domenica 22 luglio 2012

Quelle gran brave persone. La riflessione di Salvatore Izzo su Gabriele e non solo...

Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo questa bellissima riflessione su cui vale la pena di soffermarsi e di raccogliere i pensieri...


QUELLE GRAN BRAVE PERSONE


di Salvatore Izzo
"E' un uomo sereno, si affida alla Provvidenza. D'altronde e' un uomo di fede".
Sono le parole che l'avvocato difensore, Cristiana Arru, ha utilizzato per descrivere ai giornalisti lo stato d'animo di Paolo Gabriele, il maggiordomo infedele del Papa, che dopo 60 giorni di arresti nella caserma della Gendarmeria vaticana ha ottenuto i domiciliari.
"Una buona notizia, la liberta' provvisoria", ha detto da parte sua la Radio Vaticana commentando il comunicato relativo alla decisione presa sabato 21 luglio dal giudice istruttore del Tribunale dello Stato della Citta' del Vaticano, professor Piero Antonio Bonnet.
E nello stesso servizio l'emittente ha riportato le frasi con le quali l'altro avvocato difensore, Carlo Fusco, ha voluto precisare che il maggiordomo spergiuro "e' stato sempre mosso e ed e' mosso tuttora dal desiderio di fare qualcosa che fosse un atto di aiuto, un atto di amore, potremmo dire, nei confronti del Santo Padre".
E' del tutto diverso, ovviamente, il caso del sacerdote Giangiacomo Ruggeri ripreso in spiaggia il 12 e 13 luglio scorso a Torrette di Fano dalle telecamere della Polizia di Stato mentre assumeva atteggiamenti non corretti verso una ragazza di soli 13 anni.
Ma accomuna le due vicende il tentativo della difesa di accreditare sui media un'immagine positiva della persona coinvolta: "e' un uomo di fede, una fede vissuta in grandissima trasparenza", ha dichiarato l'avvocato Sposito, legale di don Ruggeri, "un uomo - ha tenuto a ricordare - sottoposto ad un' indagine, tuttora in corso".
L'avvocato ha anche evidenziato che "sul web vengono riportate alcune presunte descrizioni dell'atteggiamento mostrato dal suo assistito nell'immediatezza della notifica dell'ordinanza di custodia cautelare" che "sembrano frutto di perizie sommarie e atecniche".
"Qualunque esternazione possa aver fatto il mio assistito al momento della notifica essa e' da ricondurre ad un contesto di grandissimo stress psico-fisico e non puo' certo costituire strumento per giungere a conclusioni inevitabilmente affrettate", ha aggiunto il legale pesarese con parole che richiamano molto quelle dette dagli avvocati del maggiordomo traditore del Papa chehanno parlato del loro assistito come di una persona "stressata", messa "sotto pressione sia sul lavoro che in famiglia", e finita cosi' a "commettere atti sicuramente discutibili".
Secondo l'avvocato Sposito - cosi' come per i legali di Paolo Gabriele - le prove contano relativamente, cio' che conta e' l'immagine positiva dell'assistito: "qualunque riscontro oggettivo necessita - ha affermato Sposito - di opportuna valutazione e non puo' mai, ancor meno prima di un confronto tra tutte le parti, essere considerato inequivoco". In sostanza, anche se ci sono documenti filmati e la legge parla molto chiaro sugli atti sessuali compiuti su minori di 14 anni, per l'avvocato di don Ruggeri, "qualunque riferimento a forme di violenza nei confronti della minorenne sono destituite di ogni fondamento". E, analogamente, i legali del maggiordomo sostengono che nemmeno il reato di "furto aggravato" possa essere provato con il ritrovamento in casa di Paolo Gabriele di una mole ingente di documenti sottratti dall'Appartamento Pontificio.
Strategie difensive speculari quelle scelte dai legali nei rapporti con i media (che ancora una volta si dimostrano poco attrezzati quanto a capacita' critica) pur in casi cosi' diversi, anche se entrambi drammatici e, almeno secondo me, estremamente gravi sotto il profilo penale, nonostante si cerchi derubricare i reati commessi. Un tentativo che trova come fertile terreno di coltura una mentalita' perdonista (e molto negativa) ancora diffusa nella Chiesa Cattolica, dove abbiamo visto a causa di essa il proliferarsi dei casi di pedofilia.
Si dimentica facilmente che c'e' una vittima (il Papa per il furto dei documenti e soprattutto la violazione del suo ministero di pastore supremo con un atto che ha ferito tutti i cattolici, e, nel caso di Fano, una bambina di 13 anni) e un aggressore (in Vaticano il maggiordomo e a Fano il prete che sui media locali si vuol far passare come un "fidanzatino" e che il padre stesso della tredicenne definisce in una sconcertante intervista "una brava persona un po' esuberante").
Il perdono cristiano non e' cancellare responsabilita' ma riaccogliere il fratello che ammette l'errore, paga per questo, e vuole convertirsi, cioe' non puo' essere un atto dovuto ma il punto d'arrivo di un percorso di conversione.
E cosi' le riflessioni piu' appropriate che io abbia trovato in queste ore sono proprio quelle di un sito internet che ripropone una riflessione sulle "crisi esistenziali" scritta, in tempi non sospetti e con un inquietante sdoppiamento di personalita', proprio da don Giacomo Ruggeri, righe che potrebbero essere anche lette come una richiesta di aiuto che nessuno ha saputo cogliere.
"Non sono solo i giovani - si legge nel post - ad essere in crisi. Lo sono anche gli adulti quando rinunciano a scegliere, ad assumersi responsabilita' e impegni".
La via di salvezza per i giovani, e non solo per loro, dunque, contrariamente a quel che sostengono gli avvocati difensori di Gabriele e Ruggeri, e' l'ammissione delle colpe, cioe', spiegava il sacerdote qualche settimana prima di essere colto sul fatto, "riconoscere che senza l'umilta' non si viene innalzati; se non si impara a tendere la mano si crescera' nell'idolo della propria immagine che puo' tutto. E invece non puo' nulla. Ben venga, allora, la crisi esistenziale (...) se questa puo' servire a far prendere coscienza che la forza (di ciascuno, ndr) dipende dal chiamare per nome cio' che vive in lui.

7 commenti:

mariateresa ha detto...

grazie.

laura ha detto...

D'accordo con l'articolo, assolutamente non scusabili gli "imputati": il perdon cristiano è una cosa, la giustizia , un'altra!!!! e chi ha subto una danno grave! deve essere tutelato per quanto possibile, anche se i danni morali sono incalcolaili e le ferite dlle vittime non sempre guaribili

Andrea ha detto...

Per essere schematici: la Chiesa Cattolica è storicamente accusata dai Protestanti di perdonismo ("tanto c'è la Confessione sacramentale...").
Ma ai nostri giorni è lampante che il trionfo della mentalità protestantica ("la coscienza del singolo è insindacabile") ha portato all'esplosione del buonismo /Satanismo ("non esiste ALCUN PECCATO, né Originale né attuale")

Ambrosiano e cattolico ha detto...

Una delle opere di falsità del nostro periodo è il cercar di distruggere le coscienze e il sentir comune delle persone:
così, tra le tante cose, abbiamo anche che
il traditore diventa da elogiare
e il tradito da dileggiare.

GUIDO ha detto...

La riflessione di S. Izzo è precisa e opportuna.
La morale cattolica purtroppo sembra alla deriva.A furia di perdonare qualunque crimine si svilisce Dio e la Giustizia di Dio.
Il problema è antico :Zosimo,già nel V sec.d.C.; afferma che Costantino dopo aver commesso il crimine dell'omicido della moglie Fausta e del Figlio Crispo chiese l'assoluzione ai sacerdoti della fede antica ma gli fu negata...allora si rivolse ai cristiani che perdonano tutto...ma così si è finito per render Dio odioso e complice del crimine.
Il perdono si può conceder ma dopo un cammino lungo anni di espiazione e riparazione per la colpa commessa.
Altrimenti è solo un burlarsi di Dio e del Cristo e dello Spirito Santo!

Anonimo ha detto...

Raffaella,
grazie del grassetto al punto giusto.
Purtroppo vivamo tempi in cui assumersi le proprie responsabilita' e' considerata cosa da scemi, perche' tanto c'e' sempre una scappatoia legale, un cavillo a cui appellarsi e via di questo passo.
Tutto frutto di una mentalita' atea, per cui cio' che conta e' l'immagine e basta.
Ma di fronte al Padreterno che storielle penseranno di inventarsi?
Il cammino del perdono e' lungo e difficile, ma e' l'unico che ti guarisce dentro (anche a livello psicologico!) proprio perche' non c'e' la negazione di un atto compiuto ma la sua piena assunzione e la decisione di non ripetere tale esperienza devastante a tutti i livelli.
E il primo passo per poter vivere questa realta' e' assumersi le proprie responsabilita', nel bene e nel male. Non accampare storielle.

Anonimo ha detto...

Ma non facciamo gli ipocriti!

Quando i mandanti di questi crimini odiosi commessi da Gabriele non dico che non vengano puniti, ma neppure nominati e restano ai loro posti di prestigio in Vaticano, ci vogliamo accanire contro il pesce piccolo esecutore materiale delle loro diavolerie?

Io sono d`accordo con voi che Gabriele vada punito, ma con lui chi lo ha guidato.
Ora accanirsi contro di lui, ma non una parola sui suoi complici, mi pare eccessivo. O tutti o nessuno. Senza voler prendere le sue difese nella maniera più assoluta, ma una giustizia che punisce il mariuolo ma non sfiora il mandante non è giustizia.

Il perdono ci è non richiesto da Cristo che non ha posto alcuna condizione. Sarà Lui a fare giustizia.