martedì 12 giugno 2012

Vaticano-Israele: progressi significativi ma ancora non accordo. La Santa Sede non cambia posizione su Gerusalemme (Izzo)


VATICANO-ISRAELE:PROGRESSI SIGNIFICATIVI MA ANCORA NON ACCORDO


(AGI) - CdV, 12 giu. 


"L'atmosfera e' stata positiva e costruttiva e si sono fatti progressi significativi. Cio' fa ben sperare per il futuro". Il sottosegretario per i rapporti con gli Stati, monsignor Ettore Ballestrero, ha commentato cosi' i risultati della riunione conclusasi oggi in Vaticano della Commissione bilaterale tra la Santa Sede e lo Stato d'Israele, che sta negoziando il cosiddetto Accordo Economico. "La firma - ha precisato il numero tre della diplomazia vaticana - non era in programma, ci sono ancora questioni da risolvere".
Sembra dunque ancora abbastanza lontano l'Accordo sullo status delle comunita' e iniziative sociali che fanno capo alla Chiesa Cattolica in Israele (luoghi santi ma anche istituti e asili per i bambini palestinesi, ospedali e ospizi) e sui temi fiscali relativi, sul quale si lavora ormai da 13 anni e piu'. "Di firma dell'Accordo - ammette monsignor Ballestrero - si e' parlato, e' vero, in certi ambienti. Ma non era in programma". 
Alla riunione tenutasi in Vaticano sono stati ringraziati per il loro "straordinario servizio" due storici protagonisti di queste trattative che si accingono a lasciare i loro attuali incarichi: il nunzio apostolico in Israele e rappresentante permanente presso l'Autorita' palestinese, arcivescovo Antonio Franco, e l'ambasciatore israeliano in vaticano Mordechay Lewy. Ai lavori ha partecipato come rappresentante della Custodia di Terra Santa padre Ibrhaim Faltas, che fu parroco della Basilica della Nativita' durante i 39 giorni dell'occupazione del 2002. 


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VATICANO-ISRAELE: S.SEDE NON CAMBIA POSIZIONE SU GERUSALEMME


(AGI) - CdV, 12 giu. 


Su Gerusalemme Est, occupata da Israele con un'azione mai riconosciuta ufficialmente, "la posizione della Santa Sede non e' cambiata". Lo ha precisato il sottosegretario ai rapporti con gli Stati, monsignor Ettore Ballestrero, da parte vaticana, infatti, "e ' stata riaffermata nel 'Basic Agreement' tra la Santa Sede e l'OLP; e' stata richiamata in diverse circostanze e lo sara' nuovamente nell''Accordo Globale' con l'OLP, attualmente in fase di elaborazione". 
La precisazione e' contenuta in un'intervista di Ballesterro alla Radio Vaticana, al termine della riunione della Commissione Bilaterale Vaticano-Israele.
Per il capo delegazione inoltre "non e' esatto affermare che la Santa Sede con l'accordo violerebbe la IV Convenzione di Ginevra per la protezione delle persone civili in tempo di guerra. La confusione e l'allarme - ha spiegato - sono dovuti all'uso indebito di uno strumento di lavoro, superato da tempo e, comunque, ancora in elaborazione". L'Accordo cui si sta lavorand, ha tenuto a ricordare monsignor Ballestrero ai microfoni della Radio Vaticana, "riguarda la vita, le attivita' e il regime fiscale della Chiesa Cattolica in Israele" e dunque "ci si vuole tenere al margine delle dispute territoriali: non si parlera' di Gerusalemme Est, ne' di localita' nella Cisgiordania".
L'equivoco nasce dal fatto che pero' "all'inizio dei negoziati si e' lavorato su un progetto di Accordo comprensivo anche della cosiddetta 'Schedule One', ossia una lista di proprieta' individuali appartenenti alla Santa Sede e ad alcune Istituzioni della Chiesa Cattolica in Terra Santa, che nel corso degli anni sono state oggetto, da parte di Israele, di provvedimenti onerosi per i proprietari". Ma se "e' vero che alcune di tali proprieta' si trovano in Gerusalemme Est o in zone occupate nel 1967", lo spirito con il quale si e' affrontato il tema "mirava a risolvere problemi concreti. Gia' da tempo comunque - ha chiarito il prelato vaticano - si e' deciso di trattare, nell'Accordo che si firmera', solo alcune proprieta', che non si trovano a Gerusalemme Est o in Cisgiordania". Nell'intervista Ballestero ha precisato anche che l'accordo attualmente in via di definizione "riguarda la Santa Sede e lo Stato di Israele e non ha incidenza su accordi che Israele ha concluso con altri Stati" anche riguardo ai regimi fiscali gia' riconosciuti. "La validita' di questi ultimi - ha concluso - dipende anzitutto dalla volonta' delle Parti contraenti e non dall'esistenza di un Accordo di una di tali Parte con un terzo soggetto, come e' in questo caso la Santa Sede. Peraltro questo e' un principio di diritto internazionale comunemente accettato". 


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