lunedì 16 luglio 2012

Il "crudele" destino del Cristianesimo liberal (New York Times)

Clicca qui per leggere l'articolo segnalatoci da Mariateresa. Qui una traduzione sommaria.
Si conferma il costante declino di questa visione del Cristianesimo che non attrae per nulla i giovani. Si puo' parlare di gregge smarrito con un avvertimento: tale gregge non e' quello del Papa ma quello di Kung e soci.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

il problema è che quel liberalismo ha invaso intere diocesi e nazioni: Svizzera (pochi vescovi non liberal continuamente mobbizzati), Austria (vescovi che non hanno il coraggio di prendere la minima posizione contro il preti disobbedienti), Germania (dove mons. Müller, pur essendo collocabile al centro, veniva percepito quale presule molto conservatore, dove card. Woelki non fa altro che parlare della positività delle unioni gay (cosa che mi ha schockato!); la Francia; non nominiamo il Belgio (oramai un cimitero (in un articolo in francese lessi che forse a Brusselles ci sono più musulmani che cattolici!).

Non c`è da gioire tanto di questa estinzione dei liberal, perché questi hanno fatto terra bruciata intorno a sé: estinti questi moltissime parrocchie chiuderebbero.
Senza un ricambio generazionale nell`episcopato, oramai cresciuto con queste idee pseudo-conciliari, che con il concilio non hanno quasi nulla a che fare, non si riuscirà a invertire la tendenza.
I preti giovani sono più tradizionalisti, più cattolici e fieri di esserlo, sono i vescovi che mi preoccupano.

Raffaella ha detto...

Verissimo ma quei giovani preti, piu' preparati, piu' legati al Santo Padre, prima o poi, diventeranno vescovi andando a sostituire una generazione che, salvo eccezioni luminose, ha fatto solo male alla Chiesa.
R.