti".
Per l'arcivescovo Caccia, intervistato dalla Radio Vaticana, "e' quasi commovente vedere quante bandiere del Vaticano, del Libano, quante gigantografie del Papa, sono presenti in tutte le strade, negli angoli, sulle case di Beirut ed e' bello pensare che il messaggio cristiano ispira gioia, porta speranza per tutta la popolazione". Tutto questo testimonia che "e' possibile vivere insieme e non e' solo un'utopia, un desiderio; gia' avviene. Per esempio qui, in questo piccolo Paese, che pero' ha un'enorme potenzialita' per tutta la regione".
Nell'intervista il diplomatico della Santa Sede tiene anche a ricordare che "i cristiani in Medio Oriente non sono arrivati con i missionari a seguito di imperi coloniali". 

"I cristiani - sottolinea - sono qui da quando e' nato il cristianesimo. Fanno parte della societa' orientale, hanno costruito, insieme agli altri, il volto di questa societa'. Dunque penso sia bene ricordare il ruolo che i cristiani hanno sempre giocato in queste regioni, e che ancora sono chiamati a svolgere nel futuro". "Penso - conclude - che il Medio Oriente abbia iniziato un cammino di cui ancora non sappiamo l'esito, ma certamente ci sono molte speranze, molte attese, per avere delle societa' in cui i valori della dignita' della persona, della liberta', della non discriminazione, siano valori comuni per tutti: l'Esortazione Apostolica aiutera' a camminare insieme in questa direzione". 

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PAPA IN LIBANO: EQUILIBRIO FRAGILE, PREVALGA LA RAGIONE


Salvatore Izzo

(AGI) - Beirut, 14 set. 

La "felice convivenza" tra cristiani e musulmani delle varie confessioni che caratterizza il Libano e' un equilibrio fragile, che "rischia a volte di rompersi allorquando e' teso come un arco, o sottoposto a pressioni che sono troppo spesso di parte, interessate, contrarie ed estranee all'armonia e alla dolcezza libanesi". E nella situazione difficile di questi giorni, afferma il Papa rispondendo al saluto del presidente Michel Suleiman che lo ha accolto all'aeroporto Hariri di Beirut, "bisogna dar prova di reale moderazione e grande saggezza". "E - scandisce il Pontefice - la ragione deve prevalere sulla passione unilaterale per favorire il bene comune di tutti".
Secondo il Papa, "il famoso equilibrio libanese che vuole continuare ad essere una realta', puo' prolungarsi grazie alla buona volonta' e all'impegno di tutti i Libanesi". Ma, ha ammonito Benedetto XVI, "il modo di vivere insieme, questa convivenza di cui il vostro Paese vuole dare testimonianza, sara' profonda solo se si basa su uno sguardo accogliente e un atteggiamento di benevolenza verso l'altro, se e' radicata in Dio che vuole che tutti gli uomini siano fratelli". Infatti, "non si tratta di un'opera solamente umana, ma di un dono di Dio che occorre domandare con insistenza, preservare a tutti i costi e consolidare con determinazione". Solo unendosi nella preghiera, dunque, ha concluso, "il Libano sara' un modello per gli abitanti di tutta la regione, e per il mondo intero". 


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PAPA IN LIBANO: ARRIVO COME PELLEGRINO DI PACE, AMICO DI TUTTI

Salvatore Izzo

(AGI) - Beirut, 14 set. 

"Arrivo in Libano come pellegrino di pace, come amico di Dio, e come amico degli uomini". Lo ha detto il Papa all'aeroporto Hariri di Beirut, appena sceso dall'aereo. Benedetto XVI, che appare in buona forma e ha affrontato con sicurezza la scaletta, ha risposto al saluto del presidente libanese Suleiman ricordando che "i legami tra il Libano e il Successore di Pietro sono storici e profondi".
"Arrivo oggi idealmente - ha poi aggiunto il Benedetto XVI - anche in tutti i Paesi del Medio Oriente come pellegrino di pace, come amico di Dio, e come amico di tutti gli abitanti di tutti i Paesi della regione, qualunque sia la loro appartenenza e il loro credo". 

"Anche a loro - ha scandito Ratzinger - Cristo dice: 'Pace a voi'". "Le vostre gioie e i vostri dolori - ha quindi assicurato l'anziano Pontefice tedesco - sono continuamente presenti nella preghiera del Papa e chiedo a Dio di accompagnarvi e di consolarvi. Posso assicurarvi che prego particolarmente per tutti coloro che soffrono in questa regione, e sono molti. La statua di San Marone mi ricorda cio' che vivete e sopportate".
Secondo il Papa, "il famoso equilibrio libanese che vuole continuare ad essere una realta', puo' prolungarsi grazie alla buona volonta' e all'impegno di tutti i Libanesi". 

Ma, ha ammonito Benedetto XVI, "il modo di vivere insieme, questa convivenza di cui il vostro Paese vuole dare testimonianza, sara' profonda solo se si basa su uno sguardo accogliente e un atteggiamento di benevolenza verso l'altro, se e' radicata in Dio che vuole che tutti gli uomini siano fratelli". Infatti, "non si tratta di un'opera solamente umana, ma di un dono di Dio che occorre domandare con insistenza, preservare a tutti i costi e consolidare con determinazione". Solo unendosi nella preghiera, dunque, ha concluso, "il Libano sara' un modello per gli abitanti di tutta la regione, e per il mondo intero". 

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