venerdì 8 giugno 2012

Attesa a Dublino per il Congresso eucaristico internazionale, il Papa registra un messaggio per l'evento


Attesa a Dublino per il Congresso eucaristico internazionale, il Papa registra un messaggio per l'evento


Benedetto XVI ha registrato stamani un messaggio per il Congresso Eucaristico Internazionale di Dublino che prenderà il via domenica prossima. Il tema del grande evento ecclesiale è “L’Eucaristia, comunione con Cristo e tra noi”, tratto dalla “Lumen gentium”. Il servizio da Dublino di Enzo Farinella. 


“La principale ispirazione del Concilio Vaticano II è stata l’ecclesiologia di comunione”, lo ha affermato il cardinale Marc Ouellet, parlando al Simposio Teologico Internazionale, in svolgimento presso l’Università di Maynooth, in preparazione al Congresso Eucaristico Internazionale della settimana prossima, ecclesiologia, ancora in via di sviluppo e di approfondimenti teologici. Questa ecclesiologia, ha aggiunto il porporato, ha dato tanti frutti nei settori della collegialità episcopale, dell’apostolato dei laici, dei movimenti carismatici ed ecclesiali, dell’ecumenismo e del dialogo con il mondo moderno. Essa ha rivitalizzato la Chiesa dal di dentro e moltiplicato le sue aperture ecumeniche e missionarie all’esterno, impegnandola maggiormente nelle problematiche della pace e della giustizia nel mondo, nella solidarietà su scala globale e nella promozione del dialogo interreligioso. L’ecclesiologia della comunione si impone sempre più come la realizzazione concreta della Chiesa, come forza di attrazione e di evangelizzazione, quale Sacramento di salvezza, basato precisamente sul Battesimo e l’Eucaristia. Essa promuove atteggiamenti spirituali e pratici che ci permettono di vivere più profondamente ed intensamente la dipendenza della Chiesa dall’Eucaristia, e si fa anche Chiesa domestica, basata sulla famiglia, diventando la prima cellula vitale della società. In un tempo in cui stiamo assistendo a una crisi antropologica senza precedenti, caratterizzata dalla perdita di un senso del matrimonio e della famiglia, la Chiesa può e deve contare sulla risorsa della famiglia, fondata sul Sacramento del matrimonio, per far fronte alle sfide delle società secolarizzate, ha detto il cardinale Oullet. Quale Sacramento o “segno” e strumento di unione tra Dio e l’intera umanità, l’ecclesiogia della comunione è la portatrice di una realtà divina misteriosa che nessuna imagine o analogia può esprimere adeguatamente, e sul piano esistenziale, il cardinale Oullet ha affermato il futuro della missione della Chiesa passa attraverso la sua testimonianza di unità e il suo dialogo con tutta l’umanità. Oggi il cardinale Kurt Koch presenta una visione ecumenica della relazione tra Eucaristia e comunione ecclesiale.


Sul significato che questo Congresso eucaristico ha per la Chiesa e la società irlandese, Fabio Colagrande ha intervistato mons. John Kennedy, officiale della Congregazione per la Dottrina della Fede, originario della diocesi di Dublino:   


R. – Da circa 20 anni abbiamo sperimentato delle difficoltà, nella Chiesa, a causa degli scandali per gli abusi su minori da parte di certi sacerdoti. Questi gesti, ad opera di alcuni sacerdoti, hanno procurato così tanti danni alla Chiesa che la gente, adesso, si chiede se la Chiesa ha ancora qualcosa da offrire loro, come nel passato. Un’altra domanda riguarda anche la celebrazione o meno del Congresso eucaristico. Ma come nel passato, così in questo momento il Santo Padre, dandoci la possibilità di celebrare i 50 anni del Concilio Vaticano II, 50 anni di “Lumen Gentium”, ed anche i 50 anni del Congresso eucaristico, ci offre l’opportunità di avere la riconciliazione, la pace, e di guardare nuovamente, nell’ambito della nuova evangelizzazione, al ruolo della Chiesa, all’aspetto della fede!


D. – In questo senso, mons. Kenendy, assume un significato particolare il tema che i vescovi irlandesi hanno scelto ed hanno poi proposto al Comitato Vaticano che l’ha approvato per questo 50.mo Congresso di Dublino: “L’Eucaristia, comunione con Cristo e tra noi”, che deriva proprio da un testo del Concilio Vaticano II, la “Lumen Gentium”…


R. – Esattamente. E’ anche interessante vedere come, il primo giorno, il tema sia la comunione nel Battesimo, un giorno ecumenico in cui tante persone non cattoliche ma battezzate possono partecipare ad una liturgia della Parola e del Battesimo, ricordare quanto abbiamo in comune. E’ importante porre l’accento sulle cose che abbiamo in comune.


D. – Questo è davvero un momento in cui l’Irlanda ha bisogno di riconciliazione, di questa spinta verso la comunione…


R. – C’è una grande fame per la fede, per conoscere Cristo e per celebrare i Sacramenti. Anche nei momenti di difficoltà, la fede rimane. Forse è un po’ sepolta sotto i vari livelli di modernismo e di ricchezze. Noi abbiamo sperimentato proprio questo, in Irlanda: siamo diventati ricchissimi, in un arco di 10, 15 anni, e poi con la crisi economica siamo nuovamente diventati poveri. Ma la cosa che non passa mai è la fede.


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