sabato 2 giugno 2012

Il Papa sulla scala più alta della Fede


IL VIAGGIO A MILANO PER L'INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE


Il Papa sulla scala più alta della Fede


Entusiamo per la Nona di Beethoven dedicata alle vittime del terremoto


Il Papa sale sulla «scala» più alta della fede e riceve l'abbraccio caloroso della folla capace di racchiudere in un unico anelito il dolore e la solidarietà verso i colpiti dal terremoto.
Il primo dei tre giorni di Benedetto XVI a Milano per l'Incontro mondiale delle Famiglie ha già riservato momenti e temi di particolare intensità e rilevanza per il Pontefice, che dopo lo scandalo delle fughe di documenti e dall'arresto del suo maggiordomo, ha potuto respirare un clima diverso, lontano dai «veleni». E allora suona meglio - proprio come la «Nona» di Beethoven eseguita in suo onore alla Scala - il suo appello a che la politica, «animata dalla fede», pensi realmente al «benessere» della famiglia, «patrimonio principale dell'umanità». Peraltro, la bufera «Vatileaks» non resta, e non può restare del tutto fuori dalla visita Milano, la prima di un Papa dal 1984. E per chi avesse anche fatto finta di dimenticarsene, ha dovuto vedere con i propri occhi che accanto al Pontefice non c'era il maggiordomo Paolo Gabriele, da undici giorni rinchiuso in camera di sicurezza per aver trafugato carte del Papa, ma l'altro aiutante: «Sandrone» Mariotti. O anche perchè il cardinale arcivescovo Angelo Scola, che ha accolto ancora una volta Ratzinger dopo averlo fatto già da patriarca di Venezia nel maggio 2011 nella città lagunare, durante l'incontro con la città in Piazza Duomo ha sentito il bisogno di dire a Benedetto XVI che «può contare su tantissimi amici di tutto il mondo». Sotto la «Madonnina», Ratzinger - accolto anche dai ministri Andrea Riccardi e Lorenzo Ornaghi - ha affermato che la fede «deve animare tutto il tessuto della vita, personale e comunitaria, privata e pubblica, così da consentire uno stabile e autentico "ben essere", a partire dalla famiglia», da riscoprire «quale patrimonio principale dell'umanità» e «segno di una vera e stabile cultura in favore dell'uomo». Questa l'impronta data alla sua presenza al Meeting delle Famiglie, in cui non può però mancare una particolare attenzione a quanto accaduto in Emilia, alle famiglie colpite dal terremoto, «che sono nel nostro cuore e nella nostra preghiera», e verso le quali ha invocato «una generosa solidarietà». Poi, un richiamo al fatto che «la singolare identità di Milano non la deve isolare né separare, chiudendola in se stessa», ha detto in Piazza Duomo. «Al contrario - ha aggiunto -, conservando la linfa delle sue radici e i tratti caratteristici della sua storia, essa è chiamata a guardare al futuro con speranza, coltivando un legame intimo e propulsivo con la vita di tutta l'Italia e dell'Europa». Nella chiara distinzione dei ruoli e delle finalità, «la Milano positivamente "laica" e la Milano della fede sono chiamate a concorrere al bene comune». Temi attinenti sono stati toccati dal Papa anche al Teatro alla Scala, dopo la standing ovation alla mirabile esecuzione della Nona di Beethoven diretta da Daniel Barenboim e dedicata dal sovrintendente Stephane Lissner alle popolazioni terremotate dell'Emilia. «Su questo concerto, che doveva essere una festa gioiosa in occasione di questo incontro di persone provenienti da quasi tutte le nazioni del mondo, vi è l'ombra del sisma che ha portato grande sofferenza su tanti abitanti del nostro Paese», ha chiosato con commozione il Pontefice. Lo attendono altri due giorni di incontri nel nome della Famiglia, quella che anche lui a Milano sta ritrovando.


© Copyright Il Tempo, 2 giugno 2012 consultabile online anche qui.

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