lunedì 9 luglio 2012

Il Papa: ho “spesso pensato a questi giorni di Nemi che sono in me parte essenziale dell’esperienza del Concilio, forse il più bel ricordo di tutto il Concilio” (Velino)

IL PAPA A NEMI: IL PIÙ BEL RICORDO DEL CONCILIO


“Ero un teologo senza grande importanza”. Il contatto con la natura e con i teologi dell’epoca. Ma “non ho mai realmente capito la controversia tra le scuole di Lovanio e Münster”


Roma - Papa Benedetto visita il Centro “Ad Gentes” dei Missionari Verbiti a Nemi (Roma) e ricorda il periodo del Vaticano II quando – “teologo senza grande importanza, molto giovane, invitato non so perché” ha detto – ha lavorato in questa sede come membro della “Commissione conciliare delle missioni”. 
Ratzinger era giunto a Roma al seguito dell’allora arcivescovo di Colonia, il cardinale Joseph Frings, come perito. Quell’esperienza – ha ricordato – è stata “un arricchimento spirituale, un grande dono”. Quello sulle missioni – appunta – “era un decreto senza grandi controversie. 
C’era questa controversia, che io non ho mai realmente capito, tra la scuola di Lovanio e quella di Münster: scopo principale della missione è l’implantatio Ecclesiae o l’annunzio Evangelii? Ma tutto convergeva in un unico dinamismo della necessità di portare la luce della Parola di Dio, la luce dell’amore di Dio nel mondo e di dare una nuova gioia per questo annuncio”. E così “è nato in quei giorni un decreto bello e buono” e “per me è anche un complemento molto buono della Lumen gentium, perché vi troviamo un’ecclesiologia trinitaria, che parte soprattutto dall’idea classica del bonum diffusivum sui, il bene che ha la necessità in sé di comunicarsi, di darsi”.
Da allora, il Papa ha “spesso pensato a questi giorni di Nemi che sono in me parte essenziale dell’esperienza del Concilio, forse il più bel ricordo di tutto il Concilio”. 
E ricorda: “Io abitavo nel centro di Roma, nel Collegio di Santa Maria dell’Anima, con tutto il rumore: tutto questo è anche bello! Ma stare qui nel verde, avere questo respiro della natura e anche questa freschezza dell’aria, era già in sé una cosa bella. E poi c’era la compagnia di tanti grandi teologi, con un incarico così importante e bello di preparare un decreto sulla missione”. Tra questi il generale di quel tempo, padre Schütte, “che aveva sofferto in Cina, era stato condannato, poi espulso. Era pieno di dinamismo missionario, della necessità di dare un nuovo slancio allo spirito missionario”. Poi c’era Fulton Sheen, “che ci affascinava la sera con i suoi discorsi, e padre Congar e i grandi missiologi di Lovanio”. Il Papa si è felicitato della crescita dela congregazione dei Verbiti, auspicando che “le stesse forze ispiratrici dello Spirito Santo che ci hanno accompagnato in quei giorni quasi visibilmente siano di nuovo presenti tra voi e vi aiutino a trovare la strada per la vostra Compagnia”.  


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