mercoledì 20 giugno 2012

Liturgia e Concilio: come dice il Papa c'è ancora molto lavoro da fare (Nasca)

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1 commento:

Fabio ha detto...

Da VATICANO II - 50 ANNI DOPO di don E. Finotti "Ci si deve interrogare con urgenza sulle conseguenze del Novus Ordo riguardo alla tutela del dogma eucaristico. Ci si chiede se i fedeli oggi siano sufficientemente richiamati al senso della presenza reale nella ss. eucaristia e adeguatamente introdotti all’adorazione, attraverso la mediazioni dei riti rinnovati. Una domanda legittima, soprattutto in considerazione del vasto calo della pietà eucaristica anche nelle sue espressioni cultuali. Certamente il Novus Ordo presenta caratteristiche di nobile semplicità e illuminata essenzialità. Tuttavia le rubriche vigenti, alla luce della concreta esperienza celebrativa, sembrano presentare caratteri troppo indefiniti e non sono perciò in grado di guidare con precisione il sacerdote nel porre atti rituali completi, degni e uniformi. L’indeterminatezza rubricale, infatti, favorisce una personalizzazione soggettiva troppo difforme da un sacerdote all’altro e una debole manifestazione dei contenuti intrinseci del dogma eucaristico. Si tratta di valutare, in particolare, le rubriche relative alla consacrazione e all’ elevazione; quelle relative alla comunione del sacerdote e dei fedeli; e riflettere sull’esercizio del ministero straordinario della comunione, concesso ai fedeli laici. Molti sacerdoti consacrano l’eucaristia nel contesto di un linguaggio narrativo, senza porre quello stacco rituale, che immette nel diverso modo di pronunziare le parole del Signore, a carattere performativo. Debole o inesistente è l’inchinarsi e il pronunziare ‘con somma pietà’ le parole dell’Istituzione. Ciò produce nei fedeli l’impressione di un semplice racconto, senza percepire il Mistero che, qui ed ora, si realizza nell’evento sacramentale. L’elevazione delle sacre specie, solo indicata, ma non descritta dalle rubriche, viene compiuta in modo insufficiente, inespressivo e talvolta indegno. Un’elevazione veloce, bassa, a una sola mano, quasi impercettibile e subito travolta dal flusso delle parole successive del Canone, distoglie chiunque da un minimo di attenzione orante e sembra invocarne la sua soppressione".
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