sabato 11 agosto 2012

In Irlanda la sfida del rinnovamento. L'arcivescovo di Dublino su un recente sondaggio (O.R.)

L'arcivescovo di Dublino su un recente sondaggio

In Irlanda la sfida del rinnovamento


Dublino, 10. «Sono tanti in Irlanda a essere disposti a raccogliere la sfida del rinnovamento con la speranza che giunge loro attraverso la fede in Gesù Cristo». 

Lo ha sottolineato il vice presidente della Conferenza episcopale d'Irlanda, l'arcivescovo di Dublino e primate d'Irlanda, Diarmuid Martin, commentando nel sito dell'arcidiocesi, i risultati di una recente ricerca in tema di religione e ateismo nel mondo, promossa dalla rete indipendente di sondaggisti Win-Callup International. 
Ricerca dalla quale l'isola di san Patrizio emerge come uno dei Paesi più avanzati nel processo di secolarizzazione. In base allo studio, relativo al corrente anno, soltanto il 47 per cento della popolazione irlandese si definisce religiosa, mentre in un precedente sondaggio relativo al 2005 la percentuale era stata superiore di 22 punti, pari al 69 per cento. L'Irlanda risulta nei primi dieci Paesi a più alta concentrazione di persone atee.
Di fronte a questa realtà, l'arcivescovo di Dublino ha esortato la comunità dei fedeli a un nuovo slancio di evangelizzazione, cogliendo l'Anno della fede, indetto da Benedetto xvi per il prossimo ottobre come «un'altra occasione» -- dopo il Congresso eucaristico internazionale, svoltosi a Dublino nel giugno scorso -- «per contribuire a una rinnovata conversione a Cristo e alla riscoperta della fede». 
La Chiesa cattolica, ha osservato il presule «non può presumere che la fede passi automaticamente da una generazione all'altra o essere vissuta in pienezza da parte dei suoi stessi membri, ma questa ricerca è soltanto un'ulteriore sollecitazione a un forte processo di educazione alla fede». Uno strumento educativo prezioso, ha concluso, sono le direttive sulla catechesi Condividere la Buona Novella -- elaborate dall'episcopato -- anche se «l'applicazione prosegue a rilento».
Il sondaggio, è spiegato, riporta i risultati di questionari rivolti «a persone che si definiscono religiose» o «atee convinte». 
Le prime si attestano mediamente, in cinquantasette Paesi, sul 59 per cento; mentre per quanto concerne gli atei, si rileva dal 2005 una crescita del loro numero dal 4 al 7 per cento. I vetta alla classifica dei primi dieci Paesi per il sentimento religioso espresso dalla popolazione risulta il Ghana. Seguono Nigeria, Armenia, Figi, Macedonia, Romania, Iraq, Kenya, Perú e Brasile. Le dieci nazioni a più alta concentrazione di popolazione atea sono: Cina, Giappone, Repubblica Ceca, Francia, Corea del Sud, Germania, Paesi Bassi, Austria, Islanda, Australia e Irlanda. 
La ricerca ha preso come campione 51.927 intervistati in tutto il mondo. Da essa emerge anche che è il continente africano a esprimere il sentimento religioso più marcato, cui seguono l'America Latina, l'Asia del sud e i Paesi Arabi.

(©L'Osservatore Romano 11 agosto 2012)

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