lunedì 23 luglio 2012

Fuga di documenti vaticani: dura smentita di padre Lombardi su quanto pubblicato oggi da un quotidiano italiano (Radio Vaticana)

Fuga di documenti vaticani: dura smentita di padre Lombardi su quanto pubblicato oggi da un quotidiano italiano


Nuova dura smentita del direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi sulla questione della fuga di documenti vaticani riservati: riguarda per l’ennesima volta il quotidiano La Repubblica, che ha pubblicato oggi un articolo praticamente copiato da un servizio di una settimana fa di Die Welt. Pubblichiamo di seguito il testo:


L’articolo di Repubblica di questa mattina sulla vicenda della fuga di documenti vaticani ricopia (in diverse espressioni anche letteralmente e non solo nella citazione finale) un articolo firmato da Paul Badde, apparso su Die Welt online una settimana fa (15 luglio), senza aggiungere praticamente nulla se non alcuni argomenti non pertinenti e interpretati in modo infondato. Faccio notare che l’articolo di Die Welt non era stato ripreso finora dalla generalità della stampa tedesca, che ne aveva giustamente riconosciuto l’evidente parzialità e la grave responsabilità di indicare alcune persone come corresponsabili senza argomenti oggettivi. Per questo non avevo ritenuto opportuno reagire ad esso con decisione.


Ho ripetuto molte volte che il fatto di essere sentiti da una commissione nel corso delle sue indagini non significa in alcun modo essere sospettati. Era ovvio che le tre persone indicate nell’articolo possano essere state ascoltate, ma ciò non dice nulla sul loro essere sospettate di corresponsabilità e “complicità” (come afferma – fatto di estrema gravità – il rimando in prima pagina del giornale). La frase del card. Herranz sulle “sorprese” dell’inchiesta aveva – come egli stesso mi spiegò – il significato opposto a quello che gli è stato attribuito, cioè le “sorprese” alla fine sarebbero state quelle di molti giornalisti che si erano immaginati spiegazioni infondate. Ciò vale anche per questo articolo.


La mia prudenza nel parlare delle indagini e delle persone è sempre stata motivata dalla stessa ragione: il rispetto del segreto sulle indagini e della comunicazione dei risultati da parte delle legittime istanze nel tempo e nel modo debito, opponendomi ad indiscrezioni parziali e incontrollate i cui risultati deleteri sono sempre evidenti. Certamente non ha alcun senso mettere in collegamento la mia prudenza con quanto affermato oggi in questo articolo, di cui il minimo che possa dire è che ritengo gravissimo gettare simili sospetti su persone degne di rispetto, che hanno svolto con impegno molti anni di servizio totalmente dedicato alla persona del Santo Padre.


L’affermazione, fatta per dovere: “Com’è ovvio, per tutti vale la presunzione di innocenza”, alla luce dell’articolo e della sua presentazione appare perlomeno ipocrita. Quanto a un loro “allontanamento” dai loro incarichi, il card. Sardi ha terminato il suo compito in Segreteria di Stato quando aveva ormai compiuto i 75 anni, la signora Stampa continua a lavorare in Segreteria di Stato, e Sua Ecc. Clemens è Segretario del Pontificio Consiglio dei Laici da diversi anni ed è falso che abbia ricevuto dal Papa una lettera come quella descritta nell’articolo di Die Welt (lettera a cui Repubblica fa riferimento solo indirettamente).


A questo punto è giusto far notare come l’informazione data in articoli di Repubblica su tutta questa vicenda sia stata particolarmente – e direi inspiegabilmente – caratterizzata da interventi che ho dovuto ripetutamente e pubblicamente smentire. Ricordo semplicemente alcune occasioni più evidenti. La presunta intervista (mai esistita) con la moglie di Paolo Gabriele poco dopo l’arresto (27 maggio); l’intervista con un monsignore non identificato in cui si affermava l’esistenza di una (assolutamente inesistente) équipe di “relatori” coordinata da una donna, che doveva riferire direttamente al Papa (28 maggio); l’articolo su un presunto “hacker” (assolutamente inesistente) consulente informatico del Vaticano improvvisamente scomparso (14 giugno); l’indicazione di tre nomi di cardinali che sarebbero stati interrogati dalla Commissione cardinalizia (falso in tutti e tre i casi) (19 giugno). Ora questo articolo copiato in modo praticamente letterale dal tedesco una settimana dopo, che addita intenzionalmente come “complici” tre persone degne di stima e rispetto sembra colmare la misura.


In un tema complesso e delicato come questo, mi sembra che i lettori di uno dei più diffusi quotidiani italiani meritassero ben altro rispetto della correttezza e della deontologia dell’informazione.


Copyright Radio Vaticana


Come come come? Non si e' reagito all'articolo di Badde solo perche' "non era stato ripreso finora dalla generalità della stampa tedesca"? Come?
Non ho parole! Se un articolo non e' fondato VA SMENTITO ALL'ISTANTE E CON DECISIONE. Non si lascia trascorrere un'intera settimana per poi lamentarsi quando la notizia approda sui media italiani.
Mi dispiace ma non ci sto! 
R.

14 commenti:

anonimo vaticano ha detto...

badde è uomo integerrimo e non è stato smentito per una settimana intera nemmeno quando è stato ripreso copiato e incollato dall'agenzia dei vescovi austriaci.
ma chi vogliono prendere per il naso?

Anonimo ha detto...

Mi sembra che la sala stampa della Santa Sede arrivi con un certo ritardo. Cosa li ha trattenuti dal smentire Badde all'uscita dell'articolo. Mi permetto poi di sottolineare che Paul Badde è, con Peter Seewald, un dei giornalisti di lingua tedesca più onesti e equilibrati che si possano trovare sulla piazza. E questo a prescindere dal fatto che le sue illazioni abbiano un fondamento oggettivo o meno.
Alessia

Anonimo ha detto...

PAPA: NOMINA CELATA VICE CAMERLENGO =
(AGI) - Castel Gandolfo, 23 lug. - Benedetto XVI ha nominato
Vice Camerlengo di Santa Romana Chiesa monsignor Pier Luigi
Celata, gia' segretario del dicastero per il dialogo
interreligioso. L'incarico era ricoperto dal cardinale Paolo
Sardi, che si e' dimesso da oltre un anno. (AGI)
Saluti, Eufemia

Anonimo ha detto...

Ahimè, se lo scopo era quello di tutelare il buon nome di queste persone, temo che l'effetto non sarà quello sperato.
Alessia

Anonimo ha detto...

Sembra come se si sperasse che la cosa non venisse fuori. I tedeschi, visto che va tanto di moda accussare di tutto gli italiani, non facevano certo una "bella figura", come dicono sempre in italiano gli stranieri tanto più bravi di noi.Badde aveva anche difeso Mixa che, pretestuosamente, stato segato dai suoi compatrioti. Eufemia

Anonimo ha detto...

quando ci sono di mezzo i cardinali in vaticano scattano come molle.

Raffaella ha detto...

D'accordo con Anonimo, Alessia ed Eufemia: Badde e' uno dei migliori giornalisti tedeschi.
Liberissimi in Vaticano di smentire uno dei suoi articoli ma e' inaccettabile che la bocciatura arrivi ad otto giorni di distanza e solo perche' e' intervenuta Repubblica.
R.

Laurentius ha detto...

Come siamo piccoli, tutti incentrati solo sull'Italia... che tristezza

Anonimo ha detto...

Già, peccato non abbiano fatto lo stesso nel 2010 quando a venire vergognosamente chiamato in causa era il Papa. Comunque, qui non si tratta solo di un cardinale, ma anche di una laica e di un vescovo.
Alessia

Raffaella ha detto...

E' questo che non riesco ancora a superare ne' a perdonare.
Questa durezza andava esibita nel 2010.
R.

Anonimo ha detto...

L'articolo di Badde l'ho letto su diversi siti cattolici in varie lingue,ergo una certa'vsibilità'l'aveva avuta;anche a me era sembrato molto equilibrato,rispettoso ed equidistante,cosa assai rara dalle nostre parti,evidentemente ha rasentato non volendo qualche zucchetto rosso porpora di troppo...

Raffaella ha detto...

Si'! E' rimasto in evidenza anche su questo blog fino a ieri mattina.
R.

Anonimo ha detto...

Essì, all'epoca sì che sarebbe stata utile l'uscita di qualche "pezzetto di carta" che provasse stavano le cose.
Quello era il momento di agire per amore del Papa e della pulizia, cari Paoletto e amici, chiunque siate.
Alessia

Raffaella ha detto...

Grande Alessia!
Se il corvo o i corvi avessero veramente voluto aiutare il Papa, non sarebbe stato difficile far trapelare certe carte, per esempio le tre lettere scritte dal cardinale Ratzinger nel 1988:

http://paparatzinger4-blograffaella.blogspot.it/2011/07/linflusso-del-cardinal-ratzinger-nella.html

Oppure il documento (pubblicato nel libro di Nuzzi ma "dimenticato dai media) che si riferisce a Maciel:

http://paparatzinger5blograffaella.blogspot.it/2012/06/quelle-pagine-del-libro-di-nuzzi-che.html

Era quello il momento di allungare le manine (io avrei applaudito...ubi maior minor cessat!) ma, stranamente, allora non uscivano certi documenti riservati.
Ma a chi vogliono darla a bere? Ma su'!
R.