sabato 26 maggio 2012

Vaticano, è caccia ai complici del "corvo" (Tgcom)


Vaticano, è caccia ai complici del "corvo"


Il maggiordomo del Papa arrestato venerdì per molti non sarebbe che un capro espiatorio


Non è destinata a chiudersi con l'arresto del maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, la vicenda del "corvo" responsabile della fuga di documenti riservati del Pontefice. In Vaticano circolano dubbi sulla possibilità che Gabriele sia effettivamente il "corvo". In ogni caso si presume che eventualmente non sia il solo, mentre qualcun altro parla di Gabriele come possibile capro espiatorio per coprire qualcuno più in alto.
E' anche vero che risulta difficile pensare che si sia voluto sacrificare come semplice "capro espiatorio" una persona così vicina al Papa. Già giovedì, quando il "board" dello Ior ha sfiduciato il presidente Ettore Gotti Tedeschi, uno degli addebiti che gli venivano mossi, oltre alle carenze nella governance dell'Istituto, era di aver fatto filtrare all'esterno informazioni riservate del Vaticano.
Sono due, quindi, i laici finora chiamati in causa per le fughe di notizie vaticane. Tuttavia anche su una ipotetica responsabilita' dell'ormai ex presidente dello Ior circola più di un dubbio Oltretevere. Una fonte ben informata addirittura tratteggia in uno scontro tra Gotti Tedeschi e il direttore dello Ior, Paolo Cipriani, l'origine di possibili fughe di notizie.
Il "giallo", insomma, è ben lungi dall'essere risolto e si ha l'impressione che le novità e i colpi di scena potrebbero non mancare. Dopo mesi di stillicidio dei "Vatileaks", di "veleni", di sotterranei scontri di potere, il giro di vite sui presunti "corvi" ha avuto una stretta improvvisa negli ultimi giorni dopo la pubblicazione del libro di Gianluigi Nuzzi "Sua Santità", che contiene una mole di documenti riservati e carte private del Papa, su vicende di cui si è molto discusso, dal caso Boffo al caso Viganò, dalle polemiche sull'Ici e la Chiesa (ci sono carte sui contatti tra lo stesso Gotti Tedeschi e il ministro Tremonti sull'argomento) e sulle leggi italiane che il Vaticano avrebbe voluto fossero cambiate, in particolare su temi etici.
Oltre all'indagine interna condotta dalla Gendarmeria e supervisionata dalla Commissione cardinalizia, la Santa Sede ha annunciato che ricorrerà alla giustizia contro il furto, la ricettazione e la divulgazione di "notizie segrete", descrivendo la pubblicazione dei documenti come "un atto criminoso". Per questo chiedera' anche la ''collaborazione internazionale".


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