giovedì 12 luglio 2012

Il rapporto “di grande e reciproco rispetto” ma anche di “semplice umanità” e “schietta amicizia” con Benedetto XVI è “una delle componenti più belle” del settennato di Giorgio Napolitano (Velino)


NAPOLITANO: CON IL PAPA RAPPORTO DI GRANDE AFFINITÀ


Intervista del presidente all'O.Romano: In Italia momento molto, molto, molto difficile. Serve moderazione


Roma - Il rapporto “di grande e reciproco rispetto” ma anche di “semplice umanità” e “schietta amicizia” con Benedetto XVI è “una delle componenti più belle” del settennato di Giorgio Napolitano di cui il presidente è più grato. 
Il presidente della Repubblica lo ha confidato all’Osservatore romano, in una intervista a margine del concerto di ieri a Castel Gandolfo. “Abbiamo scoperto insieme una grande affinità – racconta -, abbiamo vissuto un sentimento di grande e reciproco rispetto. Ma c’è di più, qualcosa che ha toccato le nostre corde umane. (...) Ci sentiamo in un certo senso vicini, anche perché chiamati a governare delle realtà complesse”. Il Papa, anche come guida della Chiesa, Napolitano “al vertice delle istituzioni della Repubblica italiana in un momento molto, molto difficile”. 
E aggiunge: “Ecco, io sento molto questa mia missione di moderatore: e cosa dire della analoga missione che spetta al Pontefice?”. Anche per questo, Napolitano è stato “l’architetto” ieri del concerto ospitato a Castel Gandolfo. Un appuntamento pensato per far conoscere più da vicino due uomini che diffondono lo stesso messaggio di pace: il Papa e il Maestro Daniel Barenboim con la sua orchestra di giovani artisti israeliani, palestinesi, siriani, libanesi, egiziani, americani, tedeschi, spagnoli, argentini.
“Da molti anni conosco e intrattengo un rapporto fatto di ammirazione e di amicizia profonda con il maestro Barenboim. Conosco bene anche la sua orchestra di giovani – racconta il capo dello Stato -. Incredibile come questi ragazzi riescano ad affratellare tanti giovani diversi, come la musica dia quello che purtroppo ancora oggi i Governi e la politica non riescono a dare, cioè un senso di pace, di partecipazione, di condivisione di valori comuni che parlano di solidarietà, di spiritualità. 
Il Papa doveva conoscere questa realtà" – aggiunge - e quando Napolitano gliene ha parlato in un colloquio, qualche tempo fa, “ha mostrato di comprenderne immediatamente l’importanza, ha voluto saperne di più. E poi il grande dono. Il dono che lui ha fatto a questi giovani accogliendoli in casa. Anche per il maestro Barenboim è stato un grande regalo. Sono rimasti profondamente toccati da tanta sensibilità”. 
Da ultimo, il presidente della Repubblica ricorda il messaggio di Benedetto XVI in occasione del 150esimo anniversario dell’unità d’Italia: “lo porto e lo porterò sempre con me, come retaggio del mio mandato presidenziale. Ci si poteva aspettare certo un messaggio cordiale, formale, ma non tanto impegnativo come invece sono state le sue parole e anche il suo giudizio storico. E questo dimostra veramente come in Italia lo Stato e la Chiesa, il popolo della Repubblica e il popolo della Chiesa, siano così profondamente e intimamente uniti”.  


© Copyright (ilVelino/AGV)

Nessun commento: