sabato 11 agosto 2012

Celebrazioni ad Assisi per la chiusura dell'ottavo centenario di Santa Chiara

Celebrazioni ad Assisi per la chiusura dell'ottavo centenario di Santa Chiara

Oggi, nella memoria liturgica di santa Chiara di Assisi, si chiude ufficialmente l’ottavo centenario dedicato a questa luminosa figura. 800 anni fa Chiara fuggiva dalla casa paterna verso la Porziuncola per consacrare tutta se stessa a Dio, sui passi di san Francesco. Ieri sera veglia di preghiera nel santuario di san Damiano, mentre oggi nella Basilica di santa Maria degli Angeli il ministro generale dei Frati minori, padre José Rodriguez Carballo presiederà una solenne celebrazione eucaristica. Sul significato di questo centenario Paolo Ondarza ha intervistato suor Maria Chiara Cavalli, clarissa del Monastero di sant’Agnese a Perugia:

R. – Ricordare un centenario – otto secoli, nel nostro caso – è fare memoria delle proprie radici, riandare alla grazia delle origini, a quel flusso dello Spirito che è uno Spirito eterno in cui anche noi viviamo e a cui possiamo attingere.

D. – Ottocento anni è una distanza temporale significativa, eppure Santa Chiara resta ancora tanto attuale…

R. – Chiara di Assisi è una donna bella; bella della bellezza di chi ha incontrato Dio ed è vissuto di Lui, aprendo così ad altri una via da percorrere. Guardando a lei, anche in questi nostri giorni così ricchi di novità, possiamo incontrare il Figlio di Dio nel quale siamo resi figli, fratelli e madri. Chiara dice, in una lettera ad una sua sorella: “Conterrai Colui che i cieli non possono contenere”. Per abbracciare tutto, Chiara si fa accoglienza del Signore Gesù come Maria, per portare Gesù – l’amore che redime e salva – ad ogni persona. Anche oggi, tutti cercano un senso all’esistenza, una risposta alla domanda, alle domande che comunque, sempre ci tormentano. Le circostanze personali e sociali ci interrogano; prima o poi incontriamo il dolore. Guardando a Santa Chiara, incontrandola nei monasteri, nelle Clarisse, possiamo intuire una via verso il Cielo, scoprire quell’amore che da sempre cerchiamo e per il quale siamo fatti.

D. – La fuga notturna di Santa Chiara verso la Porziuncola, avvenuta 800 anni fa, non ha cambiato la vita solo di questa donna, ma ha cambiato la vita di un numero straordinario di persone. Ancora oggi, tante donne, tante ragazze scelgono di seguire Santa Chiara in una “via” controcorrente per i nostri giorni, che è quella della clausura: questa è anche la sua scelta, suor Maria Chiara. Che cosa spinge a fare questa scelta?

R. – E’ una scelta di amore: si può capire solo in questa ottica. Se siamo intelligenti, cioè leggiamo dentro le pieghe della nostra storia, di questa storia dell’epoca in cui viviamo, dell’epoca del trionfo della tecnica e dell’informatica, della scienza che sembra risolvere tutti i nostri problemi, ci accorgiamo che invece tutto grida verso un oltre. Come raggiungere il cuore degli uomini, i nostri fratelli più tormentati di ogni luogo della terra? L’indifferenza che sembra così dilagante, non ci appartiene, in verità. Siamo fatti per incontrare l’amore, il perdono, la misericordia, per noi e per tutti, nell’abbraccio della comunione dei Santi. Proprio per questo Chiara c’è, oggi come ieri. Vieni e vedi: non riesco a dire diversamente. Vieni e vedi, perché solo incontrando le clarisse, solo leggendo gli scritti di Chiara si può intuire questo grande mistero che può spaventare, forse, ma in realtà è a misura di persone; direi che realizza pienamente l’umano.

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