martedì 19 giugno 2012

Bertone: Il Papa ci ha chiesto più volte, in maniera accorata, una spiegazione sulle motivazioni del gesto di Gabriele


Vatileaks 


Il Segretario di Stato vaticano card, Tarcisio Bertone sceglie le pagine di «Famiglia cristiana» per rompere l'accerchiamento legato allo scandalo Vatileaks che ha portato all'arresto dell'ex maggiordomo del Papa Paolo Gabriele.
Un accerchiamento che lo stesso porporato ha in qualche modo ammesso quando ha dichiarato di essere «al centro della mischia. 
E vivo queste vicende con dolore, ma anche vedendo costantemente al mio fianco la Chiesa reale, le persone di ogni ambito che mi manifestano il loro affetto e si stringono in unità. Il Santo Padre ha provato dolore non solo per il tradimento di una persona di famiglia ma anche perché la normale e legittima dialettica che deve esistere nella Chiesa assume il volto di una contrapposizione che sembra voler dividere fra amici e nemici. Il Papa stesso ci ha chiesto più volte, in maniera accorata, una spiegazione sulle motivazioni del gesto di Gabriele, da lui amato come un figlio». Il cardinale denuncia «meschinità e menzogne propalate» in questi mesi contro il Vaticano da giornalisti che «giocano a fare l'imitazione di Dan Brown». Bertone vede in queste manovre il tentativo di creare divisioni fra il Papa e i suoi collaboratori. «Il Papa - spiega - ha parlato recentemente di calunnia. Forse occorrerebbe fare una catechesi su questo vizio, per recuperare il senso della ricerca della verità. La grande azione chiarificatrice e purificatrice di Benedetto XVI, sin da quando era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, in totale sintonia con Giovanni Paolo II, certamente ha dato e dà fastidio». E aggiunge: «Nessuno di noi intende nascondere le ombre e i difetti della Chiesa. Sono innumerevoli - continua - le lettere che mi sono giunte da cardinali, prelati, semplici fedeli per testimoniarmi la loro solidarietà. C'è un tentativo accanito e ripetuto di separare, di creare divisione fra il Santo Padre e i suoi collaboratori. E tra gli stessi collaboratori». Il card. Bertone ha fatto riferimento anche alla violazione dell'art. 15 della Costituzione: «La pubblicazione di una molteplicità di lettere e di documenti inviati al Papa da persone che hanno diritto alla privacy costituisce, come abbiamo più volte ribadito, un atto immorale di inaudita gravità. E un vulnus a un diritto riconosciuto dalla Costituzione italiana. La tutela della privacy del cittadino è ancora valida per la società civile?». Quanto allo Ior, il cardinale ha detto che l'allontanamento di Gotti Tedeschi non va contro la trasparenza ma è frutto del «deterioramento di rapporti tra consiglieri a motivo di prese di posizione non condivise. Per di più, al di là degli scandali passati (che sono periodicamente riproposti per gettare sfiducia su questa istituzione), lo Ior si è dato regole precise ben prima della legge antiriciclaggio».


© Copyright Il Tempo, 19 giugno 2012 consultabile online anche qui.

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