lunedì 4 giugno 2012

Il Papa non ha mancato di pronunciare nuove parole di «sostegno» e «accoglienza» verso i fedeli separati, divorziati, risposati (Gasparroni)

«Separati e divorziati, la Chiesa vi sostiene» 
E poi l'invito ad armonizzare i tempi del lavoro e della festa: ad ascoltarlo anche Monti e Bossi 


Fausto Gasparroni
MILANO


La famiglia è quella «fondata sul matrimonio tra l'uomo e la donna», aperta a una procreazione «generosa e responsabile», e difenderla significa fare il bene di tutta la società. Per proteggerla bisogna anche evitarle gli choc di un'economia selvaggia in cui prevale la «logica unilaterale» del «massimo profitto», che accresce disuguaglianze e degrado sociale, mentre vanno «armonizzati» i tempi del lavoro, della famiglia e della festa, perché solo così si costruisce una «società dal volto umano». È stata una sorta di «breve trattato pastorale, molto sentito, sui valori della famiglia» – così l'ha definita il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi – l'omelia di Benedetto XVI davanti a più di un milione di fedeli al Parco di Bresso, nella messa che ha chiuso il settimo Incontro mondiale delle Famiglie.
Una messa cui ha assistito anche il premier Mario Monti (che al termine ha brevemente salutato il Pontefice), insieme agli altri ministri Lorenzo Ornaghi, Andrea Riccardi, Renato Balduzzi, altri politici come Umberto Bossi, Rosy Bindi, Maurizio Lupi, le autorità locali Giuliano Pisapia, Roberto Formigoni, Guido Podestà, esponenti del mondo del lavoro come il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. E nella quale il Papa non ha mancato di pronunciare nuove parole di «sostegno» e «accoglienza» verso i fedeli separati, divorziati, risposati.
In questo ultimo giorno del meeting mondiale delle famiglie cattoliche, che secondo gli organizzatori ha visto un totale di presenze da 1,5 a 2 milioni di persone, il Papa, rinfrancato per l'accoglienza ricevuta dopo i giorni vaticani dei "veleni", ha voluto fare una "summa" di tutti i temi della posizione della Chiesa verso la famiglia, ribadendoli punto per punto contro ogni deriva o tentazione di visioni non conformi. La famiglia non può essere che quella «fondata sul matrimonio tra l'uomo e la donna». Nel matrimonio gli sposi si donano «la vita intera», e il loro amore è «fecondo» – oltre che per loro stessi che fanno il bene l'uno dell'altro – «nella procreazione, generosa e responsabile, dei figli, nella cura premurosa per essi e nell'educazione attenta e sapiente», e anche «per la società, perché il vissuto familiare è la prima e insostituibile scuola delle virtù sociali». Queste sono «il rispetto delle persone, la gratuità, la fiducia, la responsabilità, la solidarietà, la cooperazione».
I valori positivi della famiglia, per Benedetto XVI, vanno difesi anche dall'attuale prevalenza di «una concezione utilitaristica del lavoro, della produzione e del mercato»: «non è la logica unilaterale dell'utile proprio e del massimo profitto quella che può concorrere a uno sviluppo armonico, al bene della famiglia e ad edificare una società più giusta, perchè – ha sottolineato Ratzinger – porta con sé concorrenza esasperata, forti disuguaglianze, degrado dell'ambiente, corsa ai consumi, disagio nelle famiglie». Anzi, la «mentalità utilitarista» corrode anche i rapporti interpersonali e familiari, riducendoli a «convergenze precarie di interessi individuali e minando la solidità del tessuto sociale».
Benedetto XVI è tornato anche sul tema dei fedeli divorziati e risposati, la cui «sofferenza» per la «dolorosa rinuncia» ai sacramenti aveva definito ieri «un dono per la Chiesa». A quanti «sono segnati da esperienze dolorose di fallimento e di separazione» ha detto che «il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica», incoraggiandoli «a rimanere uniti alle vostre comunità» e auspicando «che le diocesi realizzino adeguate iniziative di accoglienza».
Ma nel cuore del Papa c'è anche che società e politica devono «armonizzare i tempi del lavoro e le esigenze della famiglia, la professione e la maternità, il lavoro e la festa». «Privilegiate sempre la logica dell'essere rispetto a quella dell'avere – ha detto –: la prima costruisce, la seconda finisce per distruggere». E anche il card. Ennio Antonelli, «ministro» vaticano della famiglia e promotore con l'arcivescovo di Milano Angelo Scola dell'Incontro mondiale, ha augurato alle autorità «di poter trovare modalità concrete di sostegno alle famiglie».


© Copyright Gazzetta del sud, 4 giugno 2012

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