martedì 14 agosto 2012

La decisione della magistratura in merito al caso «Vatileaks» (Il Tempo)


Puntuale come un orologio svizzero ieri Padre Lombardi ha comunicato la decisione della magistratura in merito al caso «Vatileaks».

Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa, arrestato il 23 maggio scorso, è stato rinviato a giudizio per furto aggravato.
Rinvio a giudizio anche per Claudio Sciarpelletti, informatico della Segreteria di Stato, per lui l'accusa è di favoreggiamento, non può essere considerato il complice di Gabriele. «Requisitoria e sentenza istruttoria rappresentano solo un primo passo importantissimo per arrivare alla piena verità sul caso Vatileaks». Un alto dignitario vaticano risponde così' alle perplessità che sorgono davanti agli «omissis» contenuti nei due documenti resi noti ieri, cioè alle lettere alfabetiche - dalla «A» alla «W» - che celano i nomi dei testimoni e di possibili altri complici del maggiordomo infedele Paolo Gabriele, dopo la rivelazione del coinvolgimento di Claudio Sciarpelletti, arrestato il 25 maggio e subito rilasciato, senza che ne fosse data notizia, e oggi rinviato a giudizio per favoreggiamento (negli interrogatori ha dato versioni contraddittorie sul perché custodisse buste di documenti intestate al suo amico Paolo Gabriele). «È scritto nero su bianco nei due testi diffusi dalla Sala Stampa che altre responsabilità restano da chiarire, ma è evidente - spiega la fonte invitando a guardare alla «bottiglia mezza piena» rappresentata dalle novità - che in tribunale alle sigle utilizzate nel bollettino vaticano dovranno corrispondere delle identità precise». Lo stesso portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha del resto precisato che «ulteriori sviluppi della vicenda processuale si potranno conoscere solo nel prossimo futuro, presumibilmente dopo la riapertura dei tribunali a settembre con i tempi del caso». Certamente i due documenti giudiziari rappresentano una novità per l'informazione vaticana e sfogliandoli si coglie tra l'altro che il segreto istruttorio Oltretevere ha funzionato molto bene: ad esempio nessuno sapeva che a casa di Paolo Gabriele in Vaticano erano stati ritrovati insieme ai documenti anche un assegno di 100mila euro destinato al Pontefice, una pepita d'oro donata ugualmente a Benedetto XVI dal signor Guido del Castillo, direttore dell'ARU di Lima, e una cinquecentina dell'Eneide, traduzione di Annibal Caro stampata a Venezia nel 1581, regalato a Sua Santità dalle «Famiglie di Pomezia». Da parte sua, si legge nella requisitoria del promotore di giustizia Nicola Picardi, Paolo Gabriele ha giustificato questa circostanza con il caos nel quale erano le sue cose. «Nella degenerazione del mio disordine è potuto capitare anche questo», ha detto negando di aver voluto appropriarsi dei soldi e degli oggetti preziosi. In realtà le dichiarazioni di Paolo Gabriele in molti punti suscitano interrogativi sulla sua personalità. Quanto al rapporto con il giornalista Gianluigi Nuzzi, al quale ha passato i documenti riservati, il maggiordomo del Papa ha sostenuto di «aver conosciuto tramite Internet sia il fatto che il giornalista stava preparando sull'emittente tv La7 la trasmissione «Gli Intoccabili» sia l'indirizzo della redazione romana in via Sabotino». Gabriele racconta di averlo incontrato dopo essere riuscito a contattarlo. «Insieme siamo andati all'appartamento che lui aveva a disposizione a viale Angelico. Abbiamo quindi avuto una serie di incontri, dapprima a distanza di circa una settimana e poi di due. Successivamente, il nostro rapporto è venuto scemando di intensità». Il maggiordomo del Papa ha poi puntualizzato, sempre durante l'interrogatorio che risulta dalla sentenza, che «per la consegna dei documenti» fatta a Nuzzi e «avvenuta a più riprese», dal giornalista «non ha ricevuto versamenti in denaro o altri benefici». Per quali ragioni, allora, Gabriele ha fornito a Nuzzi i documenti riservati del Papa? «Per venire incontro a un miglioramento della situazione ecclesiale e non mai quelle di far danno alla Chiesa e al suo Pastore», ha assicurato l'imputato.

© Copyright Il Tempo, 14 agosto 2012  consultabile online anche qui.

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