domenica 15 luglio 2012

Il Papa a Frascati: i discepoli devono parlare a nome di Gesu' e predicare il Regno di Dio, senza essere preoccupati di avere successo

Su segnalazione di Laura leggiamo:



Papa, visita e messa a Frascati 32 anni dopo Giovanni Paolo II


Città del Vaticano, 15 lug. (Adnkronos/Ign) 


Messa a Frascati oggi per Benedetto XVI, dopo quasi 32 anni dalla visita di Wojtyla alla cittadina laziale.
Il Pontefice ha ribadito stamane durante la messa che i cristiani impegnati nei diversi ambiti della vita, compreso quello della vocazione sacerdotale e del matrimonio, sono impegni che valgono e vanno assunti per l'intera esistenza.
''La verginita' per il Regno di Dio -ha detto il Papa - e il matrimonio sono entrambe vocazioni, chiamate di Dio a cui rispondere con e per tutta la vita. Dio chiama: occorre ascoltare, accogliere, rispondere''.
Durante la breve visita a Frascati, il Papa si e' recato prima all'interno della Cattedrale dove si e' soffermato in preghiera davanti all'eucaristia, quindi e' uscito a presiedere la messa sul sagrato della chiesa nella piazza San Pietro di Frascati. 
All'inizio dell'omelia il Papa ha salutato il Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Bertone, titolare della diocesi suburbicaria della cittadina vicino Roma. ''Cari fratelli e sorelle -ha esordito Benedetto XVI- sono molto lieto di essere oggi in mezzo a voi per celebrare questa eucaristia e per condividere gioie e speranze, fatiche e impegni, ideali e aspirazioni di questa comunita' diocesana''.
''Saluto -ha aggiunto il signor cardinale Tarcisio Bertone, mio Segretario di Stato e titolare di questa Diocesi''. Quindi il Papa ha rivolto un altro saluto al vescovo della citta', monsignor Raffaello Martinelli.
Durante la messa il Papa ha ricordato che Gesu' si avvalse dell'aiuto di alcuni uomini, i suoi discepoli, per diffondere la parola di Dio e li avverti' di due cose: e' necessario rinunciare al denaro e non farsi spaventare da chi vi respinge. Un messaggio che, ha valore ancora oggi.
''Il fatto che Gesu' chiami alcuni discepoli a collaborare direttamente alla sua missione - ha affermato Ratzinger - manifesta un aspetto del suo amore: Egli non disdegna l'aiuto che altri uomini possono recare alla sua opera; conosce i loro limiti, le loro debolezze, ma non li disprezza, anzi, conferisce loro la dignita' di essere suoi inviati''. 
''Gesu' -ha aggiunto- li manda a due a due e da' loro istruzioni, che l'evangelista riassume in poche frasi''.
''La prima -ha detto il Papa- riguarda lo spirito di distacco: gli apostoli non devono essere attaccati al denaro e alle comodita'. Gesu' poi avverte i discepoli che non riceveranno sempre un'accoglienza favorevole: talvolta saranno respinti; anzi, potranno essere anche perseguitati''. 
Tuttavia questo ''non li deve impressionare: essi devono parlare a nome di Gesu' e predicare il Regno di Dio, senza essere preoccupati di avere successo''.


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