lunedì 4 giugno 2012

Volti, fatti e incongruenze dell'inchiesta Vatileaks secondo TMNews


Vaticano/ Volti, fatti e incongruenze dell'inchiesta Vatileaks


Da oggi al via gli interrogatori formali al maggiordomo del Papa


Città del Vaticano, 4 giu. (TMNews) 


Corvi, talpe, maggiordomi, interrogatori, nuove fughe di notizie, smentite e indagini a tappeto. La fuga di documenti riservati della Santa Sede, iniziata mesi fa alla trasmissione di Gianluigi Nuzzi 'Gli Intoccabili' e sul 'Fatto quotidiano' per la penna di Marco Lillo, è esplosa con la recente pubblicazione di un libro dello stesso Nuzzi, 'Sua Santità' (Chiarelettere). Una vicenda intricata, un 'feuilleton' vaticano, con molte ipotesi, moltissimi veleni, e pochi punti fermi, a partire dagli interrogatori dell'unico indagato iniziati questa sera.


IL MAGGIORDOMO - Tredici giorni fa, mercoledì 23 maggio, la gendarmeria vaticana ha arrestato Paolo Gabriele, assistente di camera del Papa con l'accusa di "furto aggravato" di documenti riservati del Papa. I gendarmi li hanno trovati a casa sua, situata all'interno dello Stato del Vaticano, durante una perquisizione mirata. La notizia è stata data dapprima dal 'Foglio', venerdì 25, e poi confermata oralmente dal portavoce vaticano Federico Lombardi, che solo il giorno dopo ha confermato anche il nominativo dell'accusato. Il 'maggiordomo' del Papa, chiamato "Paoletto" in Vaticano, fa parte del cerchio più ristretto della 'famiglia pontificia', composto, oltre che da Benedetto XVI, dal segretario personale, mons. Georg Gaenswein, dal 'secondo' segretario, mons. Alfred Xuareb, dalle quattro 'memores Domini', laiche consacrate di Comunione e liberazione (Loredana, Carmela, Cristina e Rossella). Paolo Gabriele fu assunto nella prefettura della Casa pontificia durante il Pontificato di Giovanni Paolo II. Da quando è stato arrestato, non è stato formalmente sostituito, sebbene al suo posto sia comparso, accanto al Papa sulla jeep che fa il giro di piazza San Pietro all'udienza generale del mercoledì o nel recente viaggio a Milano un addetto all'anticamera pontificia di nome Sandro Mariotti.

IL PROCESSO - Il processo entra nel vivo oggi con l'avvio degli "interrogatori formali" a carico del 'maggiordomo' del Papa. Immediatamente dopo l'arresto, Paolo Gabriele ha avuto un primo colloquio con il Promotore di Giustizia, prof. Nicola Picardi, titolare della 'istruttoria sommaria'. E' poi iniziata la 'istruttoria formale' condotta dal Giudice istruttore, prof. Piero Antonio Bonnet, nel quadro della quale gli avvocati di Paolo Gabriele hanno presentato istanza per gli interrogatori formali. Lo scorso 28 maggio, infatti, i suoi legali "di fiducia", Carlo Fusco e Cristiana Arru, avevano preannunciato che il loro assistito aveva dichiarato al giudice che avrebbe offerto "la più ampia collaborazione", "quanto prima", ossia dopo che gli stessi legali avessero "studiato bene le vicende oggetto dell'indagine". I due avvocati della difesa, peraltro, non hanno voluto incontrare i giornalisti ed hanno sinora comunicato alla stampa tramite una dichiarazione scritta diffusa dalla sala stampa del Vaticano (di fatto, lo Stato titolare dell'accusa).


LA PROSPETTIVA DI UN GESTO DI CLEMENZA - L'assistente di camera di Benedetto XVI è rinchiuso in una delle 'camere di sicurezza' del Palazzo della Gendarmeria. Il Vaticano non dispone, infatti, di carcere, e per un'eventuale detenzione di lungo periodo ricorrerebbe verisimilmente agli istituti di pena italiani. Non sono noti né i tempi, né la pena che potrebbe essere comminata al 'maggiordomo' del Papa. Il vaticano ha solo smentito - data la fattispecie del reato contestato, "furto aggravato" e non ricettazione o diffusione dei documenti - che Paolo Gabriele rischi 30 anni di carcere. Il portavoce vaticano ha reso nota l'intenzione degli avvocati di Paolo Gabriele di presentare istanza di libertà vigilata o arresti domiciliari. Non è escluso neppure un gesto di clemenza a termine del procedimento. Prima che il Papa parlasse della Curia romana come di una famiglia, lo scorso giovedì - senza riferimento alla vicenda di Paolo Gabriele - l''Osservatore romano' ha pubblicato un articolo dello psicologo Camillo Regalia sulla "importanza del perdono nella vita familiare".

LE INDAGINI - Il 'maggiordomo' del Papa rimane, sinora, l'unico indagato del processo Vatileaks. Le notizie filtrano dal Vaticano con il contagocce e il portavoce della Santa Sede, il gesuita Federico Lombardi, ha ripetutamente smentito diverse ricostruzioni giornalistiche nel briefing quasi quotidiano che si svolge verso le 13 nella sala stampa vaticana (una donna coinvolta, un 'corvo' intervistato, il coinvolgimento del card. Ruini, le rogatorie allo Stato italiano...). Non hanno trovato conferma, ma neppure smentita, notizie di altre perquisizioni all'interno del Vaticano, nonché del fermo di un seconso sospettato velocemente rilasciato. Oltre all'indagine guidata da gendarmeria e magistratura vaticana, ad ogni modo, ci sono altre tre piste investigative. La prima è l'indagine amministrativa che sta conducendo la segreteria di Stato al suo interno. La seconda è rappresentata dalle discrete "audizioni" che sta conducendo una commissione cardinalizia che risponde direttamente al Papa, guidata dal card. Julian Herranz (Opus dei) e composta da altri due porporati ultra-ottantenni (Salvatore de Giorgi e Jozef Tomko). In ragione della sua natura, la commissione può interrogare anche monsignori e cardinali informati dei fatti o capo dei differenti dicasteri vaticani "anche se non ci sono elementi concreti tali da giustificare provvedimenti giudiziari", ha spiegato Lombardi. Vi è infine una terza possibilità per gli inquirenti vaticani, quella di una collaborazione con i loro omologhi italiani. Sarebbero in cantiere due rogatorie verso l'Italia, ma il portavoce vaticano - nonché, a nome del Governo, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Malaschini, in risposta ad una interrogazione urgente presentata alla Camera dal deputato del Pdl Renato Farina - ha recentemente negato che siano state già formulate o inviate. Smentita anche la presenza operativa di gendarmi vaticani in territorio italiano. Quanto alle carte sequestrate, attualmente, ha detto Lombardi, "si studia il materiale perquisito" in casa del maggiordomo del Papa.


LE IPOTESI SU COMPLICI, MANDANTI, MOVENTE - Pochi, in Vaticano e fuori, pensano che il 'maggiordomo' del Papa sia l'unico responsabile della fuga di documenti riservati. Molti osservatori hanno ipotizzato che si tratti, in realtà, di un'operazione 'politica' mirata a colpire la credibilità del segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone (Vito Mancuso, tra gli altri). Altri hanno puntato l'indice verso il segretario personale di Benedetto XVI, mons. Georg Gaenswein (lo ha scritto, ad esempio, 'Il Giornale'). Uno storico come Alberto Melloni ha invece parlato di una "strategia della tensione" tesa a mettere in discussione l'intero pontificato. Di certo, a prescindere da Vatileaks, non sono poche le personalità ecclesiastiche che hanno avuto qualche attrito con Bertone nel corso degli anni (la vecchia guardia wojtyliana, l'ala diplomatica dei nunzi apostolici, i maggiorenti della Conferenza episcopale italiana di ieri e di oggi, cardinali e vescovi di area milanese, monsignori a lungo in servizio nella burocrazia vaticana). Un paio di estati fa filtrò che in un pranzo a Castel Gandolfo quattro 'big' - i cardinali Ruini, Bagnasco, Scola e Schoenborn - chiesero al Papa di sostituire il segretario di Stato, e Benedetto XVI rifiutò. In questi mesi non sono mancate voci di un possibile avvicendamento di Bertone alla segreteria di Stato (tra i nomi più accreditati, i cardinali Leonardo Sandri, Mauro Piacenza e mons. Dominique Mamberti). Voci, comunque, prive di riscontri concreti. Quel che è certo è che - prima su l''Espresso', poi su 'Repubblica' - sono riprese le pubblicazioni di documenti riservati della Santa Sede, che sembrano indicare che Vatilekas non è finita.


LE REAZIONI DEL VATICANO E DEL PAPA - La Santa Sede ha dapprima reagito con un duro comunicato del 19 maggio alla pubblicazione del libro di Nuzzi, nel quale annunciava l'intenzione di compiere "i passi opportuni, affinché gli attori del furto, della ricettazione e della divulgazione di notizie segrete, nonché dell'uso anche commerciale di documenti privati, illegittimamente appresi e detenuti, rispondano dei loro atti davanti alla giustizia. Se necessario chiederà a tal fine la collaborazione internazionale". Bertone, che nelle scorse settimane aveva commentato la vicenda con un'efficace battuta ("Volino le colombe, i corvi li lasciamo nella boscaglia"), nelle ultime settimane non si è prestato ai commenti nelle rare uscite pubbliche. E' stato invece mons. Angelo Becciu, sostituto della segreteria di Stato, a reagire, in un'intervista al direttore dell''Osservatore romano' del 30 maggio, la "inaudita gravità" della pubblicazione dei documenti e contestare l'immagine "deformata" che del Vaticano hanno dato i giornali. Il tutto mentre, oltre all'affaire Vatileaks, scoppiava la polemica attorno alla sfiducia al presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi. Con gesto inusitato, è stato poi il Papa in persona, mentre sui media si inseguivano sospetti su Bertone e Gaenswein, a prendere la parola a conclusione dell'udienza di mercoledì scorso in piazza San Pietro, per denunciare le "illazioni, amplificate da alcuni mezzi di comunicazione, del tutto gratuite", confermare la propria fiducia ai "più stretti collaboratori" e prospettare l'"adempimento" del proprio ministero. A conclusione del 'mese mariano' di maggio, nei giardini vaticani, il Papa ha poi espresso l'auspicio, prima di partire per Milano che la "letizia spirituale" sia "consolidata" specialmente "nella vita di questa famiglia che qui in Vaticano serve la Chiesa universale". Ieri, infine, a conclusione del pranzo con i cardinali Tettamanzi e Scola a Milano un'ultima considerazione che sembra riallacciarsi al caso Vatileaks: "Se qualche volta si può pensare che la barca di Pietro realmente sia in balia degli avversari difficili, tuttavia è anche vero che vediamo come il Signore è presente, è vivo, è risorto veramente, e ha in mano il governo del mondo e il cuore degli uomini".


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1 commento:

Anonimo ha detto...

Segnalo l'ultimo articolo di Rodari apparso sul suo blog:

La lunga e rovinosa guerra che ha ricompattato tutte le ali della chiesa (italiana) contro Bertone