venerdì 29 giugno 2012

Il Papa: La Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di peccatori che si debbono riconoscere bisognosi dell’amore di Dio


Su segnalazione di Laura leggiamo:


PAPA: CHIESA NON È COMUNITÀ PERFETTI MA MALE NON AVRÀ SOPRAVVENTO


Roma 


La Chiesa “non è una comunità di perfetti, ma di peccatori che si debbono riconoscere bisognosi dell’amore di Dio, bisognosi di essere purificati attraverso la Croce di Gesù Cristo. Il potere di Dio è l’amore, l’amore che irradia la sua luce dal Calvario”. 
Lo ha sottolineato Benedetto XVI durante l'omelia nel corso della messa celebrata in San Pietro per la festa dei santi Pietro e Paolo, principali Patroni della Chiesa di Roma. Il Pontefice ha ricordato come “la tradizione cristiana da sempre considera san Pietro e san Paolo inseparabili: insieme, essi rappresentano tutto il Vangelo di Cristo”, aggiungendo che “Pietro e Paolo, benché assai differenti umanamente l’uno dall’altro e malgrado nel loro rapporto non siano mancati conflitti, hanno realizzato un modo nuovo di essere fratelli, vissuto secondo il Vangelo, un modo autentico reso possibile proprio dalla grazia del Vangelo di Cristo operante in loro. Solo la sequela di Gesù conduce alla nuova fraternità”. Riferendosi in particolare alla figura di Pietro, il Papa ha affermato che “Pietro rende la propria confessione di fede a Gesù riconoscendolo come Messia e Figlio di Dio; lo fa anche a nome degli altri Apostoli. In risposta, il Signore gli rivela la missione che intende affidargli, quella cioè di essere la 'pietra', la 'roccia', il fondamento visibile su cui è costruito l’intero edificio spirituale della Chiesa (cfr Mt 16,16-19). Ma in che modo Pietro è la roccia? Il racconto dell’evangelista Matteo ci dice anzitutto che il riconoscimento dell’identità di Gesù pronunciato da Simone a nome dei Dodici non proviene 'dalla carne e dal sangue', cioè dalle sue capacità umane, ma da una particolare rivelazione di Dio Padre. Invece subito dopo, quando Gesù preannuncia la sua passione, morte e risurrezione, Simon Pietro reagisce proprio a partire da 'carne e sangue': egli 'si mise a rimproverare il Signore:.. questo non ti accadrà mai'. E Gesù a sua volta replicò: 'Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo..'. Il discepolo che, per dono di Dio, può diventare solida roccia, si manifesta anche per quello che è, nella sua debolezza umana: una pietra sulla strada, una pietra in cui si può inciampare. Appare qui evidente – ha continuato Benedetto XVI - la tensione che esiste tra il dono che proviene dal Signore e le capacità umane; e in questa scena tra Gesù e Simon Pietro vediamo in qualche modo anticipato il dramma della storia dello stesso papato, caratterizzata proprio dalla compresenza di questi due elementi: da una parte, grazie alla luce e alla forza che vengono dall’alto, il papato costituisce il fondamento della Chiesa pellegrina nel tempo; dall’altra, lungo i secoli emerge anche la debolezza degli uomini, che solo l’apertura all’azione di Dio può trasformare. E nel Vangelo di oggi emerge con forza la chiara promessa di Gesù: 'le porte degli inferi', cioè le forze del male, non potranno avere il sopravvento”.   


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