lunedì 2 luglio 2012

Mons. Muller nuovo Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Il Papa ha scelto un vescovo con motto "Dominus Jesus" (Izzo)

PAPA: MONSIGNOR MULLER NUOVO PREFETTO CONGREGAZIONE DELLA FEDE


Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 2 lug. 



Benedetto XVI ha accolto la rinunzia presentata, per raggiunti limiti di eta', dal cardinale William Joseph Levada agli incarichi di prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e di presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, della Pontificia Commissione Biblica e della Commissione Teologica Internazionale, ed ha chiamato a succedergli nei medesimi incarichi monsignor Gerhard Ludwig Muller, finora vescovo di Ratisbona, elevandolo in pari tempo alla dignita' di arcivescovo.
Dopo sette anni, dunque, un tedesco torna alla guida dell'ex Sant'Uffizio del quale e' stato per oltre 20 anni prefetto Joseph Ratzinger. 

Dato lo stretto legame tra Muller (che presiede in Germania la Fondazione Ratzinger) e il Papa questa decisione era temuta ed erano state per questo fatte circolare voci su una sua presunta vicinanza al teologo peruviano Gustavo Gutierrez, uno dei padri della Teologia della Liberazione, che non e' stato mai condannato dall'autorita' ecclesiastica, e piu' in generale su una sua eccessiva apertura in campo teologico. I due dossier piu' delicati che il cardinale statunitense Levada (dimessosi a 76 anni, avendo conseguito ottimi risultati ad esempio nella creazione degli ordinariati in Gran Bretagna, Stati Uniti e Australia per il rientro degli anglicani che chiedono la piena comunione) lascia al 64enne vescovo di Ratisbona riguardano pero' la repressione del tragico fenomeno della pedofilia - che e' competenza esclusiva del dicastero secondo quanto voluto dallo stesso Ratzinger per evitare ogni rischio di perdonismo e insabbiamento - e il dossier dei lefebvriani.
Per la gestione dei rapporti con i tradizionalisti, monsignor Muller sara' affiancato da un vice-presidente della Commissione Ecclesia Dei, l'arcivescovo domenicano statunitense Augustin Di Noia, nominato nei giorni scorsi dal Papa che lo ha spostato dalla Congregazione dei sacramenti. 

Su entrambe le questioni il Papa sta procedendo; e' essenziale che tra il responsabile della Congregazione della Dottrina della Fede e il Papa ci sia assoluta identita' di vedute. E la scelta di Benedetto XVI e' caduta su un vescovo che sente particolarmente vicino. 


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PAPA: PER CDF HA SCELTO VESCOVO CON MOTTO "DOMINUS IESUS"

Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 2 lug. 


Benedetto XVI ha scelto per guidare la Congregazione della Dottrina della Fede un presule che ha come motto episcopale il titolo del documento "Dominus Iesus" che ribadisce l'unicita' del messaggio cristiano e della salvezza che esso annuncia mettendo in guardia dal rischio del sincretismo che si nasconde dietro un malinetso pluralismo. Un testo che fu molto contestato all'indomani della sua pubblicazione a firma dell'allora cardinale Joseph Ratzinger. E che l'abbinamento tra l'istruzione della CDF e il motto episcopale di Muller non sia casuale lo dimostrano le date: il nuovo prefetto e' stato nominato infatti vescovo di Ratisbona da Giovanni Paolo II nel 2002, cioe' nel pieno della tempesta, visto che il documento e' del 2000.
Le reazioni al testo, soprattutto di parte ebraica e protestante ed anche all'interno della Chiesa, furono cosi' forti e indirizzate contro Ratzinger anche a livello personale, che Papa Wojtyla volle intervenire sulla questione all'Angelus del 1 ottobre 2000, cioe' appena un mese dopo la pubblicazione, per assumersi pienamente la responsabilita' della dichiarazione, garantendo anche che non era un passo contro l'ecumenismo e il dialogo interreligioso. 

La decisione di monsignor Muller di adottare il titolo come motto episcopale fu dunque una precisa scelta di campo. "La presente dichiarazione - si legge nel documento - interviene per richiamare ai vescovi, ai teologi e a tutti i fedeli cattolici alcuni contenuti dottrinali imprescindibili, che possono aiutare la riflessione teologica a maturare soluzioni conformi al dato di fede e rispondenti alle urgenze culturali contemporanee".
Il Vangelo stesso, d'altra parte, afferma che "nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare". 

Mentre rappresentano un serio pericolo per la fede cristiana, secondo il documento firmato dal cardinale Ratzinger e voluto da Papa Wojtyla, "certe teorie di tipo relativistico, che intendono giustificare il pluralismo religioso, non solo de facto ma anche de iure o di principio".
Dunque resta attuale il richiamo - fatto proprio dal vescovo di Ratisbona nella scelta del suo motto episcopale - agli indispensabili elementi della dottrina cristiana, la cui difesa e' compito specifico del dicastero affidato oggi proprio a Muller e che nel documento sono indicati come presenti nell'insegnamento tradizionale della Chiesa, cosi' come esso e' confessato nel Credo di Nicea e confermato dal Concilio Vaticano II, e cioe' che Gesu' Cristo, il Verbo di Dio fatto carne, Figlio del Padre, ha un ruolo assolutamente unico nella salvezza del mondo. Cosi' come questo Pontificato e' del tutto in linea con le parole del Papa polacco nell'Angelus del primo ottobre 2000, "con l'Apostolo Pietro noi confessiamo che in nessun altro nome vi e' la salvezza". 



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