lunedì 9 luglio 2012

Il Papa: "Ero un teologo giovane, senza grande importanza invitato chissà perchè..." (Izzo)

PAPA: 47 ANNI FA ERO GIOVANE TEOLOGO SENZA IMPORTANZA


Salvatore Izzo


(AGI) - Nemi, 9 lug.


Nel marzo 1965, quando si riuni' a Nemi la Commissione preparatoria del decreto "Ad Gentes", Joseph Ratzinger aveva 38 anni.
"Ero un teologo giovane, senza grande importanza invitato chissà perchè", ha affermato oggi nel corso della visita al Centro "Ad Gentes" dove vescovi ed esperti si erano riuniti. "Ero in compagnia di tanti grandi teologi", ha detto il Papa ricordando tra gli altri il generale di allora dei Verbiti, padre Jhoannes Schutte, "che era stato condannato in Cina ed espulso, ma era pieno di slancio missionario", e il teologo domenicano poi nominato cardinale da Giovanni Paolo II, padre Yves Congar. "Fortunatamente c'e' Ratzinger. E' ragionevole, modesto, disinteressato, di buon aiuto", scrisse invece il grande teologo domenicano Yves Congar sul suo diario il 31 marzo 1965, come riporta il sito specializzato Vaticaninsider
A quei lavori preparatori, Joseph Ratzinger contribui' in particolare con un suo testo - appena sfornato - sul fondamento teologico della missione della Chiesa ("Considerationes quoad fundamentum theologicum missionis Ecclesiae") redatto in latino e recentemente riproposto dalla rivista del Centro studi sul Vaticano II della Pontificia Universita' Lateranense. 
Il testo, che ispiro' alcuni passaggi del primo capitolo del decreto conciliare dedicato ai principi dottrinali della missione della Chiesa, secondo Vaticaninsider, "offre spunti quanto mai attuali anche oggi, in vista del Sinodo sulla nuova evangelizzazione e dell'Anno della Fede". 
Ratzinger scriveva infatti che la missione "non e' una battaglia per catturare gli altri e prenderli nel proprio gruppo". E che e' proprio sbagliata l'ottica del proselitismo, la corsa cioe' a battezzare i non cristiani indipendentemente da un reale cammino di fede, e cioe' di conversione, cosi' come lo e' rinunciare ad annunciare loro il Vangelo in nome di un malinteso pluralismo, in quanto "nessuno sforzo umano e nessuna religione in se' puo' salvarli, perche' ogni salvezza viene da Cristo".


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