martedì 11 settembre 2012

A Beirut la presentazione di un volume con alcune catechesi di Benedetto XVI tradotte in arabo (Angelo Scola)

A Beirut la presentazione di un volume con alcune catechesi di Benedetto XVI tradotte in arabo

Un compendio universale per imparare a pregare

di Angelo Scola

Da più di un anno Benedetto XVI, in un'ideale preparazione all'Anno della fede, consacra l'udienza settimanale del mercoledì all'affascinante tema della preghiera
Autentico universale culturale, essa documenta la strutturale apertura dell'uomo al Trascendente. Varie sono le formule che la preghiera può assumere: invocazione, intercessione, benedizione, addirittura lotta. Il Santo Padre le illustra magistralmente attraverso alcuni personaggi biblici, da Abramo a Giacobbe, Mosè ed Elia. Nella Storia d'Israele tuttavia la preghiera del singolo s'inserisce sempre nell'Alleanza di un intero popolo. Così il Papa passa a esaminare alcuni dei più bei Salmi, il libro di preghiera per eccellenza della pietà ebraica, come anche della Chiesa orante. Anche la preghiera di Gesù s'iscrive in questa tradizione, perché, come ricorda il Papa citando il Catechismo «Gesù, secondo il suo cuore di uomo, ha imparato a pregare da sua Madre e dalla tradizione ebraica». Al tempo stesso però «la sua preghiera sgorga da una sorgente più segreta, poiché è il Figlio eterno di Dio che, nella sua santa umanità, rivolge a suo Padre la preghiera filiale perfetta».
Dalla sua persona, dalle sue parole, ma anche dai suoi silenzi, il discepolo impara l'autentica preghiera. Come ricorda San Paolo, essa non è innanzitutto un'opera nostra, un rivolgersi nostro verso Dio, ma più profondamente un'azione di Dio verso di noi. È lui che prega in noi, attraverso lo Spirito. La risposta di Dio precede e suscita la nostra domanda.
Sono certo che i lettori sapranno gustare la ricchezza di questo «compendio della preghiera cristiana» che il Santo Padre consegna a noi tutti. Un compendio che nasce dalla personale esperienza di Benedetto XVI e che siamo lieti di offrire, dopo l'attenta revisione di padre Théodore Khoury, in concomitanza con la visita apostolica in Libano.
Dopo la positiva esperienza della traduzione delle catechesi dell'anno paolino, due sono i motivi che ci hanno condotto a osare un secondo volume, sempre all'interno della collana di pagine spirituali dei Padri Paolisti.
Prima di tutto, ci ha mosso la convinzione che la preghiera, appunto per la sua natura universale, è il luogo d'incontro per eccellenza tra i credenti delle diverse confessioni cristiane e delle altre religioni. Ciò vale in modo speciale per i credenti musulmani, la cui esistenza è ritmata dalle cinque preghiere quotidiane. Se il dialogo tra le religioni non vuole ridursi a puro calcolo politico, è questa dimensione spirituale che occorre sempre più coltivare.
Il secondo motivo ha a che vedere con il momento attuale. È evidente a tutti la portata del cambiamento in corso nel Medio Oriente, ma anche in Occidente, così ricco di potenzialità, ma anche di rischi e incertezze. Ci si potrebbe domandare allora se una riflessione sulla preghiera non rappresenti una fuga dalla realtà. In realtà la storia, pur essendo  certamente influenzata dalla situazione economica e politica, chiama in causa prima di tutto la libertà umana. E questa libertà è strutturalmente aperta al rapporto con Dio, in cui trova il suo più autentico orientamento anche in vista delle sfide pratiche che è chiamata ad affrontare. Proporre queste catechesi non è quindi per noi un atto di devozione, a lato della vita “vera” (elezioni, crisi economica, guerre civili), ma un invito a guardare questi fatti in tutta la loro dimensione, per addestrarci a leggerli, e se possibile a orientarli, alla luce del disegno di Dio.

(©L'Osservatore Romano 10-11 settembre 2012)

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